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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
Allor il signor Gaspar, - Volentieri, - disse, - saprei quali sono queste virtú utili e necessarie nella guerra; e quali le oneste nella pace -. Rispose il signor Ottaviano: - Tutte son bone e giovevoli, perché tendono a bon fine; pur nella guerra precipuamente val quella vera fortezza, che fa l'animo esento dalle passioni, talmente che non solo non teme li pericoli, ma pur non li cura; medesimamente la constanzia e quella pazienzia tollerante, con l'animo saldo ed imperturbato a tutte le percosse di fortuna. Conviensi ancora nella guerra e sempre aver tutte le virtú che tendono all'onesto, come la giustizia, la continenzia, la temperanzia; ma molto piú nella pace e nell'ocio, perché spesso gli omini posti nella prosperità e nell'ocio, quando la fortuna seconda loro arride, divengono ingiusti, intemperati e lassansi corrumpere dai piaceri; però quelli che sono in tale stato hanno grandissimo bisogno di queste virtú, perché l'ccio troppo facilmente induce mali costumi negli animi umani. Onde anticamente si diceva in proverbio che ai servi non si debbe dar ocio; e credesi che le piramide d'Egitto fossero fatte per tenere i populi in esercizio, perché ad ognuno lo essere assueto a tollerar fatiche è utilissimo. Sono ancor molte altre virtú tutte giovevoli, ma basti per or l'aver detto insin qui; ché s'io sapessi insegnar al mio principe ed instituirlo di tale e cosí virtuosa educazione come avemo disegnata, facendolo, senza piú mi crederei assai bene aver conseguito il fine del bon cortegiano -.