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Carlo Gozzi
L'Augellino belverde

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Scena prima

 

Tartaglia, Barbarina, Renzo, Pompea, Tartagliona, Pantalone, Brighella, siedono sulle sedie di verdura; Truffaldino, e Smeraldina in piedi.

 

TARTAGLIONA (basso a Brighella)

Poeta, io mi chetai, perché il volesti.

BRIGHELLA (basso a Tartagliona)

Bisogna starghe; la mia cabala numerica risponde cusí.

Se il re si sposa a Barbarina, tutte

le miserie cadran sopra di lui;

se non la sposa, il strologo Brighella.

e le viscere sue sono in padella.

RENZO (a Pompea)

Mio ben, pur siam felici. Chi avria detto

che in una penna d'un Augel belverde

fosse tanta virtude?

POMPEA (a Renzo)

Io tutto deggio

all'amor vostro, e grata, e amante sempre

sarò di voi fedel sposa, ed umile.

SMERALDINA (a Truffaldino)

M'amerai da qui innanzi?

TRUFFALDINO

Ah, mia diletta,

io son pieno d'idee di tenerezza,

come se il primo giorno fosse questo,

che tu m'hai posto al collo la cavezza

(le bacia la mano).

TARTAGLIA

Ma, cospetto di Bacco, Barbarina,

voi m'avete chiamato a star presente

a espression d'amori, e di dolcezze,

per farmi dare al diavolo. Ognun gode,

e il re sta a bocca secca. È già contenta

mia madre d'esser nonna. Io non intendo,

perché tiriate indietro quella mano,

e ricusiate d'un monarca il letto.

Diventerò bestial, come un cavallo,

e spezzerò la corda dei riguardi.

BARBARINA

Mio re, non vi sdegnate. I miei riguardi

da molti arcani hanno principio oscuro,

che minaccian tai nozze. È questo il punto

di sciorre il nodo a mille cose ignote,

ch'io non potei capir. Son curiosa

estremamente anch'io di saper, come

deve finir questa tragedia greca.

Truffaldin, Smeraldina, a me si rechi

dell'acqua d'or la portentosa ampolla,

che suona, e danza, l'Augellin, che parla,

ed il musico pomo. Io già son pronta,

quando il destin lo voglia, d'esser vostra

(Truffaldino, e Smeraldina entrano).

TARTAGLIA

Adunque il matrimonio ha da dipendere

da un pomo, da un po' d'acqua, e da un uccello?

Da re d'onor che son cose ridicole.

PANTALONE (a parte) (Mi gho la strangolariola; no posso parlar. Chi volesse depenzer el mio interno, bisogneria depenzer el canal del Bisatto in borrasca).

(Ritornano Smeraldina, e Truffaldino coll'acqua, col pomo, e coll'Augel belverde).

BARBARINA

Qui quell'Augel; di si metta il pomo;

in quella conca l'acqua sia versata.

(Smeraldina porrà sulla tavola l'uccello, sul bacile del piedestallo il pomo. Truffaldino verserà nella conca l'acqua con qualche lazzo. Versata l'acqua, s'udrà suono di strumenti adagio, ballando l'acqua a poco a poco; gli strumenti si faranno sentir piú, e l'acqua ballando s'innalzerà, e formerà una fontana; la sinfonia sarà grande).

TARTAGLIA, TARTAGLIONA, POMPEA, RENZO, PANTALONE, BRIGHELLA, SMERALDINA, TRUFFALDINO

Bellissima, bravissima, pulito.

BARBARINA (fa cenno all'acqua, che taccia; l'acqua ferma il suono)

Acqua, il suono rallenta, ed accompagna

del pomo il canto; e tu sciogli la voce (al pomo).

(Il pomo in tuon di recitativo, accompagnato dall'acqua)

Tremi chi da gran tempo pertinace

visse negli error suoi. Chi a pentimento

sorda l'alma mantenne. Il punto è questo,

in cui l'ira del cielo si scatena

contro gli empi ostinati, in cui felici

fa il ciel gli oppressi a torto, al cielo amici.

(L'acqua suona la seguente aria; il pomo la canta)

Si spezzi la tomba,

in cui l'innocente,

novella colomba,

sofferse dolente

lungo penar.

Giust'ira celeste

la folgore scaglia,

punisci, sbaraglia.

Rallegra Tartaglia,

fa il regno brillar (si fermano l'acqua, e il pomo).

TUTTI (come sopra)

Bellissima, bravissima, pulito.

TARTAGLIA

Adagio un poco, non gridate tanto;

io voglio far le mie interpretazioni.

Tremi chi da gran tempo pertinace

visse negli error suoi, chi a pentimento

sorda l'alma mantiene. Barbarina,

siete ostinata, come un'asinella,

a non volermi per consorte vostro;

dunque tremate: il pomo parla chiaro.

TARTAGLIONA (basso a Brighella)

Poeta, spero ben.

BRIGHELLA (basso a Tartagliona)

Ma... se non la sposa, il strologo Brighella,

e le viscere sue sono in padella.

TARTAGLIA

Giust'ira celeste

la folgore scaglia,

punisci, sbaraglia,

rallegra Tartaglia,

fa il regno brillar.

Qua quella man; non aspettiamo il fulmine.

Dovete rallegrarmi; il pomo il dice.

BARBARINA

Pria di far ciò, mio re, l'Augel ragioni.

TARTAGLIA (collerico)

Io non voglio sentenze d'un uccello.

Datemi questa mano; io me la prendo.

AUGELLINO

Deh fermati, m'ascolta, e inarca quelle ciglia:

non sposar Barbarina, o sposerai tua figlia.

TARTAGLIA

Come mia figlia? Quest'uccello è matto.

AUGELLINO

No, non son matto, no; stammi, Tartaglia attento;

toccherai con le mani il vero in un momento.

Son Renzo, e Barbarina tuoi figliuoli gemelli,

che gettò Pantalone nel fiume bambinelli.

Per me vive Ninetta, che fu viva sepolta.

Dal buco della scaffa eccola allegra, e sciolta.

TARTAGLIONA (a Brighella)

Oimè, siam persi, strologo Brighella.

BRIGHELLA

Con le viscere mie nella padella.

 

 

 




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