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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XXXVII.

 

- E che cose possono esser queste? - disse il signor Ludovico Pio. Rispose messer Federico: - Fatevele dire al marchese Febus, che spesso l'ha vedute in Francia, e forse gli è intravenuto -. Rispose il marchese Febus: - Io non ho veduto far cosa in Francia di queste, che non si faccia ancor in Italia, ma ben ciò che hanno di bon gli Italiani, nei vestimenti, nel festeggiare, banchettare, armeggiare ed in ogni altra cosa che a cortegian si convenga, tutto l'hanno dai Franzesi. - Non dico io, - rispose messer Federico, - che ancor tra' Franzesi non si trovino de' gentilissimi e modesti cavalieri; ed io per me n'ho conosciuti molti veramente degni d'ogni laude; ma pur alcuni se ne trovan poco riguardati; e, parlando generalmente, a me par che con gli Italiani piú si confaccian nei costumi i Spagnoli che i Franzesi, perché quella gravità riposata peculiar dei Spagnoli mi par molto piú conveniente a noi altri che la pronta vivacità, la qual nella nazion franzese quasi in ogni movimento si conosce; il che in essi non disdice, anzi ha grazia, perché loro è cosí naturale e propria, che non si vede in loro affettazione alcuna. Trovansi ben molti Italiani che vorriano pur sforzarsi de imitare quella manera; e non sanno far altro che crollar la testa parlando, e far riverenze in traverso di mala grazia, e quando passeggian per la terra caminar tanto forte, che i staffieri non possano lor tener drieto; e con questi modi par loro esser bon Franzesi, ed aver di quella libertà; la qual cosa in vero rare volte riesce, eccetto a quelli che son nutriti in Francia e da fanciulli hanno presa quella manera. Il medesimo intervien del saper diverse lingue; il che io laudo molto nel cortegiano, e massimamente la spagnola e la franzese, perché il commerzio dell'una e dell'altra nazion è molto frequente in Italia e con noi sono queste due piú conformi che alcuna dell'altre; e que' dui príncipi, per esser potentissimi nella guerra e splendidissimi nella pace, sempre hanno la corte piena di nobili cavalieri, che per tutto 'l mondo si spargono; e a noi pur bisogna conversar con loro.

 

 




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