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Carlo Goldoni
Il filosofo inglese

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SCENA DECIMA

 

Rosa sulla loggia, e detti.

 

ROSA

Signore, si dà in tavola, presto venite su. (alla Brindè e alla Saixon.)

M.SA.

E ben, chi l'ha ordinato?

ROSA

Monsieur, vostro marito.

M.SA.

Che aspetti.

ROSA

Non aspetta; è tardi, ed ha appetito. (parte.)

MIL.

Madama, stranamente con voi mi ho dichiarato;

Ne ha colpa la germana, che ardita ha favellato.

Quel che dovea svelarvi a tempo in altro loco,

Voi l'intendeste adesso così, quasi per gioco;

Ma seriamente appresi da voi con mio rossore,

Che di me non curate il mio sincero amore.

Noto è il disprezzo vostro, mi è nota la cagione;

Non soffre un tale insulto la mia riputazione.

Quel che tacer faceami, era un uman rispetto;

Or che si sa l'arcano, sfogarmi anch'io prometto.

Contro di voi non parlo; con donna io non mi sdegno.

Ma tema il mio potere un perfido, un indegno. (parte.)

M.SA.

(Zitto). (a Lorino.)

LOR.

(Non parlo).

M.BR.

Udiste? (a Jacobbe.)

JAC.

Madama, a pranzo andate.

M.BR.

Ah non vorrei, Jacobbe...

JAC.

Per me non dubitate.

Fu il vero e l'innocenza ognor lo scudo mio.

Ite, madama, a pranzo; faccio lo stesso anch'io. (parte.)

 

 

 




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