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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XLVIII.

 

Quivi essendosi fermato il signor Ottaviano di parlare, disse il signor Gaspar: - Io non aspettava già che 'l nostro cortegiano avesse tanto d'onore; ma poiché Aristotile e Platone son suoi compagni, penso che niun piú debba sdegnarsi di questo nome. Non so già però s'io mi creda che Aristotile e Platone mai danzassero o fossero musici in sua vita, o facessero altre opere di cavalleria -. Rispose il signor Ottaviano: - Non è quasi licito imaginar che questi dui spiriti divini non sapessero ogni cosa, e però creder si po che operassero ciò che s'appartiene alla cortegiania, perché dove lor occorre ne scrivono di tal modo, che gli artifici medesimi delle cose da loro scritte conoscono che le intendevano insino alla medulle ed alle piú intime radici. Onde non è da dir che al cortegiano o institutor del principe, come lo vogliate chiamare, il qual tenda a quel bon fine che avemo detto, non si convengan tutte le condicioni attribuitegli da questi signori, ancora che fosse severissimo filosofo e di costumi santissimo, perché non repugnano alla bontà, alla discrezione, al sapere, al valore, in ogni età ed in ogni tempo e loco -.

 

 




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