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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XXXIII.

 

Avendo insin qui detto, il Magnifico Iuliano fermossi e rivolto alla signora Duchessa disse: - Or, Signora, mi darete licenzia di tacere -. Rispose il signor Gasparo: - Bisogneravi pur tacere, poiché non sapete piú che vi dire -. Disse il Magnifico ridendo: - Voi mi stimulate di modo che vi mettete a pericolo di bisognar tutta notte udir laudi di donne; ed intendere di molte spartane, che hanno avuta cara la morte gloriosa dei figlioli; e di quelle che gli hanno rifutati, o morti esse medesime, quando gli hanno veduti usar viltà. Poi, come le donne saguntine nella ruina della patria loro prendessero l'arme contra le genti d'Annibale; e come essendo lo esercito de' Tedeschi superato da Mario, le lor donne, non potendo ottener grazia di viver libere in Roma al servizio delle vergini vestali, tutte s'ammazzassero insieme coi lor piccoli figliolini; e di mille altre, delle quali tutte le istorie antiche son piene -. Allor il signor Gasparo, - Deh, signor Magnifico, - disse, - Dio sa come passarono quelle cose; perché que' secoli son tanto da noi lontani, che molte bugie si posson dire e non v'è chi le riprovi -.

 

 




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