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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XL.
Però in questo, come nell'altre cose, bisogna sapere e governarsi con quella prudenzia, che è necessaria compagna a tutte le virtú; le quali, per esser mediocrità, sono vicine alli cui estremi, che sono vicii; onde chi non sa facilmente incorre in essi; perché cosí come è difficile nel circulo trovare il punto del centro, che è il mezzo, cosí è difficile trovare il punto della virtú posta nel mezzo delli cui estremi, viciosi l'uno per lo troppo, l'altro per lo poco, ed a questi siamo or all'uno or all'altro inclinati; e ciò si conosce per lo piacere e per lo dispiacere che in noi si sente; ché per l'uno facciamo quello che non devemo, per l'altro lasciamo di far quello che deveremmo; benché il piacere è molto piú pericoloso, perché facilmente il giudicio nostro da quello si lascia corrompere. Ma perché il conoscere quanto sia l'uom lontano dal centro della virtú è cosa difficile, devemo ritirarci a poco a poco da noi stessi alla contraria parte di quello estremo al quale ne conoscemo esser inclinati, come fan quelli che indrizzano i legni distorti; ché in tal modo s'accostaremo alla virtú, la quale, come ho detto, consiste in quel punto della mediocrità; onde interviene che noi per molti modi erriamo e per un solo facciamo l'officio e debito nostro; cosí come gli arcieri, che per una via sola dànno nella brocca e per molte fallano il segno. Però spesso un principe, per voler esser umano ed affabile, fa infinite cose fuor del decoro e si avvilisce tanto che è disprezzato; alcun altro, per servar quella maestà grave con autorità conveniente, diviene austero ed intollerabile; alcun, per esser tenuto eloquente, entra in mille strane maniere e lunghi circuiti di parole affettate, ascoltando se stesso, tanto che gli altri per fastidio ascoltar non lo possono.