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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XXXV.

 

- Ma lassando a parte tutte l'altre ditemi, signor Gaspar, qual re o qual principe è stato a' nostri dí ed ancor molt'anni prima in Cristianità, che meriti esser comparato alla regina Isabella di Spagna? - Rispose il signor Gasparo: - Il re Ferrando suo marito -. Suggiunse il Magnifico: - Questo non negherò io; ché, poiché la Regina lo giudicò degno d'esser suo marito e tanto lo amò ed osservò, non si po dire che 'l non meritasse d'esserle comparato: ben credo che la riputazion ch'egli ebbe da lei fusse dote non minor che 'l regno di Castiglia. - Anzi, rispose il signor Gaspar, - penso io che di molte opere del re Ferrando fusse laudata la regina Isabella -. Allor il Magnifico, - Se i populi di Spagna, - disse, - i signori, i privati, gli omini e le donne, poveri e ricchi, non si son tutti accordati a voler mentire in laude di lei, non è stato a' tempi nostri al mondo piú chiaro esempio di vera bontà, di grandezza d'animo, di prudenzia, di religione, d'onestà, di cortesia, di liberalità, in somma d'ogni virtú, che la regina Isabella; e benché la fama di quella signora in ogni loco e presso ad ogni nazione sia grandissima, quelli che con lei vissero e furono presenti alle sue azioni tutti affermano questa fama esser nata dalla virtú e meriti di lei. E chi vorrà considerare l'opere sue, facilmente conoscerà esser cosí il vero; ché, lassando infinite cose che fanno fede di questo e potrebbonsi dire, se fusse nostro proposito, ognun sa che quando essa venne a regnare trovò la maggior parte di Castiglia occupata dai grandi; nientedimeno il tutto ricuperò cosí giustificatamente e con tal modo, che i medesimi che ne furono privati le restarono affezionatissimi, e contenti di lassar quello che possedevano. Notissima cosa è ancora con quanto animo e prudenzia sempre diffendesse i regni suoi da potentissimi inimici; e medesimamente a lei sola si po dar l'onore del glorioso acquisto del regno di Granata; ché in cosí lunga e difficil guerra contra nimici ostinati, che combattevano per le facultà, per la vita, per la legge sua e, al parer loro, per Dio, mostrò sempre col consiglio e con la persona propria tanta virtú, che forse a' tempi nostri pochi príncipi hanno avuto ardire non che di imitarla, ma pur d'averle invidia. Oltre a ciò, affermano tutti quegli che la conobbero, esser stato in lei tanto divina maniera di governare, che parea quasi che solamente la voluntà sua bastasse, perché senza altro strepito ognuno facesse quello che doveva; tal che a pena osavano gli omini in casa sua propria e secretamente far cosa che pensassino che a lei avesse da dispiacere; e di questo in gran parte fu causa il maraviglioso giudicio ch'ella ebbe in conoscere ed elegere i ministri atti a quelli offici nei quali intendeva d'adoperargli; e cosí ben seppe congiungere il rigor della giustizia con la mansuetudine della clemenzia e la liberalità, che alcun bono a' suoi dí non fu che si dolesse d'esser poco remunerato, né alcun malo d'esser troppo castigato. Onde nei populi verso di lei nacque una somma riverenzia, composta d'amore e timore; la quale negli animi di tutti ancor sta cosí stabilita, che par quasi che aspettino che essa dal cielo i miri e di là su debba dargli laude o biasmo; e perciò col nome suo e con i modi da lei ordinati si governano ancor que' regni, di maniera che, benché la vita sia mancata, vive l'autorità, come rota che, lungamente con impeto voltata, gira ancor per bon spacio da sé, benché altri piú non la mova. Considerate oltre di questo, signor Gasparo, che a' nostri tempi quasi tutti gli omini grandi di Spagna e famosi in qualsivoglia cosa, sono stati creati dalla regina Isabella; e Gonsalvo Ferrando, Gran Capitano, molto piú di questo si preziava, che di tutte le sue famose vittorie, e di quelle egregie e virtuose opere, che in pace ed in guerra fatto l'hanno cosí chiaro ed illustre, che se la fama non è ingratissima, sempre al mondo publicherà le immortali sue lode, e farà fede che alla età nostra pochi re o gran príncipi avemo aúti, i quali stati non siano da lui di magnanimità, sapere e d'ogni virtú superati.

 

 




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