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Onesto da Bologna
Rime

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IV

 

La partenza che fo dolorosa

e gravosa ‑ più d'altra m'ancide

per mia fede, ‑ da voi, BelDiporto.

Sì m'ancide il partir doloroso

che gioiosoavenir mai non penso;

'nanti iscito son quasi del senso

nel meo cor, mai di vita pauroso,

per lo stato gravoso ‑ e dolente

lo qual sente; donqua con' faraggio?

M'ancidraggio - per men disconforto.

S'eo mi dico di dar morte fera,

gioi straniera ‑ non vi paia audire;

sa null'omo ch'è lo meo languire,

ch'è la pena dogliosa e crudera,

che dispera ‑ lo coraggio e l'alma;

tant'ho salma ‑ di pena a 'bondanza,

poi Pietanzamerzé fece torto.

Torto fece e fallìo ver' me, lasso,

ch'eo trapassoonne amante e leale,

e ciascun giorno più cresce e sale

l'amor fin c'ho fermato nel casso;

e non lasso, ‑ per nulla, increscenza

ché 'n soffrenzaconven ched el sia

chi disia ‑ l'amoroso aporto.

Poi Pietanza in altrui non sì sovra

né s'adovra ‑ in altrui for ch'e·meve,

pianto mio, vanne a quella che deve

rimembrarsi di mia vita povra;

di' che scovraver' me so volere:

se 'n piacer - gli è ched eo senta morte,

a me forte - gradisce esser morto.

 

 

 




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