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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XVII.

 

Seguitava ancor il signor Ottaviano il suo ragionamento; ma il Magnifico Iuliano interrompendolo, - Signor Ottaviano, - disse, - se bene ho inteso, voi avete detto che la continenzia è virtú imperfetta, perché ha in sé parte d'affetto; ed a me pare che quella virtú la quale, essendo nell'animo nostro discordia tra la ragione e l'appetito, combatte e la vittoria alla ragione, si debba estimar piú perfetta che quella che vince non avendo cupiditàaffetto alcuno che le contrasti; perché pare che quell'animo non si astenga dal male per virtú, ma resti di farlo perché non ne abbia voluntà -. Allor il signor Ottaviano, Qual, - disse, - estimareste voi capitano di piú valore, o quello che combattendo apertamente si mette a pericolo, e pur vince gli nemici, o quello che per virtú e saper suo lor toglie le forze, riducendogli a termine che non possano combattere, e cosí senza battaglia o pericolo alcuno gli vince? - Quello, - disse il Magnifico Iuliano, - che piú sicuramente vince, senza dubbio è piú da lodare, pur che questa vittoria cosí certa non proceda dalla dapocagine degl'inimici -. Rispose il signor Ottaviano: - Ben avete giudicato; e però dicovi che la continenzia comparare si po ad un capitano che combatte virilmente e, benché gli nimici sian forti e potenti, pur gli vince, non però senza gran difficultà e pericolo; ma la temperanzia libera da ogni perturbazione è simile a quel capitano, che senza contrasto vince e regna, ed avendo in quell'animo dove si ritrova non solamente sedato, ma in tutto estinto il foco della cupidità, come bon principe in guerra civile, distrugge i sediziosi nemici intrinsechi e dona lo scettro e dominio intiero alla ragione. Cosí questa virtú non sforzando l'animo, ma infundendogli per vie placidissime una veemente persuasione che lo inclina alla onestà, lo rende quieto e pien di riposo, in tutto equale e ben misurato, e da ogni canto composto d'una certa concordia con se stesso, che lo adorna di cosí serena tranquillità che mai non si turba, ed in tutto diviene obedientissimo alla ragione, e pronto di volgere ad essa ogni suo movimento e seguirla ovunque condur lo voglia, senza repugnanzia alcuna; come tenero agnello, che corre, sta e va sempre presso alla madre e solamente secondo quella si move. Questa virtú adunque è perfettissima e conviensi massimamente ai príncipi, perché da lei ne nascono molte altre -.

 

 




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