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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
LVI.
Quivi messer Federico, per acquetar il signor Morello e divertir il ragionamento, non lassò rispondere il conte Ludovico, ma interrompendolo disse: - Forse che 'l signor Morello non ha in tutto torto a dir che la bellezza non sia sempre bona, perché spesso le bellezze di donne son causa che al mondo intervengan infiniti mali, inimicizie, guerre, morti e distruzioni; di che po far bon testimonio la ruina di Troia; e le belle donne per lo piú sono o ver superbe e crudeli, o vero, come s'è detto, impudiche; ma questo al signor Morello non parrebbe diffetto. Sono ancor molti omini scelerati, che hanno grazia di bello aspetto, e par che la natura gli abbia fatti tali acciò che siano piú atti ad ingannare, e che quella vista graziosa sia come l'esca nascosa sotto l'amo -. Allora messer Pietro Bembo, - Non crediate, - disse, - che la bellezza non sia sempre bona -. Quivi il conte Ludovico, per ritornar esso ancor al primo proposito, interruppe e disse: - Poiché 'l signor Morello non si cura di saper quello che tanto gl'importa, insegnatelo a me e mostratemi come acquistino i vecchi questa felicità d'amore, ché non mi curerò io di farmi tener vecchio, pur che mi giovi -.