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Baldassarre Castiglione Il libro del cortegiano IntraText CT - Lettura del testo |
XCIX.
Rise allor il signor Gasparo, e voltatosi a messer Nicolò Frigio, - Che ne credete voi, Frigio? - disse. Rispose il Frigio: - Io ho compassione al signor Magnifico, il quale, ingannato dalle promesse e lusinghe della signora Emilia, è incorso in errore di dir quello di che io in suo servizio mi vergogno -. Rispose la signora Emilia pur ridendo: - Ben vi vergognarete voi di voi stesso quando vedrete il signor Gasparo, convinto, confessar il suo e 'l vostro errore e domandar quel perdono, che noi non gli vorremo concedere -. Allora la signora Duchessa: - Per esser l'ora molto tarda voglio, - disse, - che differiamo il tutto a domani; tanto piú perché mi par ben fatto pigliar il consiglio del signor Magnifico: cioè che, prima che si venga a questa disputa, cosí si formi una donna di palazzo con tutte le perfezioni, come hanno formato questi signori il perfetto cortegiano. - Signora, - disse allor la signora Emilia, - Dio voglia che noi non ci abbattiamo a dar questa impresa a qualche congiurato col signor Gasparo, che ci formi una cortegiana che non sappia far altro che la cucina e filare -. Disse il Frigio: - Ben è questo il suo proprio officio -. Allor la signora Duchessa, - Io voglio, - disse, - confidarmi del signor Magnifico, il qual, per esser di quello ingegno e giudicio che è, son certa che imaginerà quella perfezion maggiore che desiderar si po in donna ed esprimeralla ancor ben con le parole; e cosí averemo che opporre alle false calunnie del signor Gasparo -.