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Carlo Goldoni
Il geloso avaro

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SCENA QUARTA

 

Brighella con bacile, e dette.

 

BRIGH. Servitore umilissimo. Padrona mia riveritissima.

EUF. Voi siete il servitore di don Luigi.

BRIGH. Per servirla.

ARG. (Oh peccato! tanta bella cioccolata!) (da sé)

BRIGH. El me padron el ghe fa umilissima reverenza, e el la prega a degnarse de sentir un poca della so cioccolata.

ARG. (Anche il bacile?) (piano a Brighella)

BRIGH. (Sì). (piano ad Argentina)

EUF. Dite al vostro padrone che lo ringrazio infinitamente, che cioccolata io non ne bevo perché non mi conferisce allo stomaco; e riportatela dove l'avete presa.

BRIGH. Cara signora, se la ghe fa mal, la beverà la so cameriera.

ARG. Certo; a me non fa male.

EUF. M'avete inteso? Ve ne potete andare.

BRIGH. E al me padron la ghe vol far sto affronto? Poveretto mi, se ghe porto indrio sta cioccolata e sto bacil!...

EUF. Anche il bacile era destinato per me?

ARG. Sì, signora, che vi pare?

EUF. È troppo compito il signor don Luigi. Ditegli che la cioccolata mi fa male, ed il bacile mi offende.

ARG. (In quanto a me non mi offenderebbe nemmeno se me lo dessero nella testa). (da sé)

BRIGH. Certo l'è un gran affronto, ma ghe vorrà pazienza.

EUF. Meno ciarle, galantuomo. Andate.

BRIGH. Vado subito. Pazienza. Servitor umilissimo. (va per andare, incontra Pantalone)

 

 




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