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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XVII.

 

Ma per venire a qualche particularità, estimo che la principale e vera profession del cortegiano debba esser quella dell'arme; la qual sopra tutto voglio che egli faccia vivamente e sia conosciuto tra gli altri per ardito e sforzato e fidele a chi serve. E 'l nome di queste bone condicioni si acquisterà facendone l'opere in ogni tempo e loco, imperò che non è licito in questo mancar mai, senza biasimo estremo; e come nelle donne la onestà, una volta macchiata, mai piú non ritorna al primo stato, cosí la fama d'un gentilom che porti l'arme, se una volta in un minimo punto si denigra per coardia o altro rimproccio, sempre resta vituperosa al mondo e piena d'ignominia. Quanto piú adunque sarà eccellente il nostro cortegiano in questa arte, tanto piú sarà degno di laude; bench'io non estimi esser in lui necessaria quella perfetta cognizion di cose e l'altre qualità, che ad un capitano si convengono; ché per esser questo troppo gran mare, ne contentatemo, come avemo detto, della integrità di fede e dell'animo invitto e che sempre si vegga esser tale: perché molte volte piú nelle cose piccole che nelle grandi si conoscono i coraggiosi; e spesso ne' pericoli d'importanzia, e dove son molti testimonii, si ritrovano alcuni li quali, benché abbiano il core morto nel corpo, pur spinti dalla vergogna o dalla compagnia, quasi ad occhi chiusi vanno inanzi e fanno il debito loro, e Dio sa come; e nelle cose che poco premono e dove par che possano senza esser notati restar di mettersi a pericolo, volentier si lasciano acconciare al sicuro. Ma quelli che ancor quando pensano non dover esser d'alcuno né mirati, né veduti, né conosciuti, mostrano ardire e non lascian passar cosa, per minima ch'ella sia, che possa loro esser carico, hanno quella virtú d'animo che noi ricerchiamo nel nostro cortegiano. Il quale non volemo però che si mostri tanto fiero, che sempre stia in su le brave parole e dica aver tolto la corazza per moglie, e minacci con quelle fiere guardature che spesso avemo vedute fare a Berto; ché a questi tali meritamente si po dir quello, che una valorosa donna in una nobile compagnia piacevolmente disse ad uno, ch'io per ora nominar non voglio; il quale, essendo da lei, per onorarlo, invitato a danzare, e rifiutando esso e questo e lo udir musica e molti altri intertenimenti offertigli, sempre con dir cosí fatte novelluzze non esser suo mestiero, in ultimo, dicendo la donna, “Qual è adunque il mestier vostro?”, rispose con un mal viso: “Il combattere”; allora la donna súbito: “Crederei”, disse, “che or che non siete alla guerra, né in termine de combattere, fosse bona cosa che vi faceste molto ben untare ed insieme con tutti i vostri arnesi da battaglia riporre in un armario finché bisognasse, per non ruginire più di quello che siate”; e cosí, con molte risa de' circunstanti, scornato lasciollo nella sua sciocca prosunzione. Sia adunque quello che noi cerchiamo, dove si veggon gli inimici, fierissimo, acerbo e sempre tra i primi; in ogni altro loco, umano, modesto e ritenuto, fuggendo sopra tutto la ostentazione e lo impudente laudar se stesso, per lo quale l'uomo sempre si còncita odio e stomaco da chi ode -.

 

 




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