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Carlo Gozzi L'Augellino belverde IntraText CT - Lettura del testo |
Teco dispereran ne' punti estremi
tutti color, che scelgon per maestro
chi sotto al velo di svegliar le menti
toglie forza al sperar sopra le stelle.
Oh poveretta a me! Qui un'altra statua.
Calmon, se di pietà piú degna sono,
se al fratel giovar posso, mi soccorri.
Ha una gran confidenza con le statue.
Tuo fratello è perito; io gliel predissi.
Gli potresti giovar, ma a grave rischio
moralmente di morte. Io ti consiglio
a por freno all'angoscia, a sofferire
del fratel la sventura, e a ritirarti.
Non tu sola cagion sei del suo danno;
superbo, ingrato, e stolto anch'ei lo volle.
Fuor che consigli, al tuo caso presente
Calmon dar non ti può. Difficoltade
d'eseguire i consigli farà vano
quanto insegnar ti posso, e perirai.
No, Calmon; deh ti movan queste lagrime;
bramo perire, o ridonar la vita
al fratel mio, per mia cagion perduto.
Anche al marito mio, bench'era un ladro...
Sorgi, e m'ascolta ben. Vedi in sul colle
l'Augel belverde? Fuor di quest'albergo
nessun nuoce, è tuo amante. Dove or posa,
fatale è a tutti. Dall'Augel dipende
la vita del fratello, del marito
di costei, che ti segue, e di molt'altri
resi infelici. In lui riposto è il lume
della nascita tua. Quello felice
esser puote per te. Può far felice
te, la corte, ed il regno, e sciorre a un tratto
molte occulte vicende, e punir gli empi,
se tu l'acquisti. Ei dentro a quelle spoglie
figlio è d'un re fatalmente cambiato.
Odimi, e nota ben le mie parole.
Chi d'acquistarlo brama, avvicinarsi
deve a lui con misura. Occhio celeste
ti vuol per essa. Sette passi, un piede,
quattr'once, un dito, e un punto, de' fermarsi
lungi da lui, chi viene al gran cimento,
né alterar d'un capel questa misura.
Giunta al confin, difficile a trovarsi,
dei con somma prestezza esser tu prima
a ragionar a lui, pronta dicendo
gli antichi versi, che in quel foglio scritti,
a te dinanzi son
(addita il foglio, ch'è in terra).
Se prima parla
l'Augel, perisce chi acquistarlo brama.
Perisce ancor, chi oltrepassando il punto
parla, o fuori del punto. Or vedi, quanto
difficile è l'impresa. Io piú non deggio,
se perisci giovarti. Sta il desistere,
l'arrischiarti in tua man. Se mai tu vinci,
l'ingrato fratel tuo. Rimanti, o figlia,
ne' tumulti dell'alma. Altri i tuoi passi,
non può regger, che il cielo. Io t'abbandono