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| Giacomo Leopardi Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Capitolo grigio = Testo di commento
1503 I | favole turche arabe persiane indiane scandinave celtiche hanno
1504 I | e d’ogni cosa; e quella indicibile soavità che ci diffonde
1505 I | o amica o nemica nostra, indifferente nessuna, insensata nessuna;
1506 IV | muoio di vergogna e dolore e indignazione pensando ch’ella sventuratissima
1507 I | giocondissimamente ci compiacciamo con indistinto desiderio; perchè la natura
1508 I | osservazioni del Cavaliere, darò indizio d’averle intese. Tratterò
1509 I | giornaliere, e le passioni indomite e svegliatissime, nè si
1510 IV | specie di vita appena c’induciamo a credere che ci possano
1511 III| dee perciò dipingere nè indurre a favellare in modo come
1512 I | nessuna mutazione degli uomini indusse mai cambiamento nella natura,
1513 I | poeti antichi non v’abbia inebbriato mille volte di squisitissimo
1514 III| cava fossa~Lungo infinito ineccitabil sonno~Dormiam, dov’altri
1515 I | beati che vaneggiamenti ineffabili che magie che portenti che
1516 IV | tolto colle armi a un popolo inerme quelle opere ch’ella forzatamente
1517 IV | vincitrice di noi fiacchi ed inermi ed immobili, ma sempre vinta
1518 II | perchè nè s’adattano alla inerzia della fantasia loro, rappresentando
1519 I | e una mente non al tutto inesperta del fuoco e dell’impeto
1520 III| come l’amore, ineffabile inesplicabile, donata dalla natura a pochi,
1521 II | in essa tutti e due quegl’inestimabili accidenti, la rarità dell’
1522 IV | qualsivoglia arte diventi inetta a produrre altro che mostri,
1523 II | nè del vergognoso nè dell’infame, nè di sozzurre nè di marciumi
1524 II | sospiri d’un poeta tenero e infelice per una donna di Avignone,
1525 IV | ultima gloria della nostra infelicissima patria, non commettete per
1526 II | sia per rispetto a questo inferiore a quella degli antichi,
1527 III| quando però non li fanno inferiori, come sovente, alle ignominie
1528 I | stesso facilmente si potrà inferire che le opinioni di coloro
1529 IV | nè dopo. Tutto è caduto: inferma spossata combattuta pesta
1530 II | moltitudine, come dire animali infermità officine lavorii strumenti,
1531 IV | quella che per colpa d’altri infermò, per colpa d’altri agonizza,
1532 IV | cose, viene con un nome infernale da un paese romantico uno
1533 IV | contraggenio alle bellezze infernali. Ma quel ridurre pressochè
1534 III| che il Cavaliere tanto infervorato contro ai pedanti abbia
1535 IV | perdonate all’amore che m’infiamma verso la patria vostra,
1536 I | come spesso e facilmente s’infiammava, come libera e senza freno,
1537 IV | stessi, non solamente rendeva infine troppo uniforme l’artifizio
1538 III| italia per questo chiamata infingarda e ignorante e rozza e da
1539 III| agl’imitatori di una natura infinitamente varia e doviziosa. L’osservanza
1540 II | innumerabili) sparse della stessa infioratura; e brevemente la foggia
1541 II | vece che la poesia debba infracidire per amor loro, questi tali
1542 IV | elementi poetici: perocchè infrapponendo sempre persone fra noi e
1543 I | opinioni del popolo è falsa, ingannarlo positivamente, e riempiergli
1544 I | dilettassero meglio, più o meno che ingannassero, stante ch’il fine della
1545 I | intelletto non può essere ingannato dalla poesia, ben può essere
1546 I | studia di fare inganno, e l’ingannatore non cerca il vero ma la
1547 I | inganna gl’intelletti nè gl’ingannò mai, se non per avventura
1548 IV | qualunque non è tale, s’ingegna di trasmutarla in questa
1549 I | per la più parte acute e ingegnose e profonde, e questo, se
1550 IV | nostra a questo desiderio ingenerato negli uomini, specialmente
1551 I | affettazione, l’uno e l’altro ingeniti, credo, in tutti gli uomini,
1552 III| una divina sprezzatura, ingenuamente, schiettamente e, possiamo
1553 IV | spazia per l’alemagna e l’inghilterra e assalisce l’italia nostra,
1554 I | carezzavamo cose incapaci d’ingiuria e di benefizio; quando la
1555 I | abbracciavamo sassi e legni, e quasi ingiuriati malmenavamo e quasi beneficati
1556 III| non dico il biasimo nè le ingiurie nè l’odio che a molti suol
1557 IV | antecessori nostri, e accolte, e ingozzate ghiottissimamente, e lodate
1558 I | istancabile spaziava, come ingrandiva le cose piccole, e ornava
1559 II | quello che ho detto circa all’inimicizia della ragione e della natura,
1560 III| allo sdegno, contro questo iniquo soffocamento strage devastazione
1561 IV | signora,~Quella per cui l’innamorato augello~ Fa la sua risonar
1562 I | illibato, la quale è per modo innata negli uomini, che gli effetti
1563 II | tanti ircocervi e tanti innesti chimerici con quel diletto
1564 IV | non canzoni trionfali, non inni non odi non canti di nessuna
1565 III| schiettamente e, possiamo dire, innocentemente, scrivendo non come chi
1566 I | mare, e perchè le onde s’innoltrino e si ritirino, e come soffino
1567 III| a staia; persone e libri innumerevoli far professione aperta di
1568 IV | staranno sempre immobili e inoperosi, e al poeta basterà di dire
1569 IV | è assalita e addentata e insanguinata da’ suoi figli? O Giovani
1570 II | quanto più riguardo agl’insegnamenti della nuova scuola e ai
1571 IV | quello che non l’esempio nè l’insegnamento nè l’uso nè la pedanteria
1572 I | nostra, indifferente nessuna, insensata nessuna; quando ciascun
1573 I | fuoco quando il volo degl’insetti quando il canto degli uccelli
1574 III| scompagnata da altre nobili e insigni qualità, produce cose che
1575 IV | invano dagli altri popoli, insofferenti che la regina del mondo
1576 III| laonde appresso loro parla instancabilmente il poeta, parla il filosofo,
1577 I | muraglie e di torri, gl’insultiamo tuttavia cogli stessi motteggi,
1578 III| stomacare.~ Frattanto vadano e insuperbiscano della scienza dell’animo
1579 | intanto
1580 I | quello ch’è più mirabile, intantochè maledicevano l’uso delle
1581 II | perchè queste carogne sono intatte, e però possono far effetto,
1582 III| sedens miserabile carmen~Integrat, et moestis late loca questibus
1583 IV | le bestie ragionevoli e intellettive, e discorrono e conversano
1584 III| molto bene consapevole e intelligente di se stesso, e amante della
1585 I | metafisica e sproporzionata all’intelligenza del volgo. Comunque sia,
1586 III| tristissimo vizio della intemperanza, parte perchè non seppe
1587 IV | ho detto delle favole, s’intenda parimente delle opinioni
1588 I | considerate e imparate, e intendendo e conoscendo e distinguendo
1589 I | quello che sento, a volere intender bene il Cavaliere e qualcheduno
1590 III| avremo saputo vederla e intenderla bene? L’indole e l’ingegno?
1591 I | dette del popolo, bisogna intenderle dirittamente, il che avverto
1592 III| spontaneo, ma è nudo e palese l’intendimento risoluto dello scrittore,
1593 III| ogni volta ch’è schietta ed intensa, le leggi di questo incivilimento
1594 II | stessi romantici non sono intensamente dilettati da Omero e da
1595 IV | perverremo in breve all’intento nostro, al quale forse anche
1596 II | fantasia spiccatissima e intera. È manifesto che chi non
1597 II | di tutto il corpo, e le interiora tutte nudate e sparpagliate,
1598 IV | dell’animo nostro, nè senza interminabile o riso o stupore o compassione
1599 III| sensibilità pura e bene interna, che non sappia come questi
1600 II | tanto assuefatte? che s’interni meglio una punta di stagno
1601 I | quando in nessun luogo soli, interrogavamo le immagini e le pareti
1602 IV | quei troncamenti e quelle interruzioni e sospensioni che i moderni
1603 III| il maggior male che possa intervenire alle persone gentili, perciò
1604 IV | abuso non fosse enorme, è inteso da tutti coloro fra’ quali
1605 II | nella fantasia la figura intiera. Così quando vediamo una
1606 II | apparisca, ma conosciamo intieramente che non c’è altro fuori
1607 III| abiteremo e conosceremo intimamente il mondo primitivo, e nel
1608 III| Biblioteche sentimentali intitolate così, risplendere questi
1609 II | proprietà, non sostanziali nè intrinseche, ma estrinseche e casuali
1610 IV | e quali effetti farà l’intrinseco, il quale come ho detto
1611 IV | appartenente alle creature introdotte o comunque mentovate dal
1612 IV | rappresentare azioni nobili, va introdotto più tosto un Agà che un
1613 IV | cantando agl’inciviliti, o vero introdur gente il più che sanno straordinaria,
1614 III| quell’uso, senza del quale è inutile ai poeti moderni la scienza
1615 IV | invidiato e bestemmiato invano dagli altri popoli, insofferenti
1616 III| della natura, sia parimente invariabile, e non si possa la poesia
1617 I | oggi come sempre d’essere invasa rapita innamorata atterrita
1618 IV | facile e meno maraviglioso l’inventare che l’imitare. Ed io so
1619 IV | dignità delle nazioni che le inventarono, o accolsero e coltivarono,
1620 III| poeta a bella posta scelga, inventi, modelli, combini, disponga,
1621 IV | quello che sarà piaciuto all’inventore, non operi sol tanto nella
1622 IV | lo stesso effetto che un’invenzione del poeta: ora fu noto ai
1623 IV | nostro uno solo; poi che l’inverisimile è vinto dal vero, e l’uso
1624 IV | tanto assolute, ma poetiche, inverisimili incredibili impudenti? non
1625 III| rana: a cui però non porto~Invidia, che canzon dolce non canta.~ ~
1626 IV | forzatamente ammirando e invidiando, non seppe nè sa produrre?
1627 IV | grandezza, sempre finora invidiato e bestemmiato invano dagli
1628 I | rarissimo, dovunque coperta e inviluppata come nel più grosso e fitto
1629 III| altre favelle, adombrate inviluppate nascoste oppresse soffocate
1630 I | della natura schietta e inviolata, quelle che ci può e secondo
1631 I | la natura ci chiama e c’invita, e se ricusiamo, ci sforza,
1632 IV | esorto da capitano, ma v’invito da soldato. Sono coetaneo
1633 IV | non può sperare nè vuole invocare aiuto nessuno altro che
1634 I | delle favole greche, hanno inzeppate ne’ versi loro quante favole
1635 II | a ventura, facendo tanti ippogrifi e tanti ircocervi e tanti
1636 IV | non ci fosse più gioia non ira non passione quasi veruna,
1637 III| telas.~Hinc exaudiri gemitus iraeque leonum~Vincla recusantum
1638 II | tanti ippogrifi e tanti ircocervi e tanti innesti chimerici
1639 IV | Tibet o della Nubia o degli irocchesi o degli afgani o anche di
1640 I | ponga mente alla nostra irrepugnabile inclinazione al primitivo,
1641 IV | ma la natura lo spinge irrepugnabilmente a cercare, dico enti simili
1642 II | tedeschi, se vi stomacate, se v’irritate con me, se appena vi tenete
1643 I | quanto che Apollo coll’egida irsuta e fimbriata abbia preceduto
1644 I | patriarchi e di Abramo e d’Isacco e di Giacobbe e dei casi
1645 III| se anticamente quando per iscarsezza di quest’aiuto ch’io dico,
1646 III| aguzzando gli occhi per iscorgere quello che mentre abbiamo
1647 II | corruttela. Sto a vedere che per iscriver cose da contemporanei, non
1648 II | spuntonate romantiche per iscuoterle e svegliarle: gente alla
1649 IV | cui, mentre i Lapponi e gl’Islandesi amano la patria loro, l’
1650 II | in maniera da farla stare isolata e da se, giacchè allora
1651 III| offendono scelleratamente, non isperino ch’io dica nè Aristotele
1652 III| infinità di gente ha per isquisiti e preziosissimi; parlo di
1653 I | senza freno, impetuosa e istancabile spaziava, come ingrandiva
1654 III| chiunque l’ha provata pure un istante. Non che sia sfacciata,
1655 IV | non per capriccio ma per istituto, non di rado ma tuttogiorno?
1656 III| non ascoltato la lunga istoria; l’animo umano non avea
1657 II | e fetide e schifose, non istraordinarie in nessun modo per se, nè
1658 III| sensibilità vera, e non istravolta nè sformata e sconciata
1659 I | radici antichissime, e con istrumenti d’antichissimo uso si possono
1660 IV | posta un’altra europa bene istrutta di quelle favole onde questa
1661 II | fatto vecchio e comune, non isveglierà più niente, si vedrà quanta
1662 III| culto o greca o latina o italiana sol tanto, ma può essere,
1663 | IV
1664 IV | tosto un Pechinese che un Lacedemone, più tosto un ceffo che
1665 IV | spossata combattuta pesta lacera e alla fine vinta e doma
1666 IV | prima svergognava i suoi ladroni, svergognerà noi medesimi,
1667 I | intendere, del qual costume si lagna il Breme a ragione, imperocchè
1668 IV | del passato, e la vista lagrimevole del presente, impedite questo
1669 IV | che non sia stillata per lambicco dal cervello dello scrittore,
1670 III| cuore, non ne aveva notato i lamenti, non ascoltato la lunga
1671 II | fa molto più caso qualche lampada mezzo morta fra i colonnati
1672 III| languirà ne’ poeti, come già langue da molto tempo. E qui non
1673 IV | sulle rive dal mare; vedo languido e pressochè spento l’amore
1674 III| diletti sostanziosi e celesti, languirà ne’ poeti, come già langue
1675 IV | rabbia, per cui, mentre i Lapponi e gl’Islandesi amano la
1676 II | continuamente a rivi da larghissima vena? E sanno e vedono queste
1677 I | alle prese e giuochiamo largo, non temendo tanto il nemico
1678 I | soprannaturali e di sogni e di larve: e soggiunge che presentemente,
1679 III| vale a dire appena mi si lascia credere che in questi tempi
1680 IV | meno confusamente nè meno lasciandolo il poeta immaginare agli
1681 III| dimostrarla? tanto che si lasciano in pace e si lodano solamente
1682 III| sieno falsi, non voglio lasciar di ammonire i romantici,
1683 II | loro, questi tali debbano lasciarla da canto, e badare a cose
1684 I | non le dessimo licenza di lasciarsi ingannare più che tanto,
1685 IV | sapete bene che un comento lastricato, per esempio, di pezzi dell’
1686 III| carmen~Integrat, et moestis late loca questibus implet.~ ~
1687 I | e ripulito e i pomi e il latte cambiati in carni, e le
1688 II | CERCHI A CUI ’L CIEL FA DI LAVAGNA.~O che bel fraseggiare!
1689 II | animali infermità officine lavorii strumenti, edifizi di costrutture
1690 IV | volere che sieno uditi; o si lavorino a posta un’altra europa
1691 III| mercè del quale, se mi è lecito far parola di me, non ho
1692 III| meno sentimentali che si leggano oggidì. Una notte serena
1693 III| me, non ho finito mai di legger l’Iliade, ch’io non abbia
1694 II | ella le sue mode, diventi leggera per esser sempre gagliarda;
1695 IV | presso al quale è vanto la leggerezza come presso agli altri la
1696 III| vivo, in modo che noi nel leggerli vediamo e sentiamo le cose
1697 IV | vogliate credere ch’io dia nel leggero e nel fanciullesco, se anderò
1698 III| sentimentale? Senza fallo. Ora leggete questa similitudine di Omero:~ ~
1699 I | illusioni? Che natura o che leggiadra illusione speriamo di trovare
1700 IV | passione quasi veruna, non leggiadria nè dolcezza nè forza nè
1701 I | desiderando e proccurando quando leggiamo poesie, d’essere ingannati
1702 II | sia poco frequente; certo leggono e citano e lodano alla giornata
1703 II | potranno più somministrare legittimamente.~ La seconda cagione del
1704 II | potagione o tagliatura di legne, o pastura di greggi o d’
1705 I | e abbracciavamo sassi e legni, e quasi ingiuriati malmenavamo
1706 III| nostre, nè l’incivilimento è legno da tali frutti: non facciamo
1707 III| così va piangendo sotto il lembo della veste finattanto ch’
1708 III| exaudiri gemitus iraeque leonum~Vincla recusantum et sera
1709 III| rammemorarsi delle cose che lesse o intese, e di quello che
1710 III| di poesia lo Schlegel il Lessing la Staël, e di schernire
1711 II | senno di quei gravissimi letterati che per quanto il silenzio
1712 I | beatitudine che ci cagiona la lettura di qualunque poeta espresse
1713 IV | separare da questa? e per levargli quel vizio bisognerebbe
1714 IV | alla patria nostra quasi levata dal numero delle nazioni,
1715 I | alla poetica si fossero levati uomini famosi e grandi,
1716 I | candida semplicità, che la lezione de’ poeti antichi non v’
1717 II | santa natura che non è nè leziosa nè feroce, nè Sibarita nè
1718 I | ne’ primi uomini andava liberamente vagando per immensi paesi,
1719 II | dilettarci la fantasia, ma liberarcela dalle angustie, non solamente
1720 III| A noi l’immaginazione è liberata dalla tirannia dell’intelletto,
1721 II | partigiani della natura, e questi liberi questi savi questi amici
1722 I | quasi che noi non le dessimo licenza di lasciarsi ingannare più
1723 I | seguitare sicuramente e lietamente i nostri studi e i nostri
1724 IV | dagli antichi prontissimi e lieti; nè c’è una penna tra noi
1725 IV | tutto, empiendo le pagine di lineette o di punti; perchè stimavano
1726 IV | troppo vedo corrotta la lingua, il che non è mai scompagnato
1727 IV | intendere qualcheduno dei linguaggi umani, arriverebbero facilmente
1728 II | trasportano in tutte le lingue in tutti i dialetti; di
1729 II | fatto il callo ai cibi e liquori gentili. Questa durezza
1730 III| Proxima Circaeae raduntur litora terrae,~Dives inaccessos
1731 III| Integrat, et moestis late loca questibus implet.~ ~ Che
1732 III| dove sono i nemici? chi loda più la Sofonisba del Trissino
1733 III| vergognino d’esser pronti a lodare chiunque citi in materia
1734 II | sia vero, di quello che mi lodassero come profeta, giacch’è meglio
1735 IV | delle paci, magnifica ricca lodata riverita adorata; non conosceva
1736 I | Osservazioni del Cavaliere Lodovico di Breme intorno alla poesia
1737 II | castelli e torri e cupole e logge e chiese e monasteri e appartamenti
1738 I | voglia discorrer bene e da logico, segue necessarissimamente
1739 II | stagno non pena tanto a logorarsi quanto l’acciaio: nondimeno
1740 I | forza di nessuna fuorchè lorda o bassa inclinazione umana
1741 II | dilettevoli di Cicerone? Lucano più di Virgilio? E quelle
1742 I | volto la sua molestissima lucerna, la scienza che le contrasta
1743 I | Angelo collo scudo celeste di lucidissimo diamante abbia difeso Raimondo,
1744 III| inaccessos ubi Solis filia lucos~Adsiduo resonat cantu, tectisque
1745 III| con ragione dal tristo e lugubre o sia dal malinconico proprio,
1746 II | se bisogna la ombreggia e lumeggia. Ma se noi non conosciamo
1747 II | i colori e le ombre e i lumi, e compie la figura. Così
1748 III| Urit odoratam nocturna in lumina cedrum,~Arguto tenues percurrens
1749 III| negat, splendet tremulo sub lumine pontus.~Proxima Circaeae
1750 I | ieri nè ierlaltro, ma da lunghissimo tempo abbia finito di sentire
1751 II | corruzione d’oggidì molto è lungi che sia tanto diffusa e
1752 IV | medesima età spettatrice del lutto e del giubilo dell’italia
1753 IV | non inventa qualche bella macchina la quale mediante diversi
1754 I | frodi, e con mille ingegni e macchine scalzarla e pressarla e
1755 III| similitudine:~ ~Qualis populea maerens Philomela sub umbra~Amissos
1756 IV | prevarrà la voce dei nuovi maestri, e se alla fine ci sarà
1757 II | sciocchi il Gravina e il Maffei e gli altri che coll’opera
1758 III| ritirando e nascondendo, o magagnando e sfigurando, a proporzione
1759 II | fare quando il gusto sia magagnato e cattiva e torta la via
1760 II | del linguaggio poetico del magazzino de’ romantici, il quale
1761 III| cagione e premio di fatti magnanimi, seconda vita più cara della
1762 I | Confesso che un silenzio magnanimo pareva a me pure il meglio,
1763 IV | delle guerre e delle paci, magnifica ricca lodata riverita adorata;
1764 IV | ghiottissimamente, e lodate e magnificate quante poesie quanti romanzi
1765 III| con quelli in guisa che a mala pena se ne discernono, o
1766 I | dilettare. E sia pure più malagevole a preparare quelle illusioni
1767 IV | scontentezza, e un desiderio maldistinto come di cosa che manchi;
1768 I | più mirabile, intantochè maledicevano l’uso delle favole greche,
1769 IV | degnamente o piangere o maledire questa portentosa rabbia,
1770 III| ordinariamente o sempre un colore di malinconia; e volendo che consista
1771 III| e corrotta, dove non sia malmenata e soppressata e pesta, tenerissima
1772 I | legni, e quasi ingiuriati malmenavamo e quasi beneficati carezzavamo
1773 I | sopraccaricandolo di credenze vane e malvage, atteso ch’in materia di
1774 I | qualunque credenza falsa è malvagia; o che gl’inganni solamente
1775 III| amoroso:~ ~Ahi ahi, quando le malve o l’appio verde~O il crespo
1776 III| tempi nostri, gittarsi a manate, vendersi a staia; persone
1777 I | frequentissima? E se altri mancano, chiamo voi, Lettori, in
1778 I | stesso o Cavaliere: non può mancare a voi quell’esperienza ch’
1779 III| frasi lette o sentite; e mancata o illanguidita la ricordanza,
1780 II | poeti inglesi e tedeschi, vi mancherebbe la lena, e non sareste da
1781 IV | prometto al mondo, che non mancherò finch’io viva alla patria
1782 IV | schivi della natura, nè ci manda dietro alle inezie e alle
1783 IV | era bambino, e anche oggi mandato sovente ad effetto dalla
1784 II | CO ’L FULMINE TREMENDO~MANDÒ IN PEZZI DI FLEGRA LA MONTAGNA,~
1785 II | conosciuti letti studiati usati maneggiati da tutto quanto il mondo,
1786 II | cannocchiali e strumenti manifatture officine d’ogni sorta, e
1787 III| esse, ch’è il dipingere, manifestando l’arte e la diligenza e
1788 II | imitar la natura, ma anche manifestarla, non solamente dilettarci
1789 I | scrisse, nè che il mio nome manifestato vaglia a darmi a conoscere,
1790 III| vediamo come la sensibilità si manifesti e diffonda, singolarmente
1791 III| io, manifesta la scienza, manifestissima l’arte per cagione ch’è
1792 II | uomini? e in somma non vedete manifestissimamente che noi schiavi noi pedanti
1793 III| riscontriamo a ogni poco manifestissimi argomenti di cognizione
1794 III| più forte, si sviluppò e manifestossi, e alle volte diede frutti
1795 II | menano a quelle fantasie manrovesci tali che la crosta ch’hanno
1796 II | straordinaria per gli uomini; ma il mantello dell’incivilimento che nasconde
1797 I | arte e d’ogni cosa umana mantenendosi eternamente quella, a volerne
1798 I | intendiamo? Forse ci basta di mantenere in quiete la coscienza nostra,
1799 II | Stimo che acciocch’ella mantenga sempre quell’efficacia che
1800 IV | acquistarono e alla patria mantennero nome e gloria più durevole
1801 III| potendo egli anche oggidì, mantenuta l’osservanza del verisimile
1802 III| cristiane, selvagge, barbare, maomettane, cavalleresche, filosofiche
1803 IV | per esempio, de’ popoli maomettani. Perchè, a dimostrare aspetti
1804 I | dall’ignoranza, per la quale maravigliandosi balordamente d’ogni cosa,
1805 I | loro apparenze, e non si maravigliano del lampo nè del tuono,
1806 II | stoltezza vostra come voi vi maravigliate della stoltezza di que’
1807 I | ingegno e di studio, se ne sia maravigliato. Ecco dunque manifesta e
1808 II | chiameranno barbari, e si maraviglieranno della stoltezza vostra come
1809 III| da qualche filologo: mi maraviglierei, se non sapessi che i romantici
1810 II | masnadieri, fumanti grondanti marciosi, pendenti da alberi insanguinati,
1811 II | infame, nè di sozzurre nè di marciumi nè d’orrori nè di mostri,
1812 II | dipinta una Giraffa un vitello marino una Diomedea una palma una
1813 III| rimembranza e il desiderio del marito, famoso in Grecia ed in
1814 IV | arti e nello scrivere, ch’è maschio appresso noi, femmina imbelle
1815 II | all’assassinio, quarti di masnadieri, fumanti grondanti marciosi,
1816 I | umano già certa e quasi matematica e risolutamente analitica,
1817 IV | dirò pure, propriamente matta la consuetudine dei romantici
1818 II | schiavi noi pedanti noi matti amici dell’arte, siamo i
1819 I | nè per giovanezza nè per maturità nè per vecchiezza non s’
1820 IV | e parimente gli Egizi i Medi i Persiani se li fabbricavano
1821 III| al gran silenzio dell’età media; e tuttavia, potendo anche
1822 I | risoluta in un complesso di meditazioni, non che abbiano soggettata
1823 IV | Purana o del Ramaiuna o del Mega duta, non sarebbe mica pedantesco,
1824 I | d’Erodoto più soavi del mele, onde poi nel vederlo, l’
1825 I | genio che tutti abbiamo alle memorie della puerizia si deve stimare
1826 II | imitano veramente la natura, menano a quelle fantasie manrovesci
1827 III| io non ho più cuore di menarmi per bocca questa materia
1828 IV | lungo le strade per cui mi menavano, e in altre cose tanto remote
1829 I | non effetto non accidente menomissimo di passione ch’altri non
1830 I | cose; o che il poeta non menta mai, e non sia più poeta;
1831 IV | stesso è accaduto già di mentovarlo in questo Discorso. Ma bisogna
1832 III| così per la ragione che ho mentovata, come per altre molte, è,
1833 IV | creature introdotte o comunque mentovate dal poeta, se queste non
1834 IV | poichè m’è venuta fatta menzione delle favole greche, noterò
1835 III| nel genere sentimentale meriti di essere anteposto, quel
1836 II | non a bello studio ma per mero accidente s’abbattessero
1837 II | una Diomedea una palma una meschita o cose simili, o quando
1838 IV | di scelta avveduta e di mescolanza opportuna, non quelle tante
1839 III| costoro non è altro che un mescuglio o una filza di rimembranze
1840 IV | tempo e le stagioni e i mesi e l’ozio e la morte e infinite
1841 II | nella poesia, che anche messa in opera come non doveva,
1842 II | opera di città, che non messe o battitura o vendemmia
1843 IV | poetico parte si riduca alla metà, parte al niente. E in oltre
1844 I | ragioni: non so se saranno metafisiche, ma saranno ragioni; e se
1845 II | Sudate, o fochi, a preparar metalli,~ ~così operava pessimamente
1846 III| aprisse una nuova strada, al Metastasio e all’Alfieri che non somigliassero
1847 III| amplificazione di prosopopea di metonimia di protasi di epitasi e
1848 IV | mediante diversi ingegni metta fuori di mano in mano vedute
1849 IV | che paiono i romantici, mettendomi di proposito a confutare
1850 II | vittoria che di condurgli a metter mano alle armi.~ ~
1851 IV | IV~ Ora non metterò a confronto la delicatezza
1852 II | in questa forma, se non mettete la gloria vostra, compatriotti
1853 III| scrutinano e se ne pregiano e la mettono in luce, per questo si deve
1854 II | meno, prima sommamente poi mezzanamente, sempre più comuni e familiari
1855 II | le cose eccessive che le mezzane? Lascio quando non s’imita
1856 I | distesissimo, negli adulti mezzano, ne’ vecchi brevissimo.
1857 II | il vedere quelle teste o mezze teste, e quelle code, e
1858 IV | Ariosto e dell’Alfieri e di Michelangelo e di Raffaello e del Canova.
1859 IV | tempo è intollerabile e micidiale? Ora come succede che noi,
1860 II | abisso cupo non so quante miglia. Di questa durezza ne partecipa
1861 II | più facile il contraffarlo migliore ch’ei non è, di quello che
1862 IV | stessa, perduta la gloria militare, fatta in brani, disprezzata
1863 I | falso, tanto agli Angeli del Milton e alle sostanze allegoriche
1864 III| gli antichi di ricchezze minori? E tuttavia, se questo difetto
1865 I | scienze e delle arti, i miracoli dell’industria, l’esperienze
1866 IV | ma lo spogliava della più miracolosa fra tutte le magie, quella
1867 IV | come cose stravaganti e miracolose, ma ordinarie, non per capriccio
1868 III| romantici e i nostri, che quelli mirano al cuore e questi alla fantasia;
1869 III| Flet noctem, ramoque sedens miserabile carmen~Integrat, et moestis
1870 III| esili come stentate come misere come secche come tutte in
1871 III| come questi diletti sieno miseri e vani appresso quelli che
1872 III| santissima, conforto di queste miserie, cagione e premio di fatti
1873 II | qualsivoglia genere, segnatamente misfatti atrocissimi, cuori e menti
1874 III| presente o sono collegati e misti con quelli in guisa che
1875 I | quasi specie non forma non misura non effetto non accidente
1876 IV | così riprovando il sistema mitologico, e opponendogli il vitale,
1877 IV | prosegue dicendo che nelle mitologie la natura veniva piuttosto
1878 III| Sofonisba del Trissino perch’è modellata secondo le regole di Aristotele,
1879 III| bella posta scelga, inventi, modelli, combini, disponga, per
1880 IV | conservare con ogni studio la moderazione, non solamente in quelle
1881 IV | robusta e delicata, eccelsa e modesta, dolce e tenera e sensitiva
1882 II | argomento mi distacchi dalla modestia che si conviene a questo
1883 III| quella intima e spontanea, modestissima anzi ritrosa, pura dolcissima
1884 III| sentimentale, spontaneo modesto verecondo semplice ignaro
1885 IV | detto che la natura è vita modificata in migliaia di guise, e
1886 III| miserabile carmen~Integrat, et moestis late loca questibus implet.~ ~
1887 IV | solamente non dilettano anzi molestano, nè possono dilettare altrimenti
1888 I | con dubbi importuni non ci molesti, e ci lasci seguitare sicuramente
1889 I | le oppone al volto la sua molestissima lucerna, la scienza che
1890 III| spontanei, come sgorgano mollemente, come non da scaturigine
1891 II | finalmente cuori e fantasie così molli che piglino a prima giunta
1892 | moltissime
1893 II | cupole e logge e chiese e monasteri e appartamenti e drappi
1894 III| inglese tedesca europea mondiale; ch’è del pari pedantesco
1895 II | che ho detto, in cambio di montagne e foreste e campi e spighe
1896 IV | bellissima terra, e de’ monumenti e delle ceneri de’ nostri
1897 III| profondità di quel sentimento morale, che armonizza meglio coll’
1898 IV | mano così com’è languida e moribonda, sopravvivrete o Giovani
1899 II | caso qualche lampada mezzo morta fra i colonnati d’un chieson
1900 IV | grave e disinvolta, nemica mortalissima di qualsivoglia affettazione,
1901 III| o saggi,~Come prima siam morti, in cava fossa~Lungo infinito
1902 IV | solamente è dannosa anzi mortifera la dissomiglianza delle
1903 III| portare questi versi di Mosco presi dal Canto funebre
1904 IV | vive, dal qual desiderio mossa la fantasia vivifica oggetti
1905 III| altri di quando in quando è mosso da questo o da quell’oggetto
1906 III| Ma in che modo la imitò? Mostrando prima una parte e poi un’
1907 I | l’uno diceva all’altro, mostrandolo a dito: Questi è quegli
1908 II | se il poeta proccura di mostrargli una riga di sangue sul petto
1909 III| italiani, parve meglio di mostrarsi nello scrivere figliuoli
1910 II | maniera di vedere le parti mostrate dal poeta, non ci aggiunga
1911 III| in persona; e quindi si mostravano come inconsapevoli d’essere
1912 II | giornaletti a posta, colle mostre di ciascheduna poesia che
1913 I | spalle, ed io togliendolo mi mostrerei temerario non coraggioso;
1914 II | insieme colle altre più mostruose, principalmente le terribili.
1915 IV | loro, in grandissima parte mostruosissime e ridicolissime, tutte oltremodo
1916 IV | scellerato, e per ogni parte mostruosissimo? Troppe parole si potrebbero
1917 II | sofisticherie di frenesie di mostruosità di ridicoli, è il dono,
1918 II | diletto che può scaturire dal mostruoso; o che non veda nè aggiunga
1919 III| spostando e nettando dalla mota dell’incivilimento e della
1920 IV | cattiva indole, m’erano poi motivo d’amar queste e d’odiar
1921 II | Lettori l’immagine o il moto conveniente, venga significata
1922 I | insultiamo tuttavia cogli stessi motteggi, quasi ch’esser ultimo a
1923 I | oscuro il quale dica non motti ma ragioni, non possa nuocere
1924 IV | le speranze vostre che vi moviate a compassione di questa
1925 II | vaga della ruggine e della muffa, e ghiotta dello stantìo?
1926 II | e solitario, che non il muggito de’ buoi per le valli; più
1927 IV | colpa d’altri agonizza, muoia fra le mani vostre per colpa
1928 IV | altro che il vostro. Io muoio di vergogna e dolore e indignazione
1929 I | animali e le piante e le mura de’ nostri alberghi, ogni
1930 I | come dentro a recinti di muraglie e di torri, gl’insultiamo
1931 I | lettore di poeti e uditore di musici e spettatore d’artefici,
1932 I | noi, non dico poeta non musico non artefice non d’ingegno
1933 II | immutabili? Qualunque cosa non si muta, qualunque dura sempre,
1934 II | questi le transitorie e mutabili, quelli le opere di Dio,
1935 I | però la poesia non si venga mutando, come vogliono i moderni,
1936 II | proviene dalla novità, bisogni mutar foggia di quando in quando,
1937 I | primitive della natura non sono mutate nè si muteranno, così l’
1938 IV | piante e che so io, non mutati niente di figura, nè meno
1939 I | riguardanti, ma nessuna mutazione degli uomini indusse mai
1940 I | natura non sono mutate nè si muteranno, così l’amore degli uomini
1941 III| starai sotterra ascoso e muto,~Quando parve alle ninfe
1942 III| rado nascoste e contenute e nascenti da se quantunque non espresse,
1943 IV | mondo come abbia potuto nascere in questi tempi chi dimenticasse
1944 III| si vada poi ritirando e nascondendo, o magagnando e sfigurando,
1945 II | pittore non ha finto di nascondere il resto del corpo, ma l’
1946 IV | sfacciata, ch’è impossibile a nasconderla, impossibile a colorarla,
1947 II | nostro, ma pure agli occhi, nascondeva assai meno agli antichi,
1948 II | dipingere in luoghi deserti e nascosti e favorevoli all’assassinio,
1949 I | Per queste cagioni terrò nascosto il mio nome, non per timore,
1950 IV | come in un viso piccolo un naso grande, come in un edifizio
1951 IV | emulare quei divini artefici nati da una stessa madre con
1952 IV | casuale e arbitrario, e non naturalissimo e necessarissimo, nè venuto
1953 I | si giovi parimente. Ma se nebbie e sogni e fantasmi sono
1954 II | oscuramente e senza paragone più nebbiose e più slavate che altri
1955 | nec
1956 II | cittadinesca, ma è diffusa necessariamente per tutta la terra e poco
1957 III| la quale è stata sempre necessarissima opera del poeta, ma rimovendo
1958 I | bene e da logico, segue necessarissimamente che la poesia non potendo
1959 III| occhi a prima giunta. Chi nega che poetando non ci dobbiamo
1960 II | dagli antichi, e tuttavia negano che convenga al tempo nostro
1961 IV | prodigiosa contraddizione, di negare che le credenze e i costumi
1962 II | della prima condizione, e negasse il nome di poeta a chiunque
1963 III| nec candida cursus~Luna negat, splendet tremulo sub lumine
1964 IV | dico positivamente perchè negativamente è facile, ma non ha che
1965 IV | mondo sa ed afferma, sia negato o ignorato dai romantici,
1966 II | comuni: contuttociò non neghiamo che la condizione de’ poeti
1967 III| sembianza di casuale nè di negletto nè di spontaneo, ma è nudo
1968 I | largo, non temendo tanto il nemico che è fuori quanto quello
1969 II | in un pantano di sangue nero e gorgogliante; da introdurre
1970 IV | numi; nè però ci taglia i nervi, nè c’empie di superstizione
1971 III| diseppellendo e spostando e nettando dalla mota dell’incivilimento
1972 I | meno sarebbe sparita, e di netto si sarebbe immedesimata
1973 III| durus arator~Observans, nido implumes detraxit: at illa~
1974 III| muto,~Quando parve alle ninfe eterno canto~Dare alla rana:
1975 IV | Eneide, e nell’episodio di Niso ed Eurialo, e che so io?
1976 | niuna
1977 IV | qualunque tra loro è più nobile, s’anche hanno qualche cosa
1978 III| utilissime alla speditezza e alla nobiltà del dire, in generale, alla
1979 III| Vincla recusantum et sera sub nocte rudentum.~ ~Che ve ne pare?
1980 III| tectisque superbis~Urit odoratam nocturna in lumina cedrum,~Arguto
1981 II | cambiando e consumando.~ ~Tutto noia si fa, l’amore e il sonno~
1982 III| sentimentale degli antichi e nominatamente dei due che si son detti
1983 III| ha uguale, non ne farà? E nomino Omero più tosto che verun
1984 IV | riguardasse veruna cosa con noncuranza; e il poeta potesse rivolgersi
1985 IV | facciamo alla giornata, nonostantech’in grandissima parte sieno
1986 II | ponderate ma sviscerate, e fatte norma del loro poetare. Oh per
1987 IV | quanto più sono accurate e notabili; che allora in esse quasi
1988 II | è una verità manifesta e notabilissima, che si dimostrerebbe facilmente
1989 IV | uno squisitissimo diletto notando così tutta l’imitazione
1990 IV | menzione delle favole greche, noterò con poche parole una svista
1991 II | arnesi forestieri o mal noti, sospesi in aria così per
1992 III| come di cose poeticissime, notissime a tutti, usitatissime appresso
1993 I | possa desiderare d’aver notizia di chi scrisse, nè che il
1994 III| alma.~ ~Un veleggiamento notturno e tranquillo non lontano
1995 IV | caso, del Tibet o della Nubia o degli irocchesi o degli
1996 II | gran roccia stagliata e nuda che sporge al fianco d’una
1997 II | corpo, e le interiora tutte nudate e sparpagliate, e ogni cosa
1998 I | arbitrari DEL TUTTO, e DEL TUTTO nudi di analogia con quel vero
1999 I | tratta per computi e formole numerali? La vicendevole fratellanza
2000 IV | incarnati nè bestie, ma quasi numi; nè però ci taglia i nervi,
2001 IV | esse favole, dalla quale nuovamente potremo intendere quanta
2002 III| dei romantici e del gran nuvolo di scrittori sentimentali,