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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XLV.
Rise il signor Ottaviano e disse: - Signor Magnifico, piú laude della donna di palazzo sarebbe lo esaltarla tanto ch'ella fosse pari al cortegiano, che abbassar il cortegian tanto che 'l sia pari alla donna di palazzo; ché già non saria proibito alla donna ancora instituir la sua signora e tender con essa a quel fine della cortegiania, ch'io ho detto convenirsi al cortegian col suo principe; ma voi cercate piú di biasmare il cortegiano, che di laudar la donna di palazzo; però a me ancor sarà licito tener la ragione del cortegiano. Per rispondere adunque alle vostre obiezioni, dico ch'io non ho detto che la instituzione del cortegiano debba esser la sola causa per la quale il principe sia tale; perché se esso non fosse inclinato da natura ed atto a poter essere, ogni cura e ricordo del cortegiano sarebbe indarno; come ancor indarno s'affaticaria ogni bono agricultore che si mettesse a cultivare e seminare d'ottimi grani l'arena sterile del mare, perché quella tal sterilità in quel loco è naturale; ma quando al bon seme in terren fertile, con la temperie dell'aria e piogge convenienti alle stagioni, s'aggiunge ancora la diligenzia della cultura umana, si vedon sempre largamente nascere abundantissimi frutti; né però è che lo agricultor solo sia la causa di quelli, benché senza esso poco o niente giovassero tutte le altre cose. Sono adunque molti príncipi che sarian boni, se gli animi loro fossero ben cultivati; e di questi parlo io, non di quelli che sono come il paese sterile e tanto da natura alieni dai boni costumi, che non basta disciplina alcuna per indur l'animo loro al diritto camino.