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Carlo Goldoni Il filosofo inglese IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Maestro Panich, poi milord Wambert.
PAN. |
Glielo dirò senz'altro. Milord... in... cor... te... accese. Intendo: fa Milord ribelle del paese. Nel leggere lo scritto non fondo la mia gloria, Ma leggo lo stampato, ed ho buona memoria. |
MIL. |
(Venendo dalla bottega del libraio.) Se n'anderà Jacobbe. Se n'anderà, il prometto: Lo voglio fuor di Londra di madama a dispetto. Ricusa il mio danaro? Mi fa così gran torto? Lontan da questo suolo deve andar vivo o morto. Dicolo senza caldo, dicolo allor ch'io penso Che la ragione in parte abbia frenato il senso. Egli non viverebbe, se di là prima uscia, Se a me si presentava in mezzo all'ira mia. |
PAN. |
Milord, son tre minuti che aspetto per parlarti. |
MIL. |
Perché non avanzarvi? |
PAN. |
Temea di disturbarti. Batter le mani e i piedi ti vidi stranamente Invasa dalle stelle credevo la tua mente. Lo vedi? In questo foglio per te vi è un complimento; Se leggere lo sai, ne resterai contento. |
MIL. |
Che è questo? |
PAN. |
Una insolente satira a te diretta, Composta da Jacobbe per far di te vendetta. Tieni, che te la dono; lo stile suo si sente. L'ho letta e l'ho capita perfettissimamente. |