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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XXIV.
Allor il Magnifico Iuliano, - Piacemi, - rispose. - Or io voglio dirvi d'una, la qual fece quello che io credo che 'l signor Gasparo medesimo confessarà che fanno pochissimi omini; - e cominciò: - In Massilia fu già una consuetudine, la quale s'estima che di Grecia fusse traportata, la quale era che publicamente si servava veneno temperato con cicuta e concedevasi il pigliarlo a chi approvava al senato doversi levar la vita, per qualche incommodo che in essa sentisse, o ver per altra giusta causa, acciò che chi troppo avversa fortuna patito avea o troppo prospera gustato, in quella non perseverasse o questa non mutasse. Ritrovandosi adunque Sesto Pompeo... - Quivi il Frigio, non aspettando che 'l Magnifico Iuliano passasse piú avanti, Questo mi par, - disse, - il principio d'una qualche lunga fabula -. Allora il Magnifico Iuliano, voltatosi ridendo a madonna Margherita, - Eccovi, - disse, - che 'l Frigio non mi lascia parlare. Io voleva or contarvi d'una donna, la quale, avendo dimostrato al senato che ragionevolmente dovea morire, allegra e senza timor alcuno tolse in presenzia di Sesto Pompeo il veneno, con tanta constanzia d'animo e cosí prudenti ed amorevoli ricordi ai suoi, che Pompeo e tutti gli altri che videro in una donna tanto sapere e sicurezza nel tremendo passo della morte, restarono non senza lacrime confusi di molta maraviglia -.