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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XIV.

 

E perché voi diceste che intento della natura è sempre di produr le cose piú perfette e però, s'ella potesse, sempre produria l'omo, e che il produr la donna è piú presto errore o diffetto della natura che intenzione, rispondo che questo totalmente si nega; né so come possiate dire che la natura non intenda produr le donne, senza le quali la specie umana conservar non si po, di che piú che d'ogni altra cosa è desiderosa essa natura. Perciò col mezzo di questa compagnia di maschio e di femina produce i figlioli, i quali rendono i benefici ricevuti in puerizia ai padri già vecchi, perché gli nutriscono, poi gli rinovano col generar essi ancor altri figlioli, dai quali aspettano in vecchiezza ricever quello, che essendo giovani ai padri hanno prestato; onde la natura, quasi tornando in circulo, adempie la eternità ed in tal modo dona la immortalità ai mortali. Essendo adunque a questo tanto necessaria la donna quanto l'omo, non vedo per qual causa l'una sia fatta a caso piú che l'altro. È ben vero che la natura intende sempre produr le cose piú perfette e però intende produr l'omo in specie sua, ma non piú maschio che femina; anzi, se sempre producesse maschio, faria una imperfezione; perché come del corpo e dell'anima risulta un composito piú nobile che le sue parti, che è l'omo, cosí della compagnia di maschio e di femina risulta un composito conservativo della specie umaria, senza il quale le parti si destruiriano. E però maschio e femina da natura son sempre insieme, né po esser l'un senza l'altro; cosí quello non si dee chiamar maschio che non ha la femina, secondo la diffinizione dell'uno e dell'altro; né femina quella che non ha maschio. E perché un sesso solo dimostra imperfezione, attribuiscono gli antichi teologi l'uno e l'altro a Dio: onde Orfeo disse che Iove era maschio e femina; e leggesi nella Sacra Scrittura che Dio formò gli omini maschio e femina a sua similitudine, e spesso i poeti, parlando dei dèi, confondono il sesso -.

 




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