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Carlo Gozzi
L'Augellino belverde

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Scena dodicesima

 

Smeraldina, Barbarina, Renzo, Truffaldino, Cappello, Cigolotti, e Augel belverde.

 

SMERALDINA

Diavol: chi mai porrassi a quest'impresa,

se non è matto? Sette passi, un piede,

quattr'once, un dito, e un punto, dee fermarsi

lungi da lui, chi viene al gran cimento,

né alterar d'un capel questa misura,

e parlar prima dell'Augello, o è gito?

Perisce ancor, chi oltrepassando il punto

parla, o fuori del punto? Barbarina,

restiam tuttedue vedove, e andiam via.

BARBARINA

No, Smeraldina; al gran cimento io vado

(raccoglie il foglio).

SMERALDINA (trattenendola)

No, cara figlia.

BARBARINA (liberandosi)

Lasciami; ho risolto,

diriga il cielo i miei passi, e la vista.

(Barbarina se ne va verso l'Augello; si ferma di quando in quando co' suoi lazzi di prendere le giuste misure, e di bilanciar i passi, avanzando sempre, e aprendo il foglio).

SMERALDINA (agitata)

Povera figlia!... Oimè, certo perisce.

Adagio, Barbarina; manca un passo;

mancan sol le quattr'once... il dito... il punto...

il punto, il punto solo, manca il punto.

Parlate presto; è tempo. Oh Dio, che pena!

BARBARINA (legge il foglio)

Augel belverde, che tien l'ali d'oro,

volgiti in qua, son la tua Barbarina,

che tanti monti, e campagne cammina,

per acquistarti, mio caro tesoro.

AUGELLINO

O cara figlia, mia sposa, ben mio,

sono tuo schiavo; qual dolce contento!

Prendimi, e andiam, che ci attende il buon vento,

ed è compiuto ogni nostro disio

(Barbarina lo prende con prestezza).

SMERALDINA (battendo le mani)

Oh che allegrezza! Brava, brava, brava.

BARBARINA

Augel belverde, il mio fratel soccorri.

AUGELLINO

Da quest'ala sinistra una penna trarrai;

tocca le statue presto; tuo fratello averai.

BARBARINA (trae la penna, tocca Cigolotti, statua, che si trasforma).

CIGOLOTTI (con flemma trae la scattola, e prendendo tabacco)

Chi lassa la via vecchia per la niova,

spesse volte ingannato se ritrova.

Credeva de acquistar sto osello, de far un casotto, e de deventar ricco, e la me gera successa pulito, pover'omo. Alla fe, che bisogna taccarse a Ottavian dal Leone, al re Pepino, alla bella Drusiana, e a Bovo d'Antona (entra).

BARBARINA (tocca con la penna Cappello, statua, che si trasforma).

CAPPELLO (gridando) El povero Cappello. Se no i me liberava, no disnava piú. Sto bisatto marinao, sior mio, gera innamorà delle porte dei Moranzani, sior mio, e ste porte dei Moranzani, sior mio, gaveva sinderesi de zelosia per sette cani da toro, sior mio (entra).

BARBARINA (tocca Truffaldino, che si trasforma).

TRUFFALDINO Suoi scuotimenti, sue proteste di lasciar le massime filosofiche moderne, e d'essere in avvenire un galantuomo; abbraccia la moglie ec.

BARBARINA (tocca Renzo, che si trasforma).

RENZO

Cara sorella, chi mi rende in vita?

BARBARINA (abbracciandolo)

Chi fia per l'avvenir men folle, e vana.

SMERALDINA

Io son balorda; questo è il mondo nuovo.

AUGELLINO

Figli, a compiere il resto andiam via consolati,

perché, se giugne l'orco, siam tutti rovinati.

 

Avvertasi, che le persone del Cigolotti, e del Cappello si possono cambiare a piacere con altre caricature conosciute, da imitarsi.





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