Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Carlo Goldoni Il filosofo inglese IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TERZA
Maestro Panich e Gioacchino.
PAN. |
Colui è un temerario. Pregiudica al padrone. Non stamperà il mio libro senza scacciar Birone. (a Gioacchino.) |
GIO. |
Signor, questa mi pare che chiamisi vendetta. |
PAN. |
È un atto di giustizia. Cosa sai tu, fraschetta? |
GIO. |
Signor, non strapazzate. |
PAN. |
In faccia mia si tace. Via, portami del ponce, che poi farem la pace. |
GIO. |
Se 'l porto, il pagherete? |
PAN. |
|
GIO. |
Oh, vi conosco anch'io: siete ignorante e astuto. (entra in bottega.) |
PAN. |
Eh ragazzaccio... no, c'insegna la morale, Che a chi ci fa del bene, noi non facciam del male. Se il ponce che dà gusto, senza quattrini io bevo, Soffrir per umiltade qualche cosuccia io devo. |
GIO. |
Ecco il ponce, vel porto, se irato più non siete. (di lontano.) |
PAN. |
Portalo, Gioacchino. Ti voglio ben. |
GIO. |
Prendete. (gli dà la tazza del ponce, ed egli beve.) |
PAN. |
Questo paio di scarpe portar deggio a colei Che abita in quella casa. Se ci è, saper vorrei. |
GIO. |
La serva? l'ho veduta. |
PAN. |
No, la padrona io dico. |
GIO. |
Colei alla padrona? |
PAN. |
Io non la stimo un fico. (Stimata non l'ho mai, ma dopo la lezione Di uno de' miei compagni, le donne ho in avversione). Credi che ella sia in casa? |
GIO. |
Sì, vi sarà, cred'io. |
PAN. |
Prendi dunque la tazza. |
GIO. |
E chi mi paga? |
PAN. |
Addio. |
GIO. |
Pagatemi, ch'io deggio render conto al padrone. Vi prenderò le scarpe. (gli leva le scarpe.) |
PAN. |
Lasciale star, briccone. |