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| Giacomo Leopardi Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Capitolo grigio = Testo di commento
1 | ’L
2 III| nessuno fuori che Dio, non ci abbassiamo oltre al dovere, giudicando
3 I | antichissimo uso si possono abbattere e sradicare. E come mi terrò
4 II | ma per mero accidente s’abbattessero a imitare oggetti comuni,
5 I | medesima fa che qualora ci abbattiamo in oggetti non tocchi dall’
6 I | nostro, e a talento nostro l’abbellivamo; quando le lagrime erano
7 II | beffasse la gente sana come abbietta e schiava e superstiziosa,
8 II | perciò siete vaghi dell’abbietto nè del vergognoso nè dell’
9 III| bisogno c’è ch’io ricordi l’abboccamento e la separazione di Ettore
10 II | qual differenza e riluce abbondantemente nei soggetti e nelle descrizioni
11 II | ci doveva essere grande abbondanza: lascio che la poesia per
12 III| ama la luce, che quasi l’abborre, e d’ordinario la fugge,
13 III| ch’è del pari pedantesco l’abborrire ciecamente uno scrittore,
14 I | e i fiori e le nuvole, e abbracciavamo sassi e legni, e quasi ingiuriati
15 III| rinfacciano tutto giorno, che abbrividiscono che impallidiscono in ridursi
16 II | pende orribilmente sopra un abisso cupo non so quante miglia.
17 III| mondo incivilito vedremo e abiteremo e conosceremo intimamente
18 IV | uomini, se prima il tempo non abolisce ogni qualsivoglia ricordanza
19 I | storia de’ patriarchi e di Abramo e d’Isacco e di Giacobbe
20 IV | idioma favoloso, o anche se n’abusa, eccetto se l’abuso non
21 III| anche ammira ed esalta, come accadde in Omero medesimo; appresso
22 I | giornalieri non si considerano, e accade in questa come in mille
23 III| ma la natura, nè che vada accattando e cucendo insieme ritagli
24 IV | vergognarsene quando non accatti maniere e costumi e lettere
25 II | e dipinge e più spesso accenna qualche parte, o sgrossa
26 I | pareva che in certo modo accennando, quasi mostrasse di volerci
27 II | si citano si ricordano s’accennano tutto giorno, scrivendo
28 II | carta dove ho solamente accennato quello che a voi converrebbe
29 III| sulla natura, come forse accennerò nel progresso, ma fabbricate
30 IV | ancora arde quella fiamma che accese i nostri antenati, e parlino
31 III| questo o da quell’oggetto o accidentuzzo a rammemorarsi delle cose
32 III| romantici e i pari loro, acciò colla maraviglia del rimanente
33 | acciocch’
34 IV | natura diede~Ne’ suoi calici accoglie, e sì lo affina~ Che in
35 II | fanciullesche, nondimeno accolgono, anzi raccolgono con molta
36 IV | nazioni che le inventarono, o accolsero e coltivarono, le quali
37 IV | latini antecessori nostri, e accolte, e ingozzate ghiottissimamente,
38 I | natura indole veramente accomodata alle arti belle, provengono
39 I | più grate a noi e meglio accomodate all’ufficio della poesia,
40 III| così vogliamo dire, molto acconcia e sottile, ma trasparisce
41 IV | discorrendo, si può molto acconciamente rassomigliare a quel fantoccio,
42 II | senso così squisito che s’accorgano immantinente dei più leggeri
43 IV | medesimo (e intendo, come v’accorgete, non mica il desiderio di
44 I | Imperocchè i romantici i quali s’accorgevano ottimamente che tolta alla
45 II | fantasie che di rado e appena s’accorgono dei tasti delicatissimi
46 I | ma se ne sia formalmente accorto, e purch’abbia filo d’ingegno
47 IV | qualunque oggetto inanimato s’accosta alla figura ordinaria degli
48 II | incurvassero sul letto e accostassero la faccia gialla e sudata
49 II | almeno in parte o quanto all’accozzamento di cose non nuove) è non
50 IV | gli avi nostri difesero e accrebbero con milioni e milioni di
51 IV | ingannino i romantici pensando d’accrescer pregio alla poesia con rendere
52 IV | quanto è da stimare che accresceremo il diletto della poesia,
53 I | confortarlo alle fanciullaggini, e accrescergli le superstizioni e gli spauracchi,
54 IV | ordinarie della poesia non accrescesse il diletto ma lo scemasse.
55 II | all’immaginativa il grande accrescimento della signoria dell’intelletto,
56 IV | tanto più quanto più sono accurate e notabili; che allora in
57 II | svegliano gli scrittori più accurati con molte pagine di prosa,
58 III| rendiamogli a coloro che ci accusano: sieno stranieri essi, e
59 IV | confluia tutta l’europa, accusavano la povertà e superbia di
60 III| ch’è secondo la natura, e accusi quello che non è? La stessa
61 IV | presente, impedite questo acerbo fatto, sostenete l’ultima
62 II | selci; palati da sale e aceto, che par ch’abbiano fatto
63 III| colloquio di Priamo e di Achille? il quale non mi maraviglio
64 II | come faceva benissimo l’Achillini quando esclamava,~ ~Sudate,
65 I | che l’intelletto venisse acquistando; ma per lo contrario avviene
66 IV | questi colli, a se medesimi acquistarono e alla patria mantennero
67 IV | secondo regno che le hanno acquistato i nostri maggiori. Ma che
68 III| il mondo, e a se medesima acquisti gloria incomparabile e,
69 II | punta di stagno nuova e bene acuta, che non una d’acciaio vecchia
70 I | perchè sono per la più parte acute e ingegnose e profonde,
71 III| sentenze frequentissime e acutissime e recondite, di rado nascoste
72 II | oratore, ma filosofo veramente acuto e sublime, e diverso dai
73 II | DELL’AUREE STELLE I SOLIDI ADAMANTI~CHE SON CERCHI A CUI ’L
74 I | delle due sia meglio; o adattandosi alla religione alle opinioni
75 II | arrivano a vedere, perchè nè s’adattano alla inerzia della fantasia
76 II | segnatamente quell’indole adattata ad accogliere e sentire
77 II | alle quali sieno meglio adattati, giacchè si vive in questo
78 III| meno io mi ci debbo stimare adattato, e perchè credo che questo
79 I | che il poeta nel fingere s’adatti ai costumi e alle opinioni
80 I | natura a noi, ma noi ci adattiamo alla natura, e però la poesia
81 IV | anzi sovente è assalita e addentata e insanguinata da’ suoi
82 I | pazzi e per niente, dire addio ai libri quasi nostri amici
83 III| l’industria degli uomini addormentata da più secoli in poi, le
84 III| degli stranieri: non gli adduciamo vigliaccamente e stoltamente
85 IV | saputo nè potuto appena adombrare. Io non vi parlo da maestro
86 III| così pieni d’altre favelle, adombrate inviluppate nascoste oppresse
87 III| tanto s’è adoperata e s’adopera ai tempi nostri), si chiama
88 II | voce nuova o maniera di adoperarla andasse in usanza, allora
89 III| antichissima, (tanto s’è adoperata e s’adopera ai tempi nostri),
90 IV | scrittori che le abbiano adoperate, o in altra maniera segnalate,
91 IV | rapirle questo medesimo avanzo adoprano armi ed arti assai più terribili
92 II | colla natura ai poeti che adopreranno quella stessa maniera antica,
93 IV | una penna tra noi che s’adopri per quella che gli avi nostri
94 III| tutto il mondo, che non l’adorarlo; si vergognino d’esser pronti
95 IV | magnifica ricca lodata riverita adorata; non conosceva gente che
96 IV | tempii gli altari nostri per adornare le sue piazze e le sale,
97 III| inaccessos ubi Solis filia lucos~Adsiduo resonat cantu, tectisque
98 III| questi versi di Virgilio:~ ~Adspirant aurae in noctem, nec candida
99 I | sia distesissimo, negli adulti mezzano, ne’ vecchi brevissimo.
100 III| intorno della luna,~E l’aere è senza vento, e si discopre~
101 III| com’ella incessantemente l’affanna per la rimembranza e il
102 III| gran diletti e di grandi affanni, cara e dolorosa come l’
103 II | proposito certo e costante s’affaticano e s’ingegnano a tutto potere
104 IV | che tutto il mondo sa ed afferma, sia negato o ignorato dai
105 I | deve, e come i romantici affermano spontaneamente, tutto il
106 IV | possiamo nello stesso modo affermare di cento altre sconosciute
107 II | figli. Taluno dirà: non affermavi tu poco sopra che la poesia
108 II | sieno diventati meno comuni, affermiamo che il poeta bisogna ch’
109 II | favellatori sguaiati che affettano il parlar poetico, pigliano
110 IV | calici accoglie, e sì lo affina~ Che in più soave incenso
111 II | confacevoli e strettissimamente affini al soggetto. Taccio dunque
112 IV | vostra, date mano a questa afflitta e giacente, che ha sciagure
113 I | fantasia? quelle cose che l’affogano l’avviveranno? la ragione
114 II | sparpagliate, e ogni cosa affogata in un pantano di sangue
115 IV | degli irocchesi o degli afgani o anche di gente più nota
116 IV | introdotto più tosto un Agà che un tribuno, più tosto
117 II | tale artefice è molto più agevole il figurare di suo capo
118 IV | efficace di vedere e toccare e aggirarsi tra cose vive, dal qual
119 II | rappresentando cose fra le quali ei s’aggirino continuamente, nè la vincono
120 II | necessarie del mio discorso, aggiungerne delle superflue, quantunque
121 III| come nella imitazione. Aggiungete che lasciando stare quanta
122 III| noi tant’onore nè tanto aggravio; non ci arroghiamo di aver
123 I | chiaro. Tuttavia stimo che agitando le opinioni del Breme verrò
124 III| spontaneamente alla natura come l’ago alla stella, non sieno impediti
125 IV | infermò, per colpa d’altri agonizza, muoia fra le mani vostre
126 III| sappia trovare, non solamente aguzzando gli occhi per iscorgere
127 II | descrive colle parole, e aiutando la favella il meglio che
128 II | Anzi una delle cose che aiutano massimamente la poesia romantica
129 III| vero da questi massimamente aiutate a sorgere e fomentate e
130 III| chi legge l’Avarchide dell’Alamanni perch’è un’immagine fedelissima
131 I | piante e le mura de’ nostri alberghi, ogni cosa ci appariva o
132 I | sarebbe terra ma paradiso, e albergo non d’uomini ma d’immortali;
133 IV | maggiore o minore, o dell’Alcorano o di Ferdosi o dei Purana
134 | alcuno
135 IV | predicatori, e spazia per l’alemagna e l’inghilterra e assalisce
136 II | chiamano grandezze; che Alessandro e cento altri tali sono,
137 IV | come dire i caratteri dell’alfabeto, e seggiole e vaselli e
138 I | passi col vero, queste cose alimenteranno e conforteranno l’immaginativa?
139 III| modo impure, come inette ad allagare e sommergere gli animi nostri,
140 I | ristrettissimo ne’ fanciulli, e s’allargherebbe a proporzione che l’intelletto
141 IV | potrebbero addurre, basti allegare l’esperienza universale.
142 II | pochi sani, a chi gli avesse allegato il consenso degli uomini
143 I | del Milton e alle sostanze allegoriche del Voltaire quanto agli
144 II | sieno costumi casi favole allegorie parimente forestiere e lontanissime,
145 IV | debbono trovar luogo dall’allegrezza, vedendo ch’i poeti oramai
146 I | nè per vecchiezza non s’allentava mai più che un poco, e in
147 II | siete figli de’ romani, allievi de’ greci e non de’ barbari,
148 III| la prima candidezza, e s’allontana dalla natura? Che più? Di
149 | allor
150 II | parlando, da senno da burla, allusivamente espressamente, frasi versi
151 III| gioisce~Il pastor dentro all’alma.~ ~Un veleggiamento notturno
152 IV | poetico ci scola giù dalle alpi o c’è vomitato sulle rive
153 III| portentose, che s’imprima altamente nelle poesie moderne come
154 II | sbalzassero giù da rupi alte quant’è un’occhiata, notare
155 I | che abbia potuto essere alterata dagli uomini, in cui la
156 II | silenzio loro dovesse dare alterigia e baldanza di vittoriosi
157 I | ogni dolcezza svanisce ogni altezza di pensieri; quando si spiano
158 IV | propria nostra, madre di cose altissime, ardente e giudiziosa, prontissima
159 I | non si toccava, e se tanti altissimi ingegni, e tanti dotti e
160 III| torre; allor che su nell’alto~Tutto quanto l’immenso etra
161 | altr’
162 | altrove
163 IV | indole, m’erano poi motivo d’amar queste e d’odiar quelle.
164 I | gagliardamente tratti ad amare e desiderare, sono appunto
165 III| ciecamente uno scrittore, e l’amarlo ciecamente; ch’è molto più
166 II | fin qui o rigettati o poco amati dalla poesia, parte singolari
167 | ambedue
168 I | magie che portenti che paesi ameni che trovati romanzeschi,
169 IV | settentrionali orientali americane quanti le sanno o se ne
170 IV | settentrionali orientali americani. Forsechè questi hanno molto
171 III| maerens Philomela sub umbra~Amissos queritur foetus, quos durus
172 II | nessuna realtà, in somma un ammasso un caos di sofisticherie
173 III| conoscerci, se non vogliamo ammazzare la poesia. Lo schivare il
174 IV | chiose, e questo senza fallo ammazzerà la pedanteria, giacchè sapete
175 III| frutti che il mondo per anche ammira ed esalta, come accadde
176 IV | opere ch’ella forzatamente ammirando e invidiando, non seppe
177 III| modo che è conosciuto e ammirato e celebrato in tutta la
178 I | seduta in Olimpia ascoltava e ammirava le storie d’Erodoto più
179 III| falsi, non voglio lasciar di ammonire i romantici, che oramai
180 II | poesia debba infracidire per amor loro, questi tali debbano
181 III| in morte di Bione bifolco amoroso:~ ~Ahi ahi, quando le malve
182 II | agli antichi, molto meno ampio e molto più rado, e un tempo
183 III| ride e se essi ridono di amplificazione di prosopopea di metonimia
184 III| non c’era nè psicologia nè analisi nè scienza altro che misera
185 I | matematica e risolutamente analitica, secondo l’idioma scolastico
186 I | armonie della natura e le analogie e le simpatie, è una condizione
187 I | chicchessia, della quale ciascuno, ancorchè non apra bocca, mi debba
188 I | spiano e s’uccellano gli andamenti dell’animo nostro non altrimenti
189 III| simpatizzano; e chi vuole andar dietro a contare i vocaboli
190 II | nè piacevole che a lungo andare non annoi: così la nostra
191 II | o maniera di adoperarla andasse in usanza, allora quel cotal
192 I | ragione e alla verità, sono andati in cerca fra la gentaglia
193 IV | leggero e nel fanciullesco, se anderò dietro a certe minuzie,
194 II | così di mano in mano. Che andiamo noi cercando bellezze eterne
195 II | di ciascheduna poesia che andrà venendo in usanza, come
196 IV | dei romantici fosse vera, andrebbe fatto molto più conto delle
197 I | che per questi parimente andrebbero scelte quelle finzioni che
198 III| l’appio verde~O il crespo aneto negli orti perio,~Si ravviva
199 I | di Virgilio, tanto che un Angelo collo scudo celeste di lucidissimo
200 I | per poco non s’espone con angoli e cerchi, e non si tratta
201 I | soavità che ci diffonde nell’anima non solamente la veduta
202 II | Lettori, il numero di queste anime dannate è così scarso o
203 II | piacevole che a lungo andare non annoi: così la nostra maniera
204 IV | vengono a scemare e quasi annullare il maraviglioso, e per conseguenza
205 IV | scrittori, e i greci e i latini antecessori nostri, e accolte, e ingozzate
206 III| Contuttociò qual uomo savio antepone Ovidio a questi poeti? anzi
207 III| poeti, perciò non dubita di anteporre i poeti romantici ai nostri
208 III| sentimentale meriti di essere anteposto, quel miracolo d’ineffabile
209 II | superstiziosa, e divota dell’anticaglie, e vaga della ruggine e
210 III| guardiamo al tempo, se all’uso, antichissima, (tanto s’è adoperata e
211 I | antiche, certo hanno radici antichissime, e con istrumenti d’antichissimo
212 I | avventura in quei tempi antichissimi che ho detto di sopra, ma
213 II | ai bisavoli, cantano agli antipodi (lascio che di costoro non
214 II | E ’L BARATRO A’ GIGANTI APERSE ORRENDO~GIOVE, CHE SPUNTA
215 III| innumerevoli far professione aperta di sensibilità; ridondare
216 I | sul bel principio quell’apertissima e famosa contraddizione.
217 II | greggi o d’armenti, o cura d’api o di fratte o di fossi o
218 I | difeso Raimondo, quanto che Apollo coll’egida irsuta e fimbriata
219 IV | semplicemente ma vita umana, che non appagandosi di qualunque non è tale,
220 II | forma; credo, perch’avranno appaltato quei tali diletti agli antichi,
221 III| così risoluti e sicuri e in apparenza negletti come dovrebbero,
222 III| manifesto il proposito d’apparir tale, manifesto il proposito
223 IV | fanciulli, non per questo non appariscono almeno in parte anche nei
224 I | nostri alberghi, ogni cosa ci appariva o amica o nemica nostra,
225 II | logge e chiese e monasteri e appartamenti e drappi e cannocchiali
226 II | l’eco e il rimbombo di un appartamento vasto e solitario, che non
227 IV | qualsivoglia altra cosa appartenente alle creature introdotte
228 IV | ma in tutte le altre cose appartenenti alla poesia (giacchè adesso
229 II | questa sarà tanto o quanto appassita, se ne debba mettere in
230 IV | parole e dei versi, e non ci appigliamo a quella scrittura di certi
231 III| ahi, quando le malve o l’appio verde~O il crespo aneto
232 II | ricusate di poetare e di applaudire a chi poeta in questa forma,
233 III| romantici il Cavaliere s’appoggiano forte a quello che il Cavaliere
234 I | avere nella fanciullezza appreso coll’immaginativa la sensazione
235 IV | non abbiano imparato ad apprezzare specialissimamente, e conservare
236 III| la pietra paragone che approvi quello ch’è secondo la natura,
237 I | vuole un cuore che sappia aprirsi e diffondersi e palpitare
238 III| romantici al Parini che si aprisse una nuova strada, al Metastasio
239 I | de’ veri savi che non ci aprono bocca, non mi confermava
240 I | loro quante favole turche arabe persiane indiane scandinave
241 III| queritur foetus, quos durus arator~Observans, nido implumes
242 IV | e giudice dei popoli, e arbitra delle guerre e delle paci,
243 III| passeggere, non le invenzioni arbitrarie degli uomini, non le credenze
244 IV | concetto fosse stato casuale e arbitrario, e non naturalissimo e necessarissimo,
245 III| rassomigliano altrimenti che gli arboscelli educati ne’ giardini dall’
246 III| beata così maravigliosa arcana ineffabile, sia nata dall’
247 II | visibili a questo o a quell’arcano del cuore o della mente
248 IV | madre di cose altissime, ardente e giudiziosa, prontissima
249 II | efficacia, e condanna ogni bell’ardimento, e snerva e snatura poco
250 III| arrossiranno e stomacheranno, ardiscono di rammentare quei poeti
251 I | forzatamente e prorompevano arditamente. Ma qual era in quel tempo
252 I | fosse stato, avrei però ardito io di farmi avanti. Ora
253 II | smuoverla ci bisognano gli argani, e che pena a strascinarsi
254 I | ma d’ordinario fossi ed argini, nè la molta luce del vero
255 III| famoso in Grecia ed in Argo; e le lagrime di Ulisse
256 III| nocturna in lumina cedrum,~Arguto tenues percurrens pectine
257 II | colle civetterie nè colle arguzie sempiterne, nè colle sfacciatezze
258 IV | vinta dalle armi nostre armata e potente e ripugnante,
259 II | sieno le stelle~A ferza d’armonia palei rotanti.~ ~Sto a vedere
260 I | alle ILLUSIONI delle forme armoniche, alle estasi della sublime
261 I | della nuova disciplina le armonie della natura e le analogie
262 III| quel sentimento morale, che armonizza meglio coll’originaria sensazione;
263 III| analogia di [...] e di idee che armonizzano insieme, e d’altre inarmoniche,
264 IV | se ragionando per lei m’arrischio di far parola di me stesso)
265 IV | preveduto dove convenia che arrivasse la nuova scuola, e mi dolgo
266 I | che il Cavaliere medesimo arrivato a questo passo vide che
267 IV | qualcheduno dei linguaggi umani, arriverebbero facilmente a conoscerla.
268 III| quasi naturali; e in somma arrivino senza l’aiuto degli antichi
269 III| nè tanto aggravio; non ci arroghiamo di aver potuto quello che
270 III| i posteri qualche volta arrossiranno e stomacheranno, ardiscono
271 I | simpatie, è una condizione artificiata: e in fatti la natura non
272 III| come non da scaturigine artifiziale ma ingenita? Non sono di
273 IV | e aperto a viva forza l’artiglio, ha rilasciato la preda;
274 III| cantore non fa pausa, e allora asciugandosi gli occhi, sempre che il
275 I | possa essere indotto ad ascoltare o leggere i poeti: più facilmente
276 II | natura non ha fatti per ascoltarlo, se non giudicaste che in
277 III| aveva notato i lamenti, non ascoltato la lunga istoria; l’animo
278 I | raunata e seduta in Olimpia ascoltava e ammirava le storie d’Erodoto
279 III| ode:~E tu starai sotterra ascoso e muto,~Quando parve alle
280 III| della comune, e quantunque aspersa di molte lagrime, tuttavia
281 II | che mentre ella leggendo s’aspetta e desidera di scordarsi
282 IV | maomettani. Perchè, a dimostrare aspetti grandi, e rappresentare
283 II | o che galanti~Pensieri! Aspetto ancor che sieno le stelle~
284 III| peggio che puerili, i costumi aspri, quasi tutta l’Europa o
285 I | ripugnanti che bisogna quasi assalirle a una a una, e atterrata
286 IV | disprezzata, anzi sovente è assalita e addentata e insanguinata
287 II | nascosti e favorevoli all’assassinio, quarti di masnadieri, fumanti
288 II | o quanto ai ruggiti d’un assassino per una Turca; e chi non
289 I | sogna, l’esperienza che l’assedia e la stringe e le oppone
290 IV | vivacissima, e tuttavia riposata e assennata e soda, robusta e delicata,
291 I | ingannare, la qual cosa poi asserisce e conferma risolutamente
292 I | qualunque altro quando ci assettiamo ad essere ingannati dalla
293 II | senza voce senza respiro, assiderata dallo spavento. E non più
294 III| collegiali; e perchè, secondo l’assioma antichissimo di quella nazione
295 IV | più veramente la bruttezza assoluta non è altro che sconvenienza.
296 IV | menzogne, non già sol tanto assolute, ma poetiche, inverisimili
297 II | rispettivo a’ paesi nostri e l’assoluto; e che non a bello studio
298 II | modo più chiara la cosa assomigliata) arrivano a paragonare oggetti
299 III| celesti esemplari che si assume di ritrarre. A noi l’immaginazione
300 I | virtù del poeta lo scegliere assunti facili, ma il fare che paiano
301 II | contraddizioni, in somma errori, assurdi, stravaganze, fanciullaggini,
302 I | predicono come fanno gli astronomi le apparenze delle stelle
303 I | poesia quanto più possono astrusa e metafisica e sproporzionata
304 I | sì che bisogna con mille astuzie e quasi frodi, e con mille
305 | at
306 I | stata fra la plebe e gli atleti, e fra i giornalisti e i
307 II | genere, segnatamente misfatti atrocissimi, cuori e menti d’inferno,
308 II | medesima, e perciò meglio atta a fare impressione in quei
309 IV | effettivamente, per lo più non attendiamo: nè questo diletto può cadere
310 I | ordigni più coperti e le attenenze e i rispetti e le corrispondenze
311 I | assalirle a una a una, e atterrata una parte dell’edifizio,
312 I | invasa rapita innamorata atterrita E PERFIN SEDOTTA (qui sta
313 IV | o Giovani italiani, io m’atterro dinanzi a voi; per la memoria
314 IV | svergognerà noi medesimi, e attesterà la fine del nostro regno
315 I | gusto, di chi tuttavia s’attiene alle cose presenti: imperocchè
316 III| a dirittura e più spesso attinti dalle paludi verminose degli
317 IV | dimostrato dalla ragione; e che l’attitudine poetica, ch’è nell’animo
318 I | mondo in testimonio dell’attività ch’ella palesa in questo
319 II | nessuna dubitazione il poco, attoniti che la poesia li faccia
320 IV | umane, e alle stesse bestie attribuirono origine umana, acciocchè
321 IV | in somma i fanciulli non attribuiscono alle cose inanimate altri
322 II | che non s’avveda e non s’attristi qualunque non dico poeta
323 IV | Quella per cui l’innamorato augello~ Fa la sua risonar voce
324 II | di Silla e di Cesare e d’Augusto, e gli altri tali), sono
325 I | scemando tuttavia secondochè s’aumenta il dominio dell’intelletto:
326 III| di Virgilio:~ ~Adspirant aurae in noctem, nec candida cursus~
327 II | ANCOR CON LE CALCAGNA~DELL’AUREE STELLE I SOLIDI ADAMANTI~
328 IV | il giorno e la notte e l’aurora e il tempo e le stagioni
329 I | facezie, e alla ragione coll’autorità, e la guerra è stata fra
330 III| propria loro, o perchè in essa avanzino di gran lunga gli altri
331 III| tragici greci? chi legge l’Avarchide dell’Alamanni perch’è un’
332 | avendole
333 | averci
334 | averne
335 | aveva
336 | avevano
337 II | romantici poi, cercando avidamente, e scegliendo con infinito
338 II | infelice per una donna di Avignone, non può far che non cedano
339 | avrei
340 | avremo
341 | avuti
342 | avuto
343 III| immagini e trovi, vogliamo ch’avvampi, ch’abbia mente divina,
344 III| degl’Immortali. E qui mi avvedo com’è soverchio tutto questo
345 IV | non la necessità di scelta avveduta e di mescolanza opportuna,
346 IV | troppo è da temere che non avvenga, e in questa medesima età
347 I | SEDOTTA (qui sta il punto); nè avverrà mai che non soggiaccia alle
348 I | avvenire, che certo non avverrebbe se non di rarissimo, perchè
349 I | non abbia avvertito e non avverta ed esplori e distingua e
350 IV | Lettori, spontaneamente avvertirete in primo luogo la naturalezza
351 I | voglio nè dimostrarlo nè avvertirlo: non è uomo vivo che non
352 I | passione ch’altri non abbia avvertito e non avverta ed esplori
353 I | intenderle dirittamente, il che avverto perchè quasi pare ch’io
354 II | sentiamo continuamente, e che l’avvezzare è una delle tante forme
355 II | poeti sono impastoiate, e avvezze e domestiche alla tirannia
356 I | contrarie, l’una delle quali s’avvicini alla nostra, e se il lettore
357 IV | dire che il poeta volendo avvivar la natura, gli convenga
358 IV | la natura, gli convenga avvivarla immediatamente, e non come
359 IV | di forme umane, quanto l’avvivarli? nè quella proprietà si
360 IV | individui che immediatamente avvivata; il qual sistema, se bene
361 IV | poniamo che il poeta abbia avvivato oggetti privi di senso,
362 I | quelle cose che l’affogano l’avviveranno? la ragione ch’a ogni poco
363 IV | in sostanza che il poeta avvivi checchessia tal qual è,
364 II | debbano lasciarla da canto, e badare a cose alle quali sieno
365 IV | pronunziare quest’ultimo verso: ma badiamo al fatto nostro. Quando
366 II | diletti senza ch’essi ci badino, ma nella poesia per un
367 IV | gusto classico nè le altre baie fantasticate dai romantici,
368 III| de’ libri; fatta verissima baldracca quella celeste e divina
369 IV | fatto molto più conto delle balie che dei poeti, e un fantoccio
370 II | dolci canti e i graziosi balli,~ ~dice Omero; e in effetto,
371 I | la quale maravigliandosi balordamente d’ogni cosa, e credendo
372 IV | stesso Breme quando era bambino, e anche oggi mandato sovente
373 II | FLEGRA LA MONTAGNA,~E ’L BARATRO A’ GIGANTI APERSE ORRENDO~
374 I | nessuna fuorchè lorda o bassa inclinazione umana e naturale, —
375 IV | troppo comuni e leggere, non bastano a suscitare nella fantasia
376 III| patetico, può veramente bastare il solo Petrarca ch’io metto
377 II | veduto tutto il mondo, e non basterebbe, giacchè nè meno a costui
378 IV | che si potrebbero addurre, basti allegare l’esperienza universale.
379 IV | o Lettori miei. Perciò bastino le cose che si son dette.
380 I | abbia preceduto Ettore nella battaglia. In somma tutto sta, come
381 II | per una Turca; e chi non batte palpebra se il poeta proccura
382 II | di città, che non messe o battitura o vendemmia o potagione
383 II | a un collicello verde e battuto dal sole, bisogna pure che
384 IV | albergano qui fra noi, beando gli occhi e gli animi nostri,
385 I | vivi e spiranti che sogni beati che vaneggiamenti ineffabili
386 III| pure innanzi da valorosa, e beatifichi il mondo, e a se medesima
387 I | la chiama il Cavaliere beatissima, e padrona di vastissimi
388 I | che ci suscita e quella beatitudine che ci cagiona la lettura
389 II | ci ficcano e sguazzano il becco e l’ugne. E viene parimente
390 I | spettri del Bürger e alle befane del Southey quanto all’inferno
391 IV | favole onde questa nostra si beffa e non le n’importa un’acca;
392 II | altro un gusto da passati, e beffasse la gente sana come abbietta
393 IV | verginale~Rossor la donna de’ bei fior colora.~ Lontana là
394 III| spiccatissima, così franco e bellamente trascurato che appena pare
395 IV | avendo pietà di questa bellissima terra, e de’ monumenti e
396 III| arbitrari, per la più parte bellissime dolcissime squisitissime,
397 II | tuttavia conservavano un certo bellissimo color naturale (dico quelli
398 IV | non c’è nè fu nè sarà mai beltà nè grazia, amante spasimata
399 I | ingiuriati malmenavamo e quasi beneficati carezzavamo cose incapaci
400 I | incapaci d’ingiuria e di benefizio; quando la maraviglia tanto
401 II | assuefazione fiacca le forze dei beni e dei mali, dei diletti
402 IV | principalmente, imitano le bertucce, imitava quel buffone di
403 I | quelle che i romantici bestemmiano e rigettano e sbandiscono
404 IV | il rifiutare e deridere e bestemmiare le favole greche, negando
405 IV | sempre finora invidiato e bestemmiato invano dagli altri popoli,
406 IV | signoreggiarono il mondo; ancora beviamo quest’aria e calchiamo questa
407 III| non parco, si sconsiglia e biasima e rigetta da qualunque de’
408 IV | cervello dello scrittore, biasimato e disprezzato ogni volta
409 III| domando al cielo, non dico il biasimo nè le ingiurie nè l’odio
410 III| e Romanzi sentimentali e Biblioteche sentimentali intitolate
411 III| funebre in morte di Bione bifolco amoroso:~ ~Ahi ahi, quando
412 III| Canto funebre in morte di Bione bifolco amoroso:~ ~Ahi ahi,
413 IV | del poeta: ora fu noto ai bisavi, ed è noto ai fanciulli
414 II | immaginazione che a smuoverla ci bisognano gli argani, e che pena a
415 II | succeda, nè tanto quanto n’è bisognato proporzionatamente per la
416 II | che proviene dalla novità, bisogni mutar foggia di quando in
417 IV | sudore, quando assai meno bisognosa ebbe torrenti di sangue
418 IV | imitate quanto vere, non è nè bizzarria, nè gusto singolare, nè
419 IV | venti, da gelata brina,~E blandita da Zefiro vitale~ La dei
420 IV | dietro alle inezie e alle bolle per piacere a un popolo
421 I | il vitto cantando per le borgate e pe’chiassuoli i versi
422 II | luna su di un lago o in un bosco; più l’eco e il rimbombo
423 II | tutta la figura, ma dà poche botte di pennello, e dipinge e
424 III| sensibilità; ridondare le botteghe di Lettere sentimentali,
425 IV | cavallina, e i buoi di figura bovina, e dato loro un corpo simile
426 II | da alberi insanguinati, braccia gambe con parti di schiena
427 IV | gloria militare, fatta in brani, disprezzata oltraggiata
428 I | adulti mezzano, ne’ vecchi brevissimo. Laonde, come vediamo chiarissimamente
429 IV | freddi venti, da gelata brina,~E blandita da Zefiro vitale~
430 I | nostri amici e compagni, bruciare gli scritti nostri, e in
431 IV | se ha punto di forza nei bruti, è da credere che gli spinga
432 II | bello, sia principalmente il brutto; viene che siete figli de’
433 III| solamente le oscenità e le brutture, ma l’uso o smoderato o
434 I | tanto agli spettri del Bürger e alle befane del Southey
435 IV | le bertucce, imitava quel buffone di Fedro quanto si può dire
436 II | introdurre di notte in camere buie, rischiarate a poco a poco
437 II | odorato, e massime in chi l’ha buono. Efficace ho detto altresì
438 IV | fantoccio, o volete a un burattino che ha la mobilità da vantaggio.
439 IV | o chi non avrà voglia di burlarsi di me vedendo ch’io quasi
440 III| che, dimostrandosi, venga burlata come cosa da collegiali;
441 II | figurine. Queste paiono burle, o Lettori; pur voi sapete
442 II | Italiani, e i posteri si burleranno di voi se l’avrete accolto,
443 I | la quale bisogna ch’io mi cacci, quasi mi sbigottisco, e
444 II | opera e cogli scritti loro cacciarono finalmente quella peste
445 III| Ecuba e di Elena sopra il cadavere dell’eroe, mercè del quale,
446 II | e sommesso, scheletri o cadaveri che fiottando e scrollando
447 III| colui nel quale egli non cade.~ ~
448 IV | nostra patria, la quale caduta in tanta calamità quanta
449 IV | nè prima nè dopo. Tutto è caduto: inferma spossata combattuta
450 IV | imitazione sia vivissima, cagionando appresso a poco lo stesso
451 II | posatamente. Tre cose fra le altre cagionano questo diletto. Prima la
452 II | farcela vedere e sentire, e cagionarci quei diletti soprumani di
453 IV | loro; ma perchè il diletto cagionato dal poeta e dagli artefici,
454 I | dell’intelletto, così va calando finattantoch’in ultimo quasi
455 II | CHE SPUNTA ANCOR CON LE CALCAGNA~DELL’AUREE STELLE I SOLIDI
456 IV | ancora beviamo quest’aria e calchiamo questa terra e godiamo questa
457 IV | lei natura diede~Ne’ suoi calici accoglie, e sì lo affina~
458 I | Esiodo di Anacreonte di Callimaco singolarmente? E quelle
459 II | par ch’abbiano fatto il callo ai cibi e liquori gentili.
460 III| villaneggiata schernita sputacchiata calpestata? Ed è chiaro che i romantici
461 IV | romantica, la quale imita il calpestìo de’ cavalli col trap trap
462 IV | quelle genti che distese e calpestò, non serba altro che l’imperio
463 II | natura, la quale non si cambia nè incivilisce; che quando
464 I | degli uomini indusse mai cambiamento nella natura, la quale vincitrice
465 II | tempo va incessantemente cambiando e consumando.~ ~Tutto noia
466 III| la natura ha fatto si può cambiare? nè può meglio chi non è
467 II | da introdurre di notte in camere buie, rischiarate a poco
468 IV | figuravano i loro Dei neri e camosci, e i Traci d’occhio cilestro
469 III| agli alberi cresciuti nelle campagne e ne’ monti dalla natura.
470 II | finita nel mondo la vita campagnuola, nè finirà, perchè insieme
471 IV | trap trap, e il suono de’ campanelli col tin tin tin, e così
472 II | lo più tratte dalle cose campestri; ma i romantici con altrettanto
473 II | appunto. In fatti cercano col candelino, come ho già detto di sopra,
474 III| sensitivi, sto per dire, fino i cani o cose simili, con difetto
475 II | appartamenti e drappi e cannocchiali e strumenti manifatture
476 II | sviscerato da una palla di cannone; e chi non piega punto il
477 IV | Fa la sua risonar voce canora;~E del suo vago al canto
478 IV | colto da questa sciagura, e cantandola, non fa piangere, gli convenga
479 II | quando pochi poeti aveano cantato e cantavano, e le forme
480 II | pochi poeti aveano cantato e cantavano, e le forme particolari
481 IV | nostri stando in europa, non cantino all’europa, ma più tosto
482 III| della veste finattanto ch’il cantore non fa pausa, e allora asciugandosi
483 IV | poco. Ma che diremo dei cantori passati? Dunque Virgilio
484 III| filia lucos~Adsiduo resonat cantu, tectisque superbis~Urit
485 III| però non porto~Invidia, che canzon dolce non canta.~ ~ Altro
486 IV | non ci saranno epopee, non canzoni trionfali, non inni non
487 II | in somma un ammasso un caos di sofisticherie di frenesie
488 III| discosto dal primitivo, rifatta capace dei diletti soprumani della
489 II | già che questi non sieno capaci di nessuna dolcezza naturale
490 IV | pittore mostra solamente i capelli o altra tal parte di una
491 III| s’hanno a discostare un capello dalla maniera antica, e
492 III| omicidi che dirò io? Non caperebbero queste carte, non soffrirebbero
493 II | parlano i fatti.~ L’ultima e capitalissima delle tre cagioni che ho
494 I | inganno pel poeta è un mezzo, capitalissimo certo, ma basta l’inganno
495 III| in questo differiscono capitalmente i poeti romantici e i nostri,
496 IV | stesso) non v’esorto da capitano, ma v’invito da soldato.
497 III| nelle poesie moderne come carattere e distintivo, in maniera
498 I | Non le angustie, non le carceri non le catene danno baldanza
499 I | malmenavamo e quasi beneficati carezzavamo cose incapaci d’ingiuria
500 I | questo da vero sarebbe un carico disadatto alle mie spalle,