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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
LXXXIV.
Ma voi, messer Federico, che pensaste di riposarvi sotto questo sfogliato albero e nei mei secchi ragionamenti, credo che ne siate pentito e vi paia esser entrato nell'ostaria di Montefiore; però ben sarà che, a guisa di pratico corrieri, per fuggir un tristo albergo, vi leviate un poco piú per tempo che l'ordinario e seguitiate il camin vostro. - Anzi, - rispose messer Federico, - a cosí bon albergo sono io venuto, che penso di starvi piú che prima non aveva deliberato; però riposerommi pur ancor fin a tanto che voi diate fine a tutto 'l ragionamento proposto, del quale avete lasciato una parte che al principio nominaste, che son le “burle”; e di ciò non è bono che questa compagnia sia defraudata da voi. Ma sí come circa le facezie ci avete insegnato molte belle cose e fattoci audaci nello usarle, per esempio di tanti singulari ingegni e grandi omini, e príncipi e re e papi, credo medesimamente che nelle burle ci darete tanto ardimento, che pigliaremo segurtà di metterne in opera qualcuna ancor contra di voi -. Allor messer Bernardo ridendo, - Voi non sarete, - disse, i primi; ma forse non vi verrà fatto, perché ormai tante n'ho ricevute, che mi guardo da ogni cosa, come i cani che, scottati dall'acqua calda, hanno paura della fredda. Pur, poiché di questo ancor volete ch'io dica, penso potermene espedir con poche parole.