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Carlo Gozzi L'Augellino belverde IntraText CT - Lettura del testo |
Sepolcro sotterraneo di Ninetta.
Ninetta, Uccel belverde con fiasco, e cibo.
O Ninetta, Ninetta, caccia la noia in bando:
chi vive con speranza, non muor sempre sperando.
Le fatali avventure a incominciar si vanno,
dalle quali dipende il nostro acerbo affanno.
Prendi il solito cibo; il mezzodí, ch'or suona,
del tuo sepolcro forse è l'ultima tua nona.
Ah, caro Augello, tu mi metti in forse
la mia felicità. Deh dimmi in grazia,
quai sien queste avventure, e non tenermi
viva tremando in mille morti avvolta.
Cara Ninetta amabile, per or solo ti dico,
ch'io t'amo co' tuoi figli, e pur vi son nimico;
e nimico a me stesso pur sono sventurato!
Cosí vuole il destino, l'orco, che m'ha cambiato.
Sappi, che ragionare posso senza far male
per tutto, e con chi voglio, fuor che al colle fatale.
In sul colle dell'orco, dov'abito di stanza,
le mie parole sono di tremenda sostanza.
Lungi di là non posso dar providi consigli,
né dir a' tuoi gemelli posso, di chi son figli.
Sono imminenti incesti, sposalizi esecrandi...
i padri con le figlie... cose grandi, ma grandi!
Ahi che troppo ti dissi. Volo al mio colle in fretta;
tu al buco della scaffa rimanti, spera, e aspetta (parte).
Che intesi mai!... ma non intesi nulla.
non mi bastano ancora?
O buco, o buco della scaffa, quanto
mi terrai qui sepolta in doglia, e in pianto? (si chiude).