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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XLI.
Sí che non chiamate, messer Cesare, per minuzia cosa alcuna che possa migliorare un principe in qualsivoglia parte, per minima che ella sia; né pensate già ch'io estimi che voi biasmiate i miei documenti, dicendo che con quelli piú tosto si formaria un bon governatore che un bon principe; ché non si po forse dare maggior laude né piú conveniente ad un principe, che chiamarlo bon governatore. Però, se a me toccasse instituirlo, vorrei che egli avesse cura non solamente di governar le cose già dette, ma le molto minori, ed intendesse tutte le particularità appartenenti ai suoi populi quanto fosse possibile, né mai credesse tanto, né tanto si confidasse d'alcun suo ministro, che a quel solo rimettesse totalmente la briglia e lo arbitrio di tutto 'l governo; perché non è alcuno che sia attissimo a tutte le cose, e molto maggior danno procede dalla credulità de' signori che dalla incredulità, la qual non solamente talor non nòce, ma spesso summamente giova; pur in questo è necessario il bon giudicio del principe, per conoscer chi merita esser creduto e chi no. Vorrei che avesse cura d'intendere le azioni ed esser censore de' suoi ministri; di levare ed abbreviar le liti tra i sudditi; di far far pace tra essi, e legargli insieme di parentati; di far che la città fosse tutta unita e concorde in amicizia, come una casa privata; populosa, non povera, quieta, piena di boni artífici; di favorir i mercatanti ed aiutarli ancora con denari; d'esser liberale ed onorevole nelle ospitalità verso i forestieri e verso i religiosi; di temperar tutte le superfluità; perché spesso per gli errori che si fanno in queste cose, benché paiano piccoli, le città vanno in ruina; però è ragionevole che 'l principe ponga mèta ai troppo suntuosi edifici dei privati, ai convivii, alle doti eccessive delle donne, al lusso, alle pompe nelle gioie e vestimenti, che non è altro che uno augumento della lor pazzia; ché, oltre che spesso, per quella ambizione ed invidia che si portano l'una all'altra, dissipano le facultà e la sustanzia dei mariti, talor per una gioietta o qualche altra frascheria tale vendono la pudicizia loro a chi la vol comperare -.