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Carlo Gozzi
L'Augellino belverde

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Scena quinta

 

Truffaldino, e Renzo.

 

TRUFFALDINO Di dentro chiama: «O di casa». Con franchezza, e possesso chiama: «Renzo, dove sei? Asino, becco cornuto, ec.».

RENZO Che gli sembra di sentire la voce di Truffaldino; che non crede, che avrà fronte di comparirgli dinanzi dopo averlo scacciato, ec.

TRUFFALDINO Entra con franchezza, lo saluta con confidenza, lo sgrida, che non ha risposto. Si leva il grembiale da salsicciaio, si rassetta, chiede a Renzo, se sia in tavola.

RENZO Che temerità sia quella? Che sia venuto a fare in quella casa?

TRUFFALDINO A mangiare, bere, dormire, ec.

RENZO Se siasi dimenticato d'averlo scacciato di casa con quell'asinità la sera innanzi?

TRUFFALDINO Ricordarsi benissimo; che dimanda sciocca sia questa in bocca d'un filosofo?

RENZO Stupisce della franchezza; vuol sapere, perché l'abbia scacciato, perché la dimanda sia sciocca.

TRUFFALDINO La cosa esser naturalissima, e patente. L'ha scacciato, perch'era un orfano, pitocco, che non aveva nulla da farsi mangiare alla luce del sole.

RENZO Stupisce sempre maggiormente della franchezza; vuol sapere dopo una tal azione, come abbia coraggio di venire in casa sua.

TRUFFALDINO Ride sgangheratamente della sciocca ricerca, vuota affatto di moderna filosofia

RENZO In ismania delle risa di Truffaldino, vuol sapere, com'abbia avuto fronte di venire.

TRUFFALDINO Perché ha saputo, ch'è divenuto ricco, e che ha modo di lasciarsi mangiare, e rubare assai da chi ha appetito, e vizi com'egli; ride, e non si sa dar pace di cosí stolida ricerca, che non sarebbe stata fatta ne' secoli piú ignoranti.

RENZO Sulle furie.

TRUFFALDINO Ch'è matto; che s'informi con tutto il mondo sincero, ed illuminato; ognuno gli risponderà, che i pitocchi si scacciano, e che ai ricchi si mangiano le viscere, sino che sien pitocchi; che questo è il giro della macchina mondiale.

RENZO Si mette a ridere; che non ha sentito mai un filosofo piú franco. È voglioso di trattenerlo, perché la sua sincerità non gli dispiace; ma risolve di scacciarlo per l'animo cattivo. Lo sgrida della scellerata sfacciataggine, lo minaccia di farlo bastonare, se non parte.

TRUFFALDINO (tra sé) (Maravigliato di questa stravaganza, non intende tal novità. Pensa, si ricorda d'aver fallato nell'ordine, si ricorda, che la sincerità gli fruttò male anche con Tartaglia. Cambierà). Corregge se stesso; dà ragione a Renzo, ma chiede che gli permetta un momento, e si rimetterà sulla buona regola.

RENZO Balordo non intende nulla: che diavolo voglia dire?

TRUFFALDINO Si rimette fuori della porta, chiede con voce dolce, e timorosa, se si possa entrare, poi entra con umiltà, col cappello in mano, col collo torto; chiede con tutta la sommessione caricata perdonanza d'aver fatto la bricconata di scacciare dalla sua casa un oggetto, il quale per tutti i riguardi onorava il suo povero tugurio, e meritava d'essere rispettato, ed amato; che in quel punto era briaco, ec., che, pentito del suo fallo, è venuto dolente a prostrarsi a' suoi piedi fatto coraggioso dalla fama del suo animo pietosissimo, generosissimo, eccellentissimo, ec. (s'inginocchia). Che certamente spargerà tante lagrime sopra le sue piante, che otterrà quel perdono, senza del quale non potrebbe vivere, ec. Che cerca l'onore di poter servirlo sino alle ceneri, ec. Scena d'adulazione caricatissima. Poi chiede a Renzo, se cosí vada bene.

RENZO Balordo, che, non sa capire, se Truffaldino sia sciocco, o furbo, risolve di tenerlo, perché lo diverte; a Truffaldino: che cosí va bene, che se seguirà sempre cosí, non lo scaccierà.

TRUFFALDINO Che scusi, che s'era scordato di corbellarlo, ma che lo farà in avvenire con la possibile arte, finezza, e furberia moderna, pulita, e colta.

RENZO Ridendo sul carattere di Truffaldino, che gli servirà d'alleviamento qualche ora nella sua intensa passione; che l'aver un buffone è cosa decorosa ad un suo pari; che lo segua; ed entra.

TRUFFALDINO Sue riverenze, e ceremonie affettate (da sé) (Ch'è una gran disgrazia il non poter esser onesto, e di cuore aperto colle persone ricche). Lo segue con atti d'adulazione caricati.

 

 

 




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