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Baldassarre Castiglione
Il libro del cortegiano

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XVI.

 

Allor il conte Ludovico, - Non nego io, - rispose, - che ancora negli omini bassi non possano regnar quelle medesime virtú che nei nobili; ma per non replicar quello che già avemo detto con molte altre ragioni che si poriano addurre in laude della nobilità, la qual sempre ed appresso ognuno è onorata, perché ragionevole cosa è che de' boni nascano i boni, avendo noi a formare un cortegiano senza diffetto alcuno e cumulato d'ogni laude, mi par necessario farlo nobile, sí per molte altre cause, come ancor per la opinion universale, la qual súbito accompagna la nobilità. Ché se saranno dui omini di palazzo, i quali non abbiano per prima dato impression alcuna di se stessi con l'opere o bone o male, súbito che s'intenda l'un esser nato gentilomo e l'altro no, appresso ciascuno lo ignobile sarà molto meno estimato che 'l nobile, e bisognerà che con molte fatiche e con tempo nella mente degli omini imprima la bona opinion di sé, che l'altro in un momento, e solamente con l'esser gentilom, averà acquistata. E di quanta importanzia siano queste impressioni, ognun po facilmente comprendere; ché, parlando di noi, abbiam veduto capitare in questa casa omini, i quali, essendo sciocchi e goffissimi, per tutta Italia hanno però avuto fama di grandissimi cortegiani; e benché in ultimo sian stati scoperti e conosciuti, pur per molti dí ci hanno ingannato, e mantenuto negli animi nostri quella opinion di sé che prima in essi hanno trovato impressa, benché abbiano operato secondo il lor poco valore. Avemo veduti altri, al principio in pochissima estimazione, poi esser all'ultimo riusciti benissimo. E di questi errori sono diverse cause; e tra l'altre la ostinazion dei signori, i quali, per voler far miracoli, talor si mettono a dar favore a chi par loro che meriti disfavore. E spesso ancor essi s'ingannano; ma perché sempre hanno infiniti imitatori, dal favor loro deriva grandissima fama, la qual per lo piú i giudici vanno seguendo; e se ritrovano qualche cosa che paia contraria alla commune opinione, dubitano di ingannar se medesimi e sempre aspettano qualche cosa di nascosto, perché pare che queste opinioni universali debbano pur esser fondate sopra il vero e nascere da ragionevoli cause, e perché gli animi nostri sono prontissimi allo amore ed all'odio, come si vede nei spettaculi de' combattimenti e de' giochi e d'ogni altra sorte contenzione, dove i spettatori spesso si affezionano senza manifesta cagione ad una delle parti, con desiderio estremo che quella resti vincente e l'altra perda. Circa la opinione ancor delle qualità degli omini, la bona fama o la mala nel primo entrare move l'animo nostro ad una di queste due passioni. Però interviene che per lo piú noi giudichiamo con amore, o vero con odio. Vedete adunque di quanta importanzia sia questa prima impressione e come debba sforzarsi d'acquistarla bona nei princípi chi pensa aver grado e nome di bon cortegiano.

 

 




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