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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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L.

 

Disse allora messer Cesare: - Vero è che questi cosí grandi effetti occorrono in poche donne; pur ancora quelle che resistono alle battaglie d'amore, tutte sono miracolose; e quelle che talor restano vinte sono degne di molta compassione; ché certo i stimuli degli amanti, le arti che usano, i lacci che tendono son tanti e cosí continui, che troppa maraviglia è che una tenera fanciulla fuggir gli possa. Qual giorno, qual ora passa mai, che quella combattuta giovane non sia dallo amante sollicitata con denari, con presenti e con tutte quelle cose che imaginar sa che le abbiano a piacere? A qual tempo affacciar mai si po alla finestra, che sempre non veda passar l'ostinato amante con silenzio di parole ma con gli occhi che parlano, col viso afflitto e languido, con quegli accesi sospiri, spesso con abundantissime lacrime? Quando mai si parte di casa per andar a chiesa o ad altro loco, che questo sempre non le sia innanzi e ad ogni voltar di contrata non se le affronti con quella trista passion dipinta negli occhi, che par che allor allora aspetti la morte? Lasso tante attillature, invenzioni, motti, imprese, feste, balli, giochi, maschere, giostre, torniamenti, le quai cose essa conosce tutte esser fatte per sé. La notte poi mai risvegliarsi non sa, che non oda musica, o almen quello inquieto spirito intorno alle mura della casa gittar sospiri e voci lamentevoli. Se per avventura parlar vole con una delle sue fanti, quella, già corrotta per denari, súbito ha apparecchiato un presentuzzo, una lettera, un sonetto, o tal cosa, da darle per parte dello amante; e quivi entrando a proposito, le fa intendere quanto arde questo meschino, come non cura la propria vita per servirla; e come da lei niuna cosa ricerca men che onesta e che solamente desidera parlarle. Quivi a tutte le difficultà si trovano rimedi, chiavi contrafatte, scale di corde, sonniferi; la cosa si dipinge di poco momento; dànnosi esempi di molt'altre che fanno assai peggio; di modo che ogni cosa tanto si fa facile, che essa niuna altra fatica ha che di dire: “Io son contenta”; e se pur la poverella per un tempo resiste, tanti stimuli le aggiungono, tanti modi trovano, che col continuo battere rompeno ciò che le osta. E molti sono che, vedendo le blandicie non giovargli, si voltano alle minacce e dicono volerle publicar per quelle che non sono ai lor mariti. Altri patteggiano arditamente coi padri e spesso con i mariti, i quali per denari o per aver favori dànno le proprie figliole e mogli in preda contra la lor voglia. Altri cercano con incanti e malie tôr loro quella libertà che Dio all'anime ha concessa; di che si vedono mirabili effetti. Ma io non saprei ridire in mill'anni tutte le insidie che opran gli omini per indur le donne alle lor voglie, che sono infinite; ed oltre a quelle che ciascun per se stesso ritrova non è ancora mancato chi abbia ingeniosamente composto libri, e postovi ogni studio per insegnar di che modo in questo s'abbiano ad ingannar le donne. Or pensate come da tante reti possano esser sicure queste semplici colombe, da cosí dolce esca invitate. E che gran cosa è adunque se una donna, veggendosi tanto amata ed adorata molt'anni da un bello, nobile ed accostumato giovane, il quale mille volte il giorno si mette a pericolo della morte per servirle, né mai pensa altro che di compiacerle, con quel continuo battere, che fa che l'acqua spezza i durissimi marmi, s'induce finalmente ad amarlo, e vinta da questa passione lo contenta di quello che voi dite che essa, per la imbecillità del sesso, naturalmente molto piú desidera che l'amante? Parvi che questo error sia tanto grave, che quella meschina, che con tante lusinghe è stata presa, non meriti almen quel perdono, che spesso agli omicidi, ai ladri, assassini e traditori si concede? Vorrete voi che questo sia vicio tanto enorme che, per trovarsi che qualche donna in esso incorre, il sesso delle donne debba esser sprezzato in tutto e tenuto universalmente privo di continenzia, non avendo rispetto che molte se ne trovano invittissime, che ai continui stimuli d'amore sono adamantine e salde nella lor infinita constanzia piú che i scogli all'onde del mare?

 

 




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