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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XI.

 

Taceasi il signor Ottaviano, come se piú avanti parlar non avesse voluto; ma il signor Gasparo, - A me non par, signor Ottaviano, - disse, - che questa bontà d'animo e la continenzia e l'altre virtú, che voi volete che 'l cortegiano mostri al suo signore, imparar se possano; ma penso che agli omini che l'hanno siano date dalla natura e da Dio. E che cosí sia, vedete che non è alcun tanto scelerato e di mala sorte al mondo, né cosí intemperante ed ingiusto, che essendone dimandato confessi d'esser tale; anzi ognuno, per malvagio che sia, ha piacer d'esser tenuto giusto, continente e bono; il che non interverrebbe, se queste virtú imparar si potessero, perché non è vergogna il non saper quello in che non s'ha posto studio, ma bene par biasimo non aver quello di che da natura devemo esser ornati. Però ognuno si sforza di nascondere i deffetti naturali, cosí dell'animo come ancora del corpo; il che si vede dei ciechi, zoppi, torti ed altri stroppiati o brutti; ché, benché questi mancamenti si possano imputare alla natura, pur ad ognuno dispiace sentirgli in se stesso, perché pare che per testimonio della medesima natura l'uomo abbia quel diffetto, quasi per un sigillo e segno della sua malicia. Conferma ancor la mia opinion quella fabula che si dice d'Epimeteo, il qual seppe cosí mal distribuir le doti della natura agli omini, che gli lassò molto piú bisognosi d'ogni cosa che tutti gli altri animali; onde Prometeo rubò quella artificiosa sapienzia da Minerva e da Vulcano, per la quale gli omini trovavano il vivere; ma non aveano però la sapienzia civile di congregarsi insieme nelle città e saper vivere moralmente, per esser questa nella ròcca di Iove guardata da custodi sagacissimi, i quali tanto spaventavano Prometeo, che non osava loro accostarsi; onde Iove, avendo compassione alla miseria degli omini, i quali, non potendo star uniti per mancamento della virtú civile, erano lacerati dalle fiere, mandò Mercurio in terra a portar la giustizia e la vergogna, acciò che queste due cose ornassero le città e colligassero insieme e cittadini; e volse che a quegli fosser date non come l'altre arti, nelle quali un perito basta per molti ignoranti, come è la medicina, ma che in ciascun fossero impresse; e ordinò una legge che tutti quelli, che erano senza giustizia e vergogna, fossero, come pestiferi alle città, esterminati e morti. Eccovi adunque, signor Ottaviano, che queste virtú sono da Dio concesse agli omini e non s'imparano, ma sono naturali-.

 

 




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