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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XXVI.

 

Rise il signor Ottaviano e disse: - S'io avessi la grazia di qualche principe ch'io conosco e gli dicessi liberamente il parer mio, dubito che presto la perderei; oltra che per insegnarli bisogneria ch'io prima imparassi. Pur, poiché a voi piace ch'io risponda ancora circa questo al signor Gaspar, dico che a me pare che i príncipi debbano attendere all'una e l'altra delle due vite, ma piú però alla contemplativa, perché questa in essi è divisa in due parti: delle quali l'una consiste nel conoscer bene e giudicare; l'altra nel commandare drittamente e con quei modi che si convengono, e cose ragionevoli, e quelle di che hanno autorità, e commandarle a chi ragionevolmente ha da obedire, e nei lochi e tempi appartenenti; e di questo parlava il duca Federico quando diceva che chi sa commandare è sempre obedito; e 'l commandar è sempre il principal officio de' príncipi, li quali debbono però ancor spesso veder con gli occhi ed esser presenti alle esecuzioni, e secondo i tempi e i bisogni ancora talor operar essi stessi; e tutto questo pur participa della azione; ma il fine della vita attiva deve esser la contemplativa, come della guerra la pace, il riposo delle fatiche.

 

 




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