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Carlo Gozzi L'Augellino belverde IntraText CT - Lettura del testo |
Scena decima
Barbarina, Smeraldina, e detti.
BARBARINA (in furore, trattenuta da Smeraldina)
Lasciami, Smeraldina. Io mi credea,
che nulla a me mancasse, e sofferire
non puote, anzi non deve una mia pari
non posseder il pomo virtuoso,
e l'acqua filarmonica, che balla.
SMERALDINA
Ma, cara figlia, se non v'è rimedio.
Chiunque acquistar volle quelle cose,
miseramente è morto; non v'è caso.
BARBARINA
Morto, o non morto, facile, o difficile,
io devo posseder l'acqua, che danza,
ed il pomo, che canta, e il mondo pera.
RENZO
Fuor di se stessa è la sorella mia;
che mai sarà! La vedi, sai tu nulla? (a Truffaldino).
TRUFFALDINO Che sarà per amore dell'Augello belverde, o si sarà innamorata di qualche denonzia secreta, ec. (a parte, sue risa).
BARBARINA
Ah, Renzo, ah, mio fratello, io son nel mondo
piú sfortunata di qualunque donna,
un oggetto da nulla, il scherzo, il riso
il ludibrio d'ognuno, che mi guarda.
RENZO
Che t'avvenne, sorella? Qual sventura?
Che dici mai? Questo non è possibile.
BARBARINA
È possibil pur troppo. Il raro albergo,
e le immense ricchezze d'oro, e gioie,
e la bellezza, che possiedo, e i servi
non vaglion nulla. Fui rimproverata
di non aver l'acqua, che balla, e il pomo,
che canta, in mano, e che per ciò non supero
di splendor l'altre donne. Ti par poco
questa disgrazia mia? Deh, Renzo amato,
per quanto ami la vita della suora,
non mi lasciar senza i due rari oggetti;
che indispensabil cosa è il possederli.
TRUFFALDINO Che certo il pomo, che canta, e l'acqua, che balla, sono due cose piú necessarie del pane, che si mangia; che bisogna compiacere la dama sorella (a parte). (Sue risa sugli amori, e le stravaganze di due bastardi arricchiti).
RENZO
Ma, Barbarina, non sapete, come
queste cose acquistar non è possibile?
Che a certa morte corre chi al gran rischio
si mette d'acquistarle? Ah, vanarella,
apri quegli occhi, e del fratel la vita
ti stia piú a cor d'un poco d'acqua, e un pomo.
BARBARINA
Ah, barbaro fratello! Io ben sapeva,
che non m'amasti mai. Serva, sostiemmi...
Già mi palpita il cor... Mi gira il capo...
Tutta convulsa io son... Sugli occhi un velo...
m'abbarbaglia la vista... Ti ricorda,
fratel, che avesti core a una sorella
l'acqua, e il pomo negar, per cui sen muore
(sviene; Smeraldina la sostiene).
SMERALDINA
Maledette ricchezze, che il cervello
levano a questo segno. Barbarina,
mia cara Barbarina, via, coraggio;
deh non morire; il popolo si ride
di vedervi morir per acqua, e pomi.
TRUFFALDINO (a parte) (Sue risa sgangherate ec.) Indi si mostra affaccendato, disperato pel male della dama.
RENZO
Or tutto intendo. Ecco i perigli, ch'io
non devo ricusar, per quanto disse
l'Augel belverde, ed ecco del pugnale
chiaro l'arcano. Io dar principio deggio
alle imprese tremende, per le quali
deve aver vita il simulacro amato.
Debil è la sorella, ed io stupire
della sua debolezza già non devo,
se per amor d'un simulacro piango.
Sorella, ti conforta; o il raro pomo,
e l'acqua portentosa avrai fra poco,
o tuo fratello non sarà piú vivo.
BARBARINA
Respiro, oimè; fratello, ti ringrazio;
deh non morir, ma acquista il pomo, e l'acqua.
RENZO (trae il pugnale)
Questo lucido ferro tu conserva;
io vado ad appagarti. Ogni momento
sfodera il ferro; insin ch'egli risplende,
vive il fratello tuo; s'egli apparisce
lordo di sangue, tuo fratello è morto.
Truffaldino, mi segui a questa impresa.
TRUFFALDINO Qualche sua difficoltà, ec.
RENZO
Seguimi, o in casa mia piú non venire (entra furioso).
TRUFFALDINO (a parte) Che si regolerà con prudenza sul fatto; che non vuol esser privo di stare in una casa di padroni matti, tanto ricchi, i quali naturalmente anderanno in malora colla fortuna sua). Qualche caricatura drammatica verso Barbarina, e la moglie; che canterebbe un'arietta, ma ch'è raffreddato, e non ha tempo, ec. (entra).
BARBARINA (allegra)
Ho vinto, Smeraldina. Al ciel si mandino
preci divote. Ricchi sacrifizi
faremo ai numi. I numi la mia brama
appagheranno, e non vorran, ch'io resti
mortificata, e i dí meni funesti (entra).
SMERALDINA
Questa è quella filosofa, che tanto
ridea dell'amor proprio; or ch'ella è ricca,
sacrifica la vita del fratello,
e per aver l'acqua famosa, e il pomo,
ubbidienti vuol per sino i dei.
Oh che bel tomo! Ognun si specchi in lei (entra).