| Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
| Giacomo Leopardi Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Capitolo grigio = Testo di commento
501 III| ramoque sedens miserabile carmen~Integrat, et moestis late
502 I | pomi e il latte cambiati in carni, e le foglie d’alberi e
503 I | dove posino, è forza che caschino a terra. Imperocchè non
504 IV | artefici, e sfornisse le vie le case i tempii gli altari nostri
505 II | troverete del continuo castelli e torri e cupole e logge
506 II | intrinseche, ma estrinseche e casuali della poesia loro: nè ci
507 IV | quelle tele e quei marmi cattivi in un luogo dove confluia
508 I | conceduto. Ma se la nostra causa è giusta e buona, e se noi
509 III| Come prima siam morti, in cava fossa~Lungo infinito ineccitabil
510 III| selvagge, barbare, maomettane, cavalleresche, filosofiche quando quello
511 IV | avrebbero fatti di figura cavallina, e i buoi di figura bovina,
512 II | Avignone, non può far che non cedano tanto o quanto ai ruggiti
513 II | che forse avrebbe potuto cedere e illanguidire, dai costumi
514 IV | le vive, e che forse non cederebbe alle morte; ancora abbiamo
515 II | certo quella facilità e cedevolezza di cuore e d’immaginativa,
516 IV | parliamo quella favella a cui cedono tutte le vive, e che forse
517 III| odoratam nocturna in lumina cedrum,~Arguto tenues percurrens
518 IV | Lacedemone, più tosto un ceffo che un volto? Ma lascio
519 III| e queste cose lodate e celebrate, non dico dalla feccia degli
520 II | seicento furono letti e celebrati il Menzini e il Filicaia.
521 III| conosciuto e ammirato e celebrato in tutta la terra. Quegli
522 I | persiane indiane scandinave celtiche hanno voluto, quasi che
523 IV | e de’ monumenti e delle ceneri de’ nostri padri; e finalmente
524 I | quando gli affetti i moti i cenni i diversi casi del cuore
525 IV | effettivi con parrucca, viso di cera, occhi di vetro, varrebbe
526 II | che in vece del comune non cercassero negli oggetti altro che
527 IV | Che se l’evidenza sola va cercata nelle imitazioni, perchè
528 II | quello che il suo tempo cercava, e deridendo la goffaggine
529 I | sapere del tempo nostro cercheremo la natura e le illusioni?
530 I | voi quell’esperienza ch’io cerco, non può ignorare il cuor
531 I | dell’esperienza propria certissima e frequentissima? E se altri
532 II | cranio e lo sprazzo delle cervella e lo spaccamento e lo sfracellamento
533 II | ebbero ai tempi di Silla e di Cesare e d’Augusto, e gli altri
534 IV | deve chiamare? Dunque le cetre dei poeti avranno per l’
535 II | tempo esaltò il Marini e il Chiabrera, e nel seicento furono letti
536 III| svergognano il genere umano, chiamate gloria dell’età nostra;
537 III| sovrano poeta sentimentale, chiamato così non dico dai nostri
538 II | se l’avrete accolto, e vi chiameranno barbari, e si maraviglieranno
539 I | due diversi inganni; l’uno chiameremo intellettuale, l’altro fantastico.
540 II | stessi, e le idee se non chiare almeno confuse, e la inclinazione
541 I | degli uccelli quando la chiarezza dei fonti tutto ci era nuovo
542 II | umana disegnata o incisa a chiariscuri, o anche semplicemente delineata,
543 I | brevissimo. Laonde, come vediamo chiarissimamente in ciascuno di noi che il
544 III| trattato da altri filosofi, o chiarito da altri poeti che non sono
545 I | cantando per le borgate e pe’chiassuoli i versi d’Omero, e che tutta
546 IV | divina e moderna; se volessi chiedere al mondo come abbia potuto
547 II | torri e cupole e logge e chiese e monasteri e appartamenti
548 II | morta fra i colonnati d’un chieson gotico dipinta dal poeta,
549 II | ircocervi e tanti innesti chimerici con quel diletto che può
550 IV | dietro le loro note e le loro chiose, e questo senza fallo ammazzerà
551 II | per cui sieno onninamente chiuse le fonti del diletto poetico
552 I | foga della fantasia, ma chiusi dai ripari dell’intelletto:
553 III| alla giornata sospiri e ciarle sentimentali; di maniera
554 | ciascun
555 II | abbiano fatto il callo ai cibi e liquori gentili. Questa
556 II | Plinio più dilettevoli di Cicerone? Lucano più di Virgilio?
557 III| doviziosa. L’osservanza cieca e servile delle regole e
558 IV | manifesta, che ci bisogna un cieco o un romantico a non vederla;
559 II | finora i poeti erano stati cigni e non corvi che volassero
560 IV | camosci, e i Traci d’occhio cilestro e colore vermiglio, e parimente
561 IV | quelle de’ Samoiedi o de’ Cinesi o di qualunque differisce
562 | circa
563 III| sub lumine pontus.~Proxima Circaeae raduntur litora terrae,~
564 IV | il cielo v’ha formati e circondati; disprezzando la fama presente
565 III| di distintivo, che da una circostanza fisica qualunque egli prende
566 IV | ciascheduno, e le altre circostanze. Ed io mi ricordo ch’essendo
567 III| Staël, e di schernire chi cita Aristotele Orazio Quintiliano;
568 III| pronti a lodare chiunque citi in materia di poesia lo
569 I | plebe di quella parte ch’è cittadina, e di qualunque è più discosto
570 II | più lo stile corrotto e cittadinesco e moderno, che non il semplice
571 II | sì de’ poeti e sì della ciurma de’ versificatori (la quale
572 IV | appresso noi, femmina imbelle e civetta appresso lei. Ora questa,
573 III| pudicizia strascinata a civettare sulla stessa fronte de’
574 II | nè colle smorfie nè colle civetterie nè colle arguzie sempiterne,
575 II | diverse condizioni della vita civile, e dalle arti e dai mestieri
576 I | presente di ciascheduna classe, e specialmente fra il popolaccio,
577 IV | la pedanteria nè il gusto classico nè le altre baie fantasticate
578 IV | empie di superstizione e codardia, nè del timore d’offendere
579 II | o mezze teste, e quelle code, e quei pezzi di strumenti
580 IV | v’invito da soldato. Sono coetaneo vostro e condiscepolo vostro,
581 II | provveda? Chi non sa che si coglie più facilmente nel vero
582 III| questi tempi altri possa cogliere il linguaggio della natura,
583 III| effetti che al presente o sono collegati e misti con quelli in guisa
584 III| venga burlata come cosa da collegiali; e perchè, secondo l’assioma
585 IV | e questi campi e questi colli, a se medesimi acquistarono
586 II | piega punto il viso a un collicello verde e battuto dal sole,
587 | collo
588 III| e soprattutto il divino colloquio di Priamo e di Achille?
589 II | lampada mezzo morta fra i colonnati d’un chieson gotico dipinta
590 II | conservavano un certo bellissimo color naturale (dico quelli de’
591 IV | Rossor la donna de’ bei fior colora.~ Lontana là dal verno occidentale,~
592 III| dopo un’altra, disegnando colorando ritoccando, lasciando vedere
593 IV | nasconderla, impossibile a colorarla, e non voglio dire i fanciulli,
594 II | pure ch’il poeta disegni e colorisca per minuto tutta quanta
595 IV | inventarono, o accolsero e coltivarono, le quali anzi essendo barbare
596 IV | io stimo che se un poeta, colto da questa sciagura, e cantandola,
597 I | fatte nè costumi cambiati nè coltura nè artifizi nè ornamenti,
598 I | gli dovrà parere ch’io combatta me medesimo. Ora cerchiamo
599 II | incivilisce; che quando la natura combatte colla ragione, è forza che
600 I | sconfitta d’un fiacchissimo combattente potrà pregiudicare alla
601 I | toccherà qualche altra volta di combattere due opinioni contrarie,
602 I | verità, che non usciamo e non combattiamo? e perchè mostriamo di non
603 IV | caduto: inferma spossata combattuta pesta lacera e alla fine
604 I | avi e di tutti i secoli combattute oggi da molti intorno all’
605 III| scelga, inventi, modelli, combini, disponga, per fare impressioni
606 IV | intendere senza postille e comenti. Imperocchè le favole greche
607 IV | giacchè sapete bene che un comento lastricato, per esempio,
608 I | stelle e il ritorno delle comete; quando non è persona d’
609 II | fra l’altre cose:~ ~Via cominciam; CO ’L FULMINE TREMENDO~
610 I | giovani o vecchi che siamo, cominciare una vita nuova: rallegriamoci
611 III| o vero quelle altre da commedia che dicevamo alquanto sopra.
612 III| conveniente d’altra poesia che di commedie o satire o scherzi di questa
613 IV | infelicissima patria, non commettete per Dio che quella che per
614 I | vigore quant’efficacia quanta commozione quanto diletto. Io stesso
615 IV | convenga disperare di poter mai commuovere i cuori. Ma perchè l’amore
616 IV | vi parlo da maestro ma da compagno, (perdonate all’amore che
617 I | disdegnoso potrebbe nuocere, il comparire di un uomo oscuro il quale
618 I | co’ suoi termini d’arte, compatibili insieme e contemporanei
619 II | moltitudine sia giudice competente del poeta; del qual dubbio
620 I | soprastando, giocondissimamente ci compiacciamo con indistinto desiderio;
621 IV | favole greche, le quali compiacendo a questo desiderio poeticissimo
622 IV | ch’è nell’animo umano si compiacque mai sempre di questa fantasia;
623 III| tempo. E qui non voglio compiangere l’età nostra, nè dire come
624 III| Ettore dalla sposa, e il compianto di questa e di Ecuba e di
625 II | colori e le ombre e i lumi, e compie la figura. Così quando noi
626 III| Lo schivare il qual male compiutamente, è difficilissimo, non impossibile:
627 I | metterci a leggere preparando e componendo quasi senz’avvedercene la
628 II | adattarsi alla depravazione e comporre piuttosto da barbari che
629 I | cerchi, e non si tratta per computi e formole numerali? La vicendevole
630 IV | sapere dell’età presente conceda spazio nelle menti nostre
631 III| inezie. Quanto debba o possa concedere il poeta alle credenze e
632 III| propria della poesia. E se concedo al Cavaliere, ch’ella sia
633 I | vita pastorale che se fosse conceduta a noi così fatta vita, questa
634 II | fantasie popolari, sono stati conceduti da Dio principalmente ai
635 IV | facile, ma possibile il concepire l’idea d’un sentimento d’
636 III| non vanno più notate. Sia concesso alle opinioni ai detti ai
637 I | che tolta alla poesia già conciata com’essi l’avevano, anche
638 I | costumi e in questa maniera conciliandosi la credenza del popolo,
639 III| la natura, e scuotere e concitare negli uomini questo amore,
640 I | vedere che il giudizio loro concordava in questo particolare col
641 II | inclinazione verso loro naturale e concreata; siamo stati tutti fanciulli,
642 II | e fugge l’efficacia, e condanna ogni bell’ardimento, e snerva
643 II | tempo. E i romantici che condannano come lontane quelle cose
644 IV | Sono coetaneo vostro e condiscepolo vostro, ed esco dalle stesse
645 II | accidenti e dalle diverse condizioni della vita civile, e dalle
646 I | che quella strada la quale conduce al maggiore e sostanziale
647 III| scegliere le illusioni meglio conducenti al diletto derivato dalla
648 II | loro altra vittoria che di condurgli a metter mano alle armi.~ ~
649 II | erano nè contemporanei nè confacenti al gusto di quell’età. Crediamo
650 II | delle superflue, quantunque confacevoli e strettissimamente affini
651 II | Iddio ch’il mio detto sia confermato dall’esperienza, e che la
652 I | ci aprono bocca, non mi confermava nella mia opinione nella
653 I | assalisce e quasi la sforza a confessare ch’ella sogna, l’esperienza
654 I | d’errori e di fandonie, e conficcarci meglio quelle che ci sono,
655 I | gagliardi e valorosi, e se confidiamo nel favore del[la] ragione
656 I | vogliono i romantici, il confine dell’immaginativa sarebbe
657 I | come vuole, scelga dentro i confini del verisimile quelle migliori
658 IV | cattivi in un luogo dove confluia tutta l’europa, accusavano
659 I | natura), ma che insieme è conformato alla condizione primitiva
660 III| sentimentali, che prepari e conformi gli animi de’ lettori espressamente
661 II | poesia; a questi esemplari conformiamo le prime idee che ci disegniamo
662 I | meglio quelle che ci sono, e confortarlo alle fanciullaggini, e accrescergli
663 I | queste cose alimenteranno e conforteranno l’immaginativa? Non le angustie,
664 III| veneranda e santissima, conforto di queste miserie, cagione
665 IV | l’oggetto reale, non può confrontare seco medesimo senza veruna
666 IV | sieno poste in chiaro e confrontate insieme, non può. E tuttavia
667 IV | IV~ Ora non metterò a confronto la delicatezza la tenerezza
668 I | lasciamo che la gente sia confusa e ingannata, e che la gioventù
669 III| descrivere, manifesto il congegnamento studiato di cose formanti
670 II | oggetti che conosce per congetturarle a dovere; mentre vediamo
671 II | modo li conoscerebbe, e conoscendoli gli sprezzerebbe; nè concede
672 III| per Dio non mostriamo di conoscerci, se non vogliamo ammazzare
673 II | volesse, a ogni modo li conoscerebbe, e conoscendoli gli sprezzerebbe;
674 III| incivilito vedremo e abiteremo e conosceremo intimamente il mondo primitivo,
675 IV | lodata riverita adorata; non conosceva gente che non la ubbidisse,
676 IV | qualsivoglia affettazione, conoscitrice e vaga sopra ogni cosa della
677 II | ch’è impossibile, così conosciuta e trita e volgare com’è
678 I | opinioni nostre e alle verità conosciute presentemente, non guardano
679 II | poeti greci e latini sono conosciuti letti studiati usati maneggiati
680 II | di discorrere, tanto più conosco e lodo il senno di quei
681 III| manifestamente voluto, e molto bene consapevole e intelligente di se stesso,
682 IV | annullare il maraviglioso, e per conseguenza il dilettoso dell’imitazione,
683 I | eternamente quella, a volerne conseguire quel diletto puro e sostanziale
684 II | chi gli avesse allegato il consenso degli uomini in favore di
685 II | non peggio); e mentre non consentono che si pigli materia di
686 II | di tutti gl’inciviliti, e conserva una gran parte di quei costumi
687 II | lontani da essi che tuttavia conservavano un certo bellissimo color
688 IV | spontaneamente innanzi a chiunque considera tanto o quanto la natura
689 IV | tenuta dai romantici, e considerandola rispetto al fine della poesia
690 I | sono giornalieri non si considerano, e accade in questa come
691 IV | questo Discorso. Ma bisogna considerare che vita sia quella che
692 III| e goderla e seguitarla e considerarla e conoscerla, nè da incivilimento
693 III| carta senza molto o punto considerarlo; di maniera che ne’ versi
694 IV | immaginazione. Molto più ci consola e ricrea, se ci occorre
695 I | quale era fermissimo, ma mi consolava il vedere che il giudizio
696 IV | caratteri gagliardi oltre al consueto (peggio poi quando sieno
697 II | incessantemente cambiando e consumando.~ ~Tutto noia si fa, l’amore
698 IV | quella nazione il cui dominio consumato nella decima parte di un
699 III| estranie, o vogliamo dire contaminata e corrotta. La quale essendo
700 III| chi vuole andar dietro a contare i vocaboli o i modi o le
701 I | alle estasi della sublime contemplazione, all’efficacia dei quadri
702 III| di dilettare chiunque la contempli da spettatore naturale,
703 I | naturale degli uomini. Non contendo già dell’utile, nè mi viene
704 I | poeta, questo deve; non contenerla dentro le stesse angustie
705 II | nella quale si riducono e contengono infinite altre, consiste
706 IV | veduta. Ma nè pur questa ci contenta, nè ci può contentare altro
707 II | passo per trovargli, e si contentano del piacere secco e grosso
708 IV | questa ci contenta, nè ci può contentare altro che figure umane,
709 IV | derivando o più tosto essendo contenuta nella cognizione dell’animo
710 III| recondite, di rado nascoste e contenute e nascenti da se quantunque
711 II | e stimolati; tuttavia mi conterrò, nè sopporterò che il dolore,
712 III| non mi maraviglio che sia conteso ad Omero da qualche filologo:
713 II | solamente alcune parti o vero i contorni, non può fare che non succeda
714 II | qualche parte, o sgrossa il contorno con entrovi alcuni tratti
715 IV | parlato o parla qualunque ha contraddetto o contraddice ai romantici,
716 III| che sieno incoerenti e contraddittori. Sappiano che quando noi
717 I | le quali due cose sono contraddittorie, ma quelle che ho detto
718 III| imitano [e] per poco non contraffanno la natura?~ Ma io so bene
719 IV | l’avere tanto o quanto di contraggenio alle bellezze infernali.
720 III| di costumi lontanissimi o contrari ai naturali, in mezzo a
721 III| gagliardissimi nemici che la contrariano, al che riesce oh quanto
722 I | combattere due opinioni contrarie, l’una delle quali s’avvicini
723 I | lucerna, la scienza che le contrasta e le sbarra tutti i passi
724 I | intendere, quegli rifiuta ogni controversia. Ma, dirò pure quello che
725 III| egli la conosca ben dentro, contuttochè se ne stimi, e sia vago
726 IV | credenze e i costumi antichi si convengano alla poesia moderna, e accogliere
727 IV | molto che fare coi nostri? convengono molto col sapere odierno
728 IV | rallegro d’aver preveduto dove convenia che arrivasse la nuova scuola,
729 IV | quelle leggi, oltrechè sono convenientissime e necessarie per altri rispetti,
730 IV | fallo è piacevolissimo, e convenientissimo alla poesia, facilmente
731 I | meglio, anzi la sola cosa che convenisse ai veri savi in questa disputa:
732 II | vogliono i romantici, e conveniva bene che questo tempo, dopo
733 II | accennato quello che a voi converrebbe dipingere, viene che non
734 IV | intellettive, e discorrono e conversano seco loro non altrimenti
735 I | moderna.~ E l’esperienza e la conversazione scambievole e lo studio
736 IV | concetto d’avvivare la natura convertendola in individui di questa nostra
737 IV | natura veniva piuttosto convertita in individui che immediatamente
738 IV | esser convinto, quegli si convince di propria bocca; e il detto
739 IV | quanto costui può esser convinto, quegli si convince di propria
740 I | lampo rarissimo, dovunque coperta e inviluppata come nel più
741 I | forze e gli ordigni più coperti e le attenenze e i rispetti
742 III| predico e grido ch’è fonte copiosissimo di materia non solo conveniente
743 I | mostrerei temerario non coraggioso; ma quanto basterà per tener
744 IV | avranno per l’avvenire una corda sola? e ciaschedun poema
745 II | precedano, e sempre, come corde vivissime, risuonino spiccatamente
746 II | mostrasse soltanto le zampe o le corna di una bestia sconosciuta,
747 I | materiale e fantastica e corporale che era, in metafisica e
748 II | dei dolori spirituali e corporali, e quasi ci toglie il vedere
749 I | e come soffino i venti e corrano i fiumi e quelle piante
750 II | altri oggetti propri sia corredato, fuorchè parte comuni ma
751 II | avrebbe potuto fare la parola corrente. E caso che quella o voce
752 I | attenenze e i rispetti e le corrispondenze del gran composto universale,
753 I | superstizioni e gli spauracchi, e corroborargli l’ignoranza; o seguendo
754 II | moltissimi da ambedue, corroborata potentemente o aiutata la
755 III| a sorgere e fomentate e corroborate? come esili come stentate
756 IV | studiandosi di viziare e corrompere gl’ingegni italiani, e imbarbarire
757 II | quello che quasi tutti sieno corrotti, e che un secolo disputi,
758 II | cacciatori; più lo stile corrotto e cittadinesco e moderno,
759 II | erano stati cigni e non corvi che volassero alle carogne;
760 IV | rivesta di forme umane? Che cos’è altro il poetare non dico
761 IV | che quantunque sieno più cospicue ne’ fanciulli, non per questo
762 IV | l’uno dei caratteri più cospicui del sentimentale romantico;
763 II | ma per proposito certo e costante s’affaticano e s’ingegnano
764 II | quanto poco d’ingegno e di costo si provveda? Chi non sa
765 IV | essendomi sforzato sin qui di costringere i moti dell’animo mio, non
766 II | lavorii strumenti, edifizi di costrutture singolari, che pochi hanno
767 II | viene di ridere, come s’è costumato finora, in cambio di discorrere,
768 IV | ricordo ch’essendo piccino, costumava non solamente spassarmi
769 III| quella parte della poesia che costumiamo di significare con questa
770 II | andasse in usanza, allora quel cotal passo efficace e notabile
771 II | notare lo schiacciamento del cranio e lo sprazzo delle cervella
772 I | della poesia, ma non le creda fuorchè coll’immaginativa,
773 III| disprezzino gli antichi, e si credano da molto più di loro nella
774 IV | noi siamo più propensi a creder vivo qualunque oggetto inanimato
775 II | quattro versi d’un romantico, crederà subito di vederle. Il poeta
776 I | perchè il volgo per lo più crederebbe da vero) discendo a quello
777 I | i poeti: più facilmente crederò che altri speri di farlo
778 II | rovinata dall’uso: e quando io credessi che questa mia scrittura
779 II | e degna della poesia, se credeste che il poeta dovesse cantare
780 II | dipingere, viene che non credete degno della poesia quello
781 III| Petrarca un Ariosto appena è credibile che rinasca.~ Ma omettendo
782 IV | e grossezza di cervello. Credono i romantici che l’eccellenza
783 II | romantica (lasciando stare che è creduta nuova, almeno in parte o
784 I | vastissimi regni. Non però va creduto, come pare che molti facciano,
785 I | i fiumi e quelle piante crescano e quel monte sia vestito
786 I | dell’intelletto, vale a dire crescendo la pratica e il sapere,
787 II | forza in altrui; che quanto crescerà l’imperio della ragione,
788 III| proporzione che l’uomo col crescere in età perde la prima candidezza,
789 III| giardini dall’arte agli alberi cresciuti nelle campagne e ne’ monti
790 IV | dalle stesse scuole con voi, cresciuto fra gli studi e gli esercizi
791 III| malve o l’appio verde~O il crespo aneto negli orti perio,~
792 III| naturali, giudaiche, pagane, cristiane, selvagge, barbare, maomettane,
793 I | che il poeta sì come per cristiano e filosofo e moderno che
794 II | fantasie manrovesci tali che la crosta ch’hanno dintorno, per dura
795 III| nè che vada accattando e cucendo insieme ritagli di roba
796 III| quanto agli oggetti del suo culto o greca o latina o italiana
797 III| volendole occultare, si cuopre la faccia, e così va piangendo
798 II | orribilmente sopra un abisso cupo non so quante miglia. Di
799 II | continuo castelli e torri e cupole e logge e chiese e monasteri
800 IV | quanti le sanno o se ne curano? talmente ch’è forza o ch’
801 IV | alcun dubbio non sogliamo curarla gran fatto; certo che quest’
802 I | tempo e le fatiche, non ci curiamo d’altro, e per questo fuggiamo
803 III| aurae in noctem, nec candida cursus~Luna negat, splendet tremulo
804 II | dipingere tutta la figura, ma dà poche botte di pennello,
805 II | mondo, e dai tedeschi e dagl’inglesi specialmente; questi
806 | dallo
807 II | il numero di queste anime dannate è così scarso o più tosto
808 IV | triviale?) non solamente è dannosa anzi mortifera la dissomiglianza
809 IV | temono e cose tali; o dovendo dar segni di vita, e operare,
810 I | e molto più al vero, mi darà forza dicendo e per la patria
811 I | effetti dell’incivilimento daranno lena, secondochè dice il
812 IV | nostra? Alla quale se voi non darete mano così com’è languida
813 I | nome manifestato vaglia a darmi a conoscere, ignotissimo
814 I | osservazioni del Cavaliere, darò indizio d’averle intese.
815 IV | italiani, alla patria vostra, date mano a questa afflitta e
816 IV | appresso lei. Ora questa, debellata due volte dal ferro, e aperto
817 I | lettere e la poesia. Però così debole come sono, ho deliberato
818 I | sconnessione, e però di debolezza. E incominciando dico che
819 III| impedimenti furono più pochi o più deboli, o ella più forte, si sviluppò
820 IV | dominio consumato nella decima parte di un secolo, tanto
821 III| quelle vane decrepite inette declamazioni contro l’uso delle favole
822 III| riposino da quelle vane decrepite inette declamazioni contro
823 III| brevemente ogni cosa manifesta la decrepitezza del mondo, la quale com’
824 II | ritrarre una persona non deforme; lascio che se, posto un
825 IV | Canova. Ora chi potrebbe degnamente o piangere o maledire questa
826 III| cose che durano, certo son degne di durare nella memoria
827 IV | non metterò a confronto la delicatezza la tenerezza la soavità
828 II | appena s’accorgono dei tasti delicatissimi della natura: ci vogliono
829 II | chiariscuri, o anche semplicemente delineata, la fantasia ci aggiunge
830 I | l’intelletto in mezzo al delirio dell’immaginativa conosce
831 III| impallidiscono in ridursi a memoria i delitti favoleggiati dagli antichi.
832 III| settentrionali, amori e delizie loro; non metto in campo
833 IV | dilettati dalla sensibilità dei demonii che degli uomini, e vituperio
834 II | figurare di suo capo un demonio orribilissimo, che non il
835 III| dieno per vinto e non mi deridano e non mi disprezzino? e
836 II | il suo tempo cercava, e deridendo la goffaggine di quel gusto,
837 II | avuto ragione? il deriso o i derisori? E primieramente, posto
838 IV | porco. Ma che maraviglia deriva da questa sorta d’imitazioni?
839 IV | sperimentate, e la cognizione loro derivando o più tosto essendo contenuta
840 I | Ma da quale altra fonte derivano e il nostro infinito affetto
841 II | ciascheduno, e da cui si possono derivare molte e gravissime osservazioni
842 III| diversa natura sieno quelle derivate da questi principii, o vero
843 III| sono suoi (no, italiani, ma derivati a dirittura e più spesso
844 III| meglio conducenti al diletto derivato dalla imitazione della natura,
845 II | atti e coi moti quello che descrive colle parole, e aiutando
846 III| vastità del sentimento, e descrivendolo in guisa che non ci vuol
847 II | ella leggendo s’aspetta e desidera di scordarsi dell’incivilimento,
848 I | libro è pieno di menzogne, e desiderando e proccurando quando leggiamo
849 III| disprezzino? e non più tosto desiderarlo? Desidero, o Lettori, focosamente,
850 IV | e partecipe de’ vostri desideri e delle speranze e de’ timori.
851 III| non più tosto desiderarlo? Desidero, o Lettori, focosamente,
852 | dessi
853 I | nostri, quasi che noi non le dessimo licenza di lasciarsi ingannare
854 IV | di una figura. E già, non destando verun’immagine, il che senza
855 III| Observans, nido implumes detraxit: at illa~Flet noctem, ramoque
856 III| cuore, ma come chi riceve il dettato di esso cuore, e così lo
857 III| iniquo soffocamento strage devastazione di cosa veneranda e santissima,
858 II | tutte le lingue in tutti i dialetti; di questi si citano si
859 I | scudo celeste di lucidissimo diamante abbia difeso Raimondo, quanto
860 II | stermini subbissi orrori diavolerie strabocchevoli, così altre
861 IV | nè pazzi nè rabbiosi, non diavoli incarnati nè bestie, ma
862 I | nelle facoltà loro non sono, dic’egli co’ suoi termini d’
863 IV | statua o figura dipinta ch’io dicea poco sopra, la poesia romantica,
864 II | stampano in tutte le forme, si dichiarano in tutti i modi, si trasportano
865 III| discernerla mai? temere che non mi dieno per vinto e non mi deridano
866 III| diversificare dall’antica, non difendiamo l’abuso nè l’uso delle favole
867 IV | disciplina romantica ha seguaci e difensori e predicatori, e spazia
868 IV | quella che gli avi nostri difesero e accrebbero con milioni
869 I | lucidissimo diamante abbia difeso Raimondo, quanto che Apollo
870 I | conosca l’indole e i pregi e i difetti propri, e non sappia descrivere
871 IV | immaginarsi una maniera di vivere differente dalla nostra, la quale possano
872 IV | maniera che non ci paiano differenti, come spessissimo non sono.
873 II | una delle principalissime differenze tra i poeti romantici e
874 III| suoi caratteri principali differenziare dall’antica, atteso eziandio
875 IV | de’ Cinesi o di qualunque differisce grandemente da noi di costumi
876 III| giudizio d’alcuni, in questo differiscono capitalmente i poeti romantici
877 III| sensibilità si manifesti e diffonda, singolarmente efficace
878 I | indicibile soavità che ci diffonde nell’anima non solamente
879 I | cuore che sappia aprirsi e diffondersi e palpitare d’altro che
880 III| perchè finora sono stato più diffuso che non era mio proponimento,
881 I | immensi paesi, a poco a poco dilatandosi l’imperio dell’intelletto,
882 II | manifestarla, non solamente dilettarci la fantasia, ma liberarcela
883 I | scelte quelle finzioni che dilettassero meglio, più o meno che ingannassero,
884 II | sanno come una volta essere dilettate. E che perciò? Non parvero
885 IV | estremamente; e altri che dilettavano anche reali, dilettano da
886 IV | poeta e sarà, e diletta e diletterà supremamente, ma nessun
887 IV | finattantochè gli antichi diletteranno? e questo ineffabilmente?
888 II | tempo Seneca e Plinio più dilettevoli di Cicerone? Lucano più
889 IV | cagioni per cui sono tanto più dilettose e pregiate le pitture e
890 III| manifestando l’arte e la diligenza e il proposito, che scoperto,
891 II | quella barbarie, e quel diluvio di versi e di scritti, e
892 IV | nascere in questi tempi chi dimenticasse quella verità originaria
893 III| dei passati e del presente dimostra pur troppo chiaro, che qualunque
894 III| incivilimento vogliono che, dimostrandosi, venga burlata come cosa
895 III| sensibilità guardi bene di non dimostrarla? tanto che si lasciano in
896 I | vita nostra, non voglio nè dimostrarlo nè avvertirlo: non è uomo
897 II | e notabilissima, che si dimostrerebbe facilmente e chiaramente
898 III| naturalissima, tuttavia dimostri meglio oggidì gli effetti
899 III| faceano gli antichi, dove noi dimostriamo da per tutto il sapere,
900 III| col nome di patetico vuol dinotare quello che comunemente con
901 II | resto del corpo, ma l’ha dintornata e terminata in maniera da
902 II | Giraffa un vitello marino una Diomedea una palma una meschita o
903 III| poichè ci conosciamo bene, dipingiamoci al vivo; ma per Dio non
904 I | qualunque poeta espresse e dipinse meglio il primitivo, di
905 I | alcuni pastori e pecorelle dipinte sul cielo d’una mia stanza,
906 II | stranieri, ma i figli. Taluno dirà: non affermavi tu poco sopra
907 II | ragione, tanto, snervate e diradate le illusioni, mancherà la
908 I | popolo, bisogna intenderle dirittamente, il che avverto perchè quasi
909 III| italiani, ma derivati a dirittura e più spesso attinti dalle
910 I | scure o poco note, potendo dirne una più chiara della luce,
911 I | non sono altro che persone dirozzate e, qual più qual meno, intelligenti:
912 I | filosofi che piangono l’uomo dirozzato e ripulito e i pomi e il
913 II | buona per li pedanti, e disadatta al tempo nostro, abbiamo
914 IV | del tutto questa materia disadattissima delle parole e dei versi,
915 I | da vero sarebbe un carico disadatto alle mie spalle, ed io togliendolo
916 I | cose piccole, e ornava le disadorne, e illuminava le oscure,
917 II | e chiamiamo svantaggio e disastro della poesia, che tanti
918 I | essere ingannata, quasi discendere e mettersi a paro di quella
919 I | più crederebbe da vero) discendo a quello ch’io voleva dire
920 III| Questi tali e chiunque non discerne a prima vista la differenza
921 III| credere che possano arrivare a discernerla mai? temere che non mi dieno
922 IV | amante spasimata e finissima discernitrice del bello e del sublime
923 III| guisa che a mala pena se ne discernono, o per altre cagioni paiono
924 I | natura invariata e incorrotta discopra allora non ostante l’incivilimento
925 III| aere è senza vento, e si discopre~Ogni cima de’ monti ed ogni
926 IV | praticello~Dell’usignuol discopri la signora,~Quella per cui
927 II | due generi sono assai meno discordi, anzi assai meno dissimili
928 IV | col tin tin tin, e così discorrendo, si può molto acconciamente
929 I | queste cose, chi voglia discorrer bene e da logico, segue
930 IV | odoriferi. Della qual sentenza discorrerò brevemente.~ È certo e manifestissimo
931 IV | ragionevoli e intellettive, e discorrono e conversano seco loro non
932 II | presenti, so che questi discorsi oggi s’hanno per vecchi
933 III| i moderni non s’hanno a discostare un capello dalla maniera
934 I | sarebbe oramai bisogno d’altre discussioni, nè quando bene ci fosse
935 I | il rompere quel silenzio disdegnoso potrebbe nuocere, il comparire
936 IV | quella forma? Ora come sarà disdetto ai poeti il cantare nella
937 IV | bene o male, convenga o disdica all’età nostra, piaccia
938 III| un’altra e dopo un’altra, disegnando colorando ritoccando, lasciando
939 II | vediamo una faccia umana disegnata o incisa a chiariscuri,
940 II | E posto pure ch’il poeta disegni e colorisca per minuto tutta
941 II | conformiamo le prime idee che ci disegniamo in testa del verseggiare
942 III| occultano, e scoprendola, e diseppellendo e spostando e nettando dalla
943 IV | pianse nè piangerà delle disgrazie d’un fiore o d’un pomo o
944 III| naturalezza, e l’affettazione disgusta, e la maraviglia è molto
945 I | quando il cuor nostro o disingannato dall’intelletto non palpita,
946 IV | modo, e tuttavia grave e disinvolta, nemica mortalissima di
947 IV | nelle imitazioni, perchè non dismettiamo del tutto questa materia
948 III| loro; non metto in campo le disonestà le scelleraggini che sono,
949 IV | fa piangere, gli convenga disperare di poter mai commuovere
950 III| scialacquarsi il sentimentale così disperatamente come s’usa ai tempi nostri,
951 II | uomini scelleratissimi, disperati urlanti, che si sbalzassero
952 III| inventi, modelli, combini, disponga, per fare impressioni sentimentali,
953 II | potentemente o aiutata la disposizione ingenita, che forse avrebbe
954 III| leggere i poeti è meglio disposto che non suole a sentirla
955 II | danno, tanto più mi par dispregevole quello che m’era paruto
956 III| pazzo e intollerabile il dispregiare uno scrittore insigne e
957 III| Ma l’avere queste cose in dispregio, e il ricercare quelle che
958 IV | ha formati e circondati; disprezzando la fama presente che tocca
959 IV | le cose di coloro che si disprezzano? e qual gente è più disprezzata
960 IV | o delle cose, nè si può disprezzare senza che qualsivoglia arte
961 IV | pregevole, siamo inclinati a disprezzarla, e senz’alcun dubbio non
962 IV | alle credenze nostre, tutte disprezzate, perch’essendo vanità per
963 III| altri, sono riprovati e disprezzati universalmente; parlo anche,
964 IV | dello scrittore, biasimato e disprezzato ogni volta che non sia spiritoso.
965 II | sieno sogni di fantasie disprezzatrici del presente e vaghe del
966 I | convenisse ai veri savi in questa disputa: e l’esempio de’ veri savi
967 III| poco quello che fin qui s’è disputato largamente, abbiamo veduto
968 II | corrotti, e che un secolo disputi, di quello che un mezzo
969 III| Sappiano che quando noi disputiamo che la poesia moderna non
970 II | poetico che possono essere disseminate per le fantasie popolari,
971 II | discordi, anzi assai meno dissimili che non pare. E da questo
972 IV | dannosa anzi mortifera la dissomiglianza delle creature, ma anche
973 II | miseria dell’argomento mi distacchi dalla modestia che si conviene
974 IV | schernita da quelle genti che distese e calpestò, non serba altro
975 I | avviene ch’egli ne’ putti sia distesissimo, negli adulti mezzano, ne’
976 I | non avverta ed esplori e distingua e smidolli; quando il cuor
977 I | intendendo e conoscendo e distinguendo tante cose, ed essendo persuasi
978 III| Cavaliere chiama patetico, distinguendolo con ragione dal tristo e
979 IV | che molti oggetti non si distinguono da presso ma solamente discosto,
980 IV | parlare di tutte queste cose distintamente. Ma oramai sono sazio di
981 IV | ma in tutto e per tutto disumana? anzi, come ho detto, di
982 I | qualunque non è così guasto e disumanato e snaturato che non senta
983 I | fonti tutto ci era nuovo o disusato, nè trascuravamo nessun
984 I | si piegava, e la punta si disviava, e s’io non erro, quelle
985 II | letti, non averne su per le dita fino alle menome finzioni,
986 I | all’altro, mostrandolo a dito: Questi è quegli che ha
987 III| chi non è nato sensitivo divenir tale, con tutta la civiltà
988 II | vivente e gridante, possa mai divenire straordinaria per gli uomini;
989 III| presente, di quello che possa diventar poeta chi non è nato alla
990 III| linguaggio della natura, e diventare vero poeta senza il sussidio
991 I | si sarebbe immedesimata e diventata tutt’uno colla metafisica,
992 II | imitazione poetica sieno diventati meno comuni, affermiamo
993 II | passo efficace e notabile diventerebbe ordinario, come senza fallo
994 III| moderna non si dee nè si può diversificare dall’antica, non difendiamo
995 III| similissimi agli antichi, e diversissimi. Che secolo è questo? a
996 II | veramente acuto e sublime, e diverso dai più de’ filosofi ch’
997 III| raduntur litora terrae,~Dives inaccessos ubi Solis filia
998 I | quelle che ci ridestano divinamente gli antichi, quelle che
999 II | schiava e superstiziosa, e divota dell’anticaglie, e vaga
1000 II | la foggia romantica è più divulgata che altrove, non pare che
1001 IV | Niente, perch’è materia divulgatissima, e tocca, si può dire, da
1002 II | poesia romantica sia tanto divulgato e potente in Europa, quanto