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Scena sesta
Brighella, e detta.
BRIGHELLA
Fiamme voraci,
che rischiaraste
questa mia mente,
né m'abbruciaste,
io stava meglio
nell'ignoranza.
Ahi, Tartagliona,
che val costanza?
TARTAGLIONA
Che mi vuoi dir, poeta? Io non
t'intendo.
BRIGHELLA
Sono vicini i Gemini;
già le mura s'innalzano;
questa è notte terribile,
tu puoi trarti le cottole,
e dalle pulci scuoterle,
che l'ora è di dormir.
Io veglierò, qual nottola,
e ti trarrò la cabala;
tutto farò il possibile
dal destin per difenderti;
ma il capo lavo all'asino,
ma temo di fallir.
TARTAGLIONA
O maledetto strologo!
Io non intendo un diavolo.
Alle minacce orribili
le natiche mi tremano,
né so cosa pensar.
BRIGHELLA
Care pupille amabili...
Ah troppo dissi; scusami.
Occhio, che sempre lagrima...
Ah, Maestà, perdonami.
Possenti barambagole,
per voi son temerario...
Ma, oimè, ch'io veggo nella terza
sfera
il mio tesoro biscia scodellera!
(A parte) (l'estro m'ha
serví pulito. Spero de aver fatto qualche colpo. Se podesse ridurla a far un
testamento in mio favor, no saria scontento delle mie amorose attenzioni, e del
frutto dei mii poetici sudori) (entra).
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