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Carlo Goldoni
I malcontenti

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SCENA UNDICESIMA

 

Servitore e detti.

 

SERV. Signore, manda a dirle il signor Grisologo, se comanda restar servita a sentir leggere la sua commedia, che sono lesti.

GERON. No, no, ditegli che non ho tempo. Ho pensato di non volerne far altro. Sia com'esser si voglia; se è buona, l'ho caro; se è cattiva, non siamo in tempo di trattenerla.

PROC. Ha dello spirito il signor Grisologo; ha del talento.

GERON. Ma non ha giudizio. A che serve lo spirito, se non vi è la prudenza?

PROC. L'acquisterà col tempo.

GERON. Questo è quello ch'io dubito. Volete andar voi signor dottore, a sentir qualche cosa?

PROC. Andrò volentieri. Ma prima vediamo, se vi contentate, i nomi di cui abbiamo parlato.

GERON. Sì, passiamo dallo studio; ve li do subito; già non principieranno sì presto.

PROC. La fa recitare questa commedia?

GERON. Questa sera, dic'egli.

PROC. Desidero si faccia onore.

GERON. È difficile, ne' tempi in cui siamo. Si farà corbellare. Perché una commedia riesca, non basta ch'ella sia buona. Vi vuol partito.

PROC. Il partito si fa col merito.

GERON. Si fa col merito? Si fa col merito?... Non mi fate dire, per carità. (partono)

 

 




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