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Carlo Goldoni
La cameriera brillante

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Argentina e Traccagnino.

 

TRACC. E mi possio vegnir a disnar?

ARG. Perché no? Ve ne sarà ancora per voi.

TRACC. Andemo, donca.

ARG. Aspettate.

TRACC. Gh'è qualche difficoltà?

ARG. Non vi è difficoltà; ma vorrei una cosa da voi.

TRACC. Comandè; farò tutto. Per magnar non so cossa che no faria.

ARG. Voi avete dello spirito, mi pare.

TRACC. Qualche volta son spiritoso. Specialmente quando ho ben magnà e ben bevù, son spiritosissimo.

ARG. Vorrei fare una burla alla tavola dei padroni per divertirli: una di quelle burle che si sogliono fare in campagna con qualche bizzarria, con qualche travestimento. Siete buono voi di secondarmi? di far qualche figura graziosa?

TRACC. Se me insegnerè, farò.

ARG. Bene dunque, andiamo, che v'insegnerò.

TRACC. Ma prima magnar, per metterme in corpo del spirito, del coraggio, della disinvoltura.

ARG. Sì, sì, mangeremo. Venite con me. (Vo' divertir la conversazione, ma col mio secondo fine però). (da sé, e parte)

TRACC. Panza mia, parécchiete de far festa. (parte)

 

 




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