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Carlo Goldoni Il filosofo inglese IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TREDICESIMA
Il signor Saixon e Bonvil, marinaio, e i suddetti.
SAI. |
Se il capitano salpava, se fatto avesse vela, (a Bonvil.) Sarebbe assai lontano. Ora vi vuol cautela. Il sol fosco tramonta, il vento si è cangiato. Digli che nel Tamigi trattengasi ancorato. |
BON. |
Fatte le provvigioni, ei partirà a drittura; Siam trenta marinai che non abbiam paura. |
SAI. |
È vero, i nostri Inglesi son celebri nel mare; Il vento e le burrasche non temono affrontare. Prodigi col non forse da lor si son veduti; Ma perdonsi talvolta i troppo risoluti. Noi possiam ben le leggi imporre ai capitani: Von fare a modo loro, noi siam nelle lor mani. Il negoziar in mare è bel, ma si converte... Madama col Francese che gioca e si diverte. (guardando la loggia.) |
M.SA. |
Ecco un repicco a voi. Marito, gliel'ho dato. |
SAI. |
Che cosa? |
M.SA. |
Un bel repicco. |
SAI. |
Non altro? |
LOR. |
Io l'ho pigliato. |
SAI. |
Giocate, se volete; per voi è sempre festa. |
M.SA. |
Ho vinto sei partite. (al signor Saixon.) |
SAI. |
Ho altro per la testa. |
M. SA. |
Che uom senza maniera! Monsieur Lorin garbato, Ho vinto tre ghinee. |
LOR. |
Son io lo sfortunato. |