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Giacomo Leopardi
Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)
ricor-spiri | splen-zeppi

                                                 grassetto = Testo principale
     Capitolo                                    grigio = Testo di commento
2503 IV | sovvenite alla madre vostra ricordandovi degli antenati e guardando 2504 II | di questi si citano si ricordano s’accennano tutto giorno, 2505 I | fantasia degli antichi, e le ricordanze della prima età e le idee 2506 III| cose, ne impareremo o ci ricorderemo o ci riavvezzeremo a tante 2507 IV | Molto più ci consola e ricrea, se ci occorre nessuna figura 2508 III| il canto ricomincia, si ricuopre e ripiange; e cento altre 2509 IV | certo che questo tesoro ricuperato incredibilmente, laddove 2510 II | un giuoco per voi, e se ricusate di poetare e di applaudire 2511 IV | viva alla patria mia, ricuserò fatica tedio stento 2512 I | chiama e c’invita, e se ricusiamo, ci sforza, la natura vergine 2513 III| avvertano che se altri ride e se essi ridono di amplificazione 2514 I | sono appunto quelle che ci ridesta l’imitazione della natura 2515 I | il poeta, quelle che ci ridestano divinamente gli antichi, 2516 I | può e secondo noi ci deve ridestare il poeta, quelle che ci 2517 IV | pensar cosa tanto strana e ridicola che dai romantici non sia 2518 II | frenesie di mostruosità di ridicoli, è il dono, o mia patria, 2519 IV | grandissima parte mostruosissime e ridicolissime, tutte oltremodo ripugnanti 2520 III| che infiniti e vivissimi. Ridomando se per forza loro, aiutata 2521 III| professione aperta di sensibilità; ridondare le botteghe di Lettere sentimentali, 2522 III| se altri ride e se essi ridono di amplificazione di prosopopea 2523 IV | diletto poetico parte si riduca alla metà, parte al niente. 2524 I | intelletto, e finalmente si riduce quasi a nulla, così più 2525 II | i nostri, nella quale si riducono e contengono infinite altre, 2526 IV | bellezze infernali. Ma quel ridurre pressochè tutta la poesia 2527 III| abbrividiscono che impallidiscono in ridursi a memoria i delitti favoleggiati 2528 IV | soave incenso al ciel poi riede.~Oh quanta i suoi sospir 2529 I | ingannarlo positivamente, e riempiergli la testa d’errori e di fandonie, 2530 III| che la contrariano, al che riesce oh quanto di rado! e oltracciò 2531 IV | quel vizio bisognerebbe rifarlo? non vede ch’il poeta è 2532 III| discosto dal primitivo, rifatta capace dei diletti soprumani 2533 IV | dice il Cavaliere nei passi riferiti di sopra, e io dirò poco 2534 III| Si ravviva un altr’anno e rifiorisce.~Ma noi que’ grandi e forti 2535 I | di non intendere, quegli rifiuta ogni controversia. Ma, dirò 2536 IV | questa setta. Certo ch’il rifiutare e deridere e bestemmiare 2537 IV | considerate se vada sprezzata e rifiutata, vedete se sia tale da vergognarsene 2538 III| portino, e anche l’odino e lo rifiutino, vanno errati di grandissima 2539 IV | barbare sostituite dai nostri riformatori in luogo delle greche? Niente, 2540 II | poesia, ch’era l’ultimo quasi rifugio della natura, e d’impedire 2541 III| quando graziosi in cielo~Rifulgon gli astri intorno della 2542 II | proccura di mostrargli una riga di sangue sul petto d’un 2543 II | promette chi dice di volervi rigenerare e risuscitare: a questi 2544 III| si sconsiglia e biasima e rigetta da qualunque de’ nostri 2545 II | vogliamo all’orribile, per cui rigettando, come ho detto più sopra, 2546 II | parte comuni ma fin qui o rigettati o poco amati dalla poesia, 2547 IV | contraddizione dei romantici che riguarda le favole, essendoch’ella 2548 I | variano pel variare de’ riguardanti, ma nessuna mutazione degli 2549 IV | per molto che ci diletti a riguardarla, nondimeno sogliamo provare 2550 IV | dico enti simili a se, riguardasse veruna cosa con noncuranza; 2551 IV | viva forza l’artiglio, ha rilasciato la preda; e quelle opere 2552 III| espresse, ma per lo più rilevate e scolpite, e brevemente 2553 I | che certamente è di tanto rilievo quanto le lettere e la poesia. 2554 II | uomini. La qual differenza e riluce abbondantemente nei soggetti 2555 IV | questa gloria questa vita rimane alla patria nostra quasi 2556 IV | tanta miseria, perciò si rimanga senz’aiuto, perchè non può 2557 III| resta solamente qualche rimasuglio, in quanto altri di quando 2558 II | un bosco; più l’eco e il rimbombo di un appartamento vasto 2559 II | forza d’uso si snerva, che rimedio ci troverà questo nostro 2560 III| incessantemente l’affanna per la rimembranza e il desiderio del marito, 2561 III| mescuglio o una filza di rimembranze di storie di novelle di 2562 I | alla natura, consiste in rimetterci coll’immaginazione come 2563 III| necessarissima opera del poeta, ma rimovendo gli oggetti che la occultano, 2564 III| Ariosto appena è credibile che rinasca.~ Ma omettendo di buona 2565 II | dei primi poeti del mondo rinato agli studi, nel seguitare 2566 III| poesie di quelli che ci rinfacciano tutto giorno, che abbrividiscono 2567 II | cose caduche, cose che si rinnuovino, cose che passino: abbia 2568 I | fantasia, ma chiusi dai ripari dell’intelletto: a volere 2569 IV | umano, e avendole notate e ripetute mille volte quell’arte poetica 2570 III| ricomincia, si ricuopre e ripiange; e cento altre cose di questa 2571 III| uomo non si era per anche ripiegata sul cuore, non ne aveva 2572 III| familiarità degli antichi, ripiglieremo per rispetto alla poesia 2573 IV | mani; e i versi son questi, riportati dal Cavaliere secondo la 2574 IV | vivacissima, e tuttavia riposata e assennata e soda, robusta 2575 IV | allora in esse quasi ci riposiamo, e per esse prendiamo più 2576 III| romantici, che oramai si riposino da quelle vane decrepite 2577 II | fallo; del che qualunque la riprende, con molto più convenienza 2578 II | con molto più convenienza riprenderebbe la natura delle cose, cioè 2579 IV | esclusivamente sotto le umane. E così riprovando il sistema mitologico, e 2580 III| soprastando agli altri, sono riprovati e disprezzati universalmente; 2581 IV | nostre armata e potente e ripugnante, poi vincitrice di noi fiacchi 2582 IV | disciplina dove troviamo ripugnanze di questa sorta? vale a 2583 I | piangono l’uomo dirozzato e ripulito e i pomi e il latte cambiati 2584 IV | diversità di fisonomia, che riputandole argomento di buona o cattiva 2585 II | d’orrori di mostri, riputate che l’oggetto della poesia 2586 II | a quella degli antichi, riputiamo e chiamiamo svantaggio e 2587 IV | e gli effetti di questo risaltano meglio, e si possono esaminare 2588 II | di notte in camere buie, rischiarate a poco a poco da un barlume 2589 III| esempio nei tragici greci, riscontriamo a ogni poco manifestissimi 2590 I | tutt’uno colla metafisica, e risoluta in un complesso di meditazioni, 2591 III| artifizio, i tocchi sono così risoluti e sicuri e in apparenza 2592 IV | innamorato augello~ Fa la sua risonar voce canora;~E del suo vago 2593 III| sentimentali intitolate così, risplendere questi titoli nelle piazze; 2594 III| che hanno presentemente. Risponderanno che sì. Ora che cosa faceano 2595 II | dove bisognerebbe urlare, risponderò posatamente. Tre cose fra 2596 II | allora questo medesimo che rispondo io presentemente? e se fosse 2597 I | dell’immaginativa sarebbe ristrettissimo ne’ fanciulli, e s’allargherebbe 2598 I | smisurato, poi tanto si va ristringendo quanto guadagna quello dell’ 2599 II | sempre, come corde vivissime, risuonino spiccatamente alle menome 2600 II | di volervi rigenerare e risuscitare: a questi studi siete esortati 2601 I | primi padri che se questi risuscitassero, si può credere che a stento 2602 IV | ella quanto sarà in me non ritenga salvo e fiorente quel secondo 2603 III| ordinarissimamente si vada poi ritirando e nascondendo, o magagnando 2604 I | le onde s’innoltrino e si ritirino, e come soffino i venti 2605 III| altra, disegnando colorando ritoccando, lasciando vedere molto 2606 III| primitivo, nel quale stato ci ritorna il poeta artefice d’illusioni; 2607 III| cose alla immaginazione ritornando sulle diverse sue epoche 2608 IV | dovunque la fortuna le sbalzi, ritornate alla patria loro, albergano 2609 I | fanciullezza, sapessi e ritrargli al vivo nelle scritture 2610 III| altro poeta ha saputo poi ritrarla così al vivo, in modo che 2611 III| spontanea, modestissima anzi ritrosa, pura dolcissima sublimissima, 2612 IV | agli altri la gravità, ritrova lode una pagina che non 2613 III| poeta: le favole greche sono ritrovamenti arbitrari, per la più parte 2614 III| poco o niente se ne può ritrovare non solo appresso i barbari, 2615 I | sono campi le scienze i ritrovati, ma d’ordinario fossi ed 2616 IV | sublimità di pensieri, non ritrovato operazione veruna immaginativa 2617 II | nostro tempo scopritore e ritrovatore? Stimo che acciocch’ella 2618 IV | finzioni del poeta moderno riuscissero a un esito come questo, 2619 III| maniera naturale di favellare, rivedremo quelle parti della natura 2620 II | oggi stanno in lode e in riverenza. Qui potrei dire che la 2621 IV | magnifica ricca lodata riverita adorata; non conosceva gente 2622 IV | umana, ma non perciò le rivesta di forme umane? Che cos’ 2623 IV | dell’italia spogliata e rivestita; pur troppo vedo corrotta 2624 IV | tenermi ch’io non mi rivolga a voi, Giovani italiani, 2625 III| come chi si contempla e rivolge e tasta e fruga e spreme 2626 IV | noncuranza; e il poeta potesse rivolgersi colle parole a checchessia, 2627 I | alberi e le pelli di bestie rivolte in panni, e le spelonche 2628 III| cucendo insieme ritagli di roba altrui; non vogliamo che 2629 IV | riposata e assennata e soda, robusta e delicata, eccelsa e modesta, 2630 II | qualche occhiata a una gran roccia stagliata e nuda che sporge 2631 IV | avvenimenti e nelle cose greche e romane di venti o più secoli addietro, 2632 I | paesi ameni che trovati romanzeschi, quanta materia di poesia, 2633 IV | nessuna figura di bestia, che rompa la solitudine, e animi la 2634 IV | secondo la traduzione del Rossi:~ ~ Che sul colle e in 2635 IV | vago al canto un verginale~Rossor la donna de’ bei fior colora.~ 2636 IV | presenza dell’amante di rossore verginale, e sospiri, che 2637 II | A ferza d’armonia palei rotanti.~ ~Sto a vedere che si portarono 2638 I | torcendosegli fra le mani, se gli fu rotto. Ma questa saldatura è veramente 2639 IV | quello senza nessuno impulso rovina da per se stesso; e questo 2640 II | la poesia romantica sia rovinata dall’uso: e quando io credessi 2641 III| infingarda e ignorante e rozza e da poco, disprezzata villaneggiata 2642 II | recato dai romantici è la rozzezza e durezza di molti cuori 2643 III| che non somigliassero il Rucellai lo Speroni il Giraldi il 2644 III| recusantum et sera sub nocte rudentum.~ ~Che ve ne pare? Quelle 2645 II | anticaglie, e vaga della ruggine e della muffa, e ghiotta 2646 II | cedano tanto o quanto ai ruggiti d’un assassino per una Turca; 2647 II | che si sbalzassero giù da rupi alte quant’è un’occhiata, 2648 I | e le immagini della vita rustica, e i poeti che la figurano, 2649 III| grandi e forti uomini o saggi,~Come prima siam morti, 2650 I | fantasia degl’idioti non può salire e mettersi a paro di quella 2651 I | i cacciatori facciano le salvaggine; quando gli affetti i moti 2652 IV | Bianchi assai meno quelle de’ Samoiedi o de’ Cinesi o di qualunque 2653 II | l’Italia? E uno de’ pochi sani, a chi gli avesse allegato 2654 II | della pura e delicata e santa natura che non è leziosa 2655 III| devastazione di cosa veneranda e santissima, conforto di queste miserie, 2656 II | tali: in somma, chi non sapesse che vogliono anche il moderno 2657 I | accidente come ordinario, sapevamo il perchè di nessuna cosa, 2658 III| uomini, ma da’ savi e da’ sapienti, e quando svergognano il 2659 II | che l’amaro sia un buon sapore? e che sia meglio del dolce? 2660 IV | fuori le cose di dentro, saprei volentieri che moti che 2661 III| il poeta sia sentimentale saputamente e volutamente, e non quasi 2662 | sareste 2663 | sarete 2664 | sarò 2665 III| poesia che di commedie o satire o scherzi di questa sorta. 2666 IV | compassione della gente savia quando altri per soprappiù 2667 III| Dante. Contuttociò qual uomo savio antepone Ovidio a questi 2668 IV | e del vero, e finalmente savissima temperatrice della natura 2669 IV | di scrivere, e voi sarete sazi di leggere, se però la pazienza 2670 III| quale Ovidio scarseggiando, sazia in poco d’ora, e non ostante 2671 IV | se volessi ricordare la sazievolezza e la stanchezza massimamente 2672 IV | distintamente. Ma oramai sono sazio di scrivere, e voi sarete 2673 II | disperati urlanti, che si sbalzassero giù da rupi alte quant’è 2674 I | bestemmiano e rigettano e sbandiscono dalla poesia, gridando che 2675 I | scienza che le contrasta e le sbarra tutti i passi col vero, 2676 I | ch’io mi cacci, quasi mi sbigottisco, e non so che strada troverò 2677 II | bestia sconosciuta, o ce ne sbozzasse il dintorno; e questo appunto 2678 III| fantasia; vedo la vastità e la scabrosità e se volete l’importanza 2679 I | pratica e il sapere, fugata, e scacciata dalle sue terre antiche, 2680 II | si comprende quanto sia scaduta la condizione della poesia 2681 III| nuovi filosofi che oramai lo scagliarsi contro i pedanti è verissima 2682 I | mille ingegni e macchine scalzarla e pressarla e tormentarla 2683 I | turche arabe persiane indiane scandinave celtiche hanno voluto, quasi 2684 II | colle sfacciatezze colle scapigliature colle bestialità cogli 2685 I | intelletto, bisogna sferrarla e scarcerarla, bisogna rompere quei recinti: 2686 III| poeti che di scienza più scarsa fecero quell’uso, senza 2687 III| naturalezza della quale Ovidio scarseggiando, sazia in poco d’ora, e 2688 II | dare ad intendere che sia scarsissima); e fino quei favellatori 2689 II | molto più rado, e un tempo scarsissimo e trasparente; non odono 2690 I | orientali e settentrionali dopo scartate le favole greche come ripugnanti 2691 III| mollemente, come non da scaturigine artifiziale ma ingenita? 2692 II | con quel diletto che può scaturire dal mostruoso; o che non 2693 II | cercando avidamente, e scegliendo con infinito amore le cose 2694 II | fra il poco e il niente, scelgono senza nessuna dubitazione 2695 III| in campo le disonestà le scelleraggini che sono, non pure incidenti, 2696 III| grandissima lunga, e offendono scelleratamente, non isperino ch’io dica 2697 III| scontraffatta. Dei quali costumi scellerati e omicidi che dirò io? Non 2698 II | strambelli; da mostrare uomini scelleratissimi, disperati urlanti, che 2699 IV | perchè l’amante una cima di scellerato, e per ogni parte mostruosissimo? 2700 IV | queste), non la necessità di scelta avveduta e di mescolanza 2701 I | questi parimente andrebbero scelte quelle finzioni che dilettassero 2702 I | paiano facili quelli che ha scelti. Ora bisogna vedere se quel 2703 I | immaginazione è scemato e scema; il quale e negli antichi 2704 IV | accrescesse il diletto ma lo scemasse. Talmente che paragonando 2705 I | facciano, che col tempo sia scemata all’immaginazione la forza, 2706 I | uso dell’immaginazione è scemato e scema; il quale e negli 2707 IV | nemica della natura, non solo scemerebbe indicibilmente il diletto 2708 III| come sia patetico quello scendere di Penelope dalle sue stanze 2709 IV | sia per anche spogliata di scettro e di corona. Ma già per 2710 III| se medesimi distinguere e sceverare accuratamente le qualità 2711 II | barlume pallido e sommesso, scheletri o cadaveri che fiottando 2712 III| il Lessing la Staël, e di schernire chi cita Aristotele Orazio 2713 II | loro; e poi riprendono e scherniscono i poeti nostri dicendo che 2714 III| che di commedie o satire o scherzi di questa sorta. Ma quello 2715 IV | mi dolgo che meno da scherzo si possa quasi dire 2716 II | è un’occhiata, notare lo schiacciamento del cranio e lo sprazzo 2717 II | gente sana come abbietta e schiava e superstiziosa, e divota 2718 II | manifestissimamente che noi schiavi noi pedanti noi matti amici 2719 II | braccia gambe con parti di schiena e di ventre orlate di strambelli; 2720 III| sprezzatura, ingenuamente, schiettamente e, possiamo dire, innocentemente, 2721 I | primitivo, e al naturale schietto e illibato, la quale è per 2722 IV | vedo negletti e avuti a schifo i nostri sovrani scrittori, 2723 II | vili e oscene e fetide e schifose, non istraordinarie in nessun 2724 III| per bocca questa materia schifosissima che solamente a pensarne 2725 III| quanto l’immenso etra si schiude,~E vedesi ogni stella, e 2726 III| ammazzare la poesia. Lo schivare il qual male compiutamente, 2727 IV | occhi e orecchi paurosi e schivi della natura, ci manda 2728 III| in materia di poesia lo Schlegel il Lessing la Staël, e di 2729 IV | un poeta, colto da questa sciagura, e cantandola, non fa piangere, 2730 IV | afflitta e giacente, che ha sciagure molto più che non bisogna 2731 III| senza riso o senza sdegno, scialacquarsi il sentimentale così disperatamente 2732 III| imitare senza naturalezza, ma scientemente e studiosamente e di proposito, 2733 III| dell’animo nostro, non lo scienziato non il filosofo non il poeta, 2734 II | portarono pedantescamente e da sciocchi il Gravina e il Maffei e 2735 II | feroce, Sibarita Scita, spiritosa spiritata, 2736 IV | sentimentale e poetico ci scola giù dalle alpi o c’è vomitato 2737 III| ma per lo più rilevate e scolpite, e brevemente ogni cosa 2738 I | così confuse e gregge e scombinate e in gran parte ripugnanti 2739 III| rado! e oltracciò non sia scompagnata da altre nobili e insigni 2740 IV | lingua, il che non è mai scompagnato dalla corruttela del gusto; 2741 III| istravolta sformata e sconciata da forze estranie, o vogliamo 2742 I | possa giovare, perchè la sconfitta d’un fiacchissimo combattente 2743 I | segno non di fortezza ma di sconnessione, e però di debolezza. E 2744 II | o le corna di una bestia sconosciuta, o ce ne sbozzasse il dintorno; 2745 IV | affermare di cento altre sconosciute agli antichi: tanto è naturale 2746 IV | che sieno straordinari e sconosciuti; imperocchè allora il maraviglioso 2747 II | ciascuno di loro scrive, sconosciutissimi almeno ai sensi della più 2748 III| sol tanto non parco, si sconsiglia e biasima e rigetta da qualunque 2749 III| poco fondo, o è guasta e scontraffatta. Dei quali costumi scellerati 2750 I | natura così violentata e scoperta non concede più quei diletti 2751 III| vedendo tutto il la natura scopertamente e udendola parlare, non 2752 III| oggetti che la occultano, e scoprendola, e diseppellendo e spostando 2753 III| stella, non sieno impediti di scoprirla dove e come ch’ella si trovi, 2754 II | troverà questo nostro tempo scopritore e ritrovatore? Stimo che 2755 IV | cercando lo stesso vero, si scordano quasi d’imitare, perchè 2756 I | scordarsi il poeta di farle scordare e opinioni e consuetudini 2757 III| di tante consuetudini, ci scorderemo di tante cose, ne impareremo 2758 IV | qualunque animale se ne scosta notabilmente, salvo se questo 2759 III| antica, e coloro che se ne scostano, vale a dire e quelli che 2760 I | desiderare d’aver notizia di chi scrisse, che il mio nome manifestato 2761 I | per lo contrario ch’egli scriva pel volgo e faccia conto 2762 II | alla quale ciascuno di loro scrive, sconosciutissimi almeno 2763 II | vergogno, o Lettori miei, di scriver cose che al presente, non 2764 I | altri, letto quello ch’io scriverò, possa desiderare d’aver 2765 II | goffaggine di quel gusto, scriveva fra l’altre cose:~ ~Via 2766 III| difficilissimo a ricoprirlo, e scriviamo trattati in versi, nei quali 2767 IV | che so io? E mentrech’io scrivo queste cose, viene con un 2768 II | cadaveri che fiottando e scrollando catene, s’incurvassero sul 2769 III| hanno che fare con lei, la scrutinano e se ne pregiano e la mettono 2770 I | tanto che un Angelo collo scudo celeste di lucidissimo diamante 2771 II | a qualunque o pittore o scultore o altro tale artefice è 2772 IV | caso, una bella pittura o scultura, suol provare a cagione 2773 IV | e pregiate le pitture e sculture di animali, e singolarmente 2774 IV | vostro, ed esco dalle stesse scuole con voi, cresciuto fra gli 2775 II | cose, che maraviglia è che scuota meglio le immaginazioni 2776 III| facoltà d’imitar la natura, e scuotere e concitare negli uomini 2777 I | cercando cose o minute o scure o poco note, potendo dirne 2778 IV | essendoch’ella non può sdrucciolare dalla memoria degli uomini, 2779 II | seconda, è manifesto da che infinite cose naturali 2780 III| stentate come misere come secche come tutte in certo modo 2781 II | si contentano del piacere secco e grosso di quelle tali 2782 IV | uccisa la vostra patria; secondando questa beata natura onde 2783 III| cuori e fantasie pronte a secondare gl’impulsi del vero poeta, 2784 IV | altrimenti che i fanciulli: secondariamente come stieno male in bocca 2785 II | che le immagini di queste seconde, figurate dal poeta, le 2786 III| illa~Flet noctem, ramoque sedens miserabile carmen~Integrat, 2787 I | innamorata atterrita E PERFIN SEDOTTA (qui sta il punto); avverrà 2788 I | tutta la Grecia raunata e seduta in Olimpia ascoltava e ammirava 2789 IV | caratteri dell’alfabeto, e seggiole e vaselli e altri arnesi 2790 IV | adoperate, o in altra maniera segnalate, non gloria dignità delle 2791 II | almeno in parte, quella segnalatissima propensione al terribile 2792 I | pertanto si tiene in piede, segno non di fortezza ma di sconnessione, 2793 III| vicende comunque oscure e segrete dell’animo nostro, non lo 2794 II | somma cuori e fantasie che seguano quasi spontaneamente il 2795 I | corroborargli l’ignoranza; o seguendo altre opinioni e costumi, 2796 IV | quella barbarie la quale io seguitando fin qui colla scrittura, 2797 III| vederla e sentirla e goderla e seguitarla e considerarla e conoscerla, 2798 III| dicevamo alquanto sopra. Ora seguiti pure innanzi da valorosa, 2799 IV | opponendogli il vitale, ch’è seguìto, dice, con predilezione 2800 II | sono come il rasoio alle selci; palati da sale e aceto, 2801 III| Ogni cima de’ monti ed ogni selva~Ed ogni torre; allor che 2802 III| giudaiche, pagane, cristiane, selvagge, barbare, maomettane, cavalleresche, 2803 I | palazzi, e gli eremi e le selve in città: non è del poeta 2804 IV | moderni fanno a gara di seminarle da per tutto, empiendo le 2805 IV | sarebbe mica pedantesco, ma seminato di versi d’Omero o di Virgilio 2806 II | civetterie colle arguzie sempiterne, colle sfacciatezze 2807 II | bestialità cogli orrori sempiterni, e in breve i fondamenti 2808 II | perciò? Non parvero un tempo Seneca e Plinio più dilettevoli 2809 IV | Che sul colle e in seno al praticello~Dell’usignuol 2810 III| in noi medesimi, vedendo sentendo parlando operando tutto 2811 I | che vidi e quei moti che sentii nella fanciullezza, sapessi 2812 III| di detti di frasi lette o sentite; e mancata o illanguidita 2813 II | che pochi hanno veduto o sentito, o che si vedono o sentono 2814 I | Ma, dirò pure quello che sento, a volere intender bene 2815 IV | quella proprietà si può separare da questa? e per levargli 2816 III| ricordi l’abboccamento e la separazione di Ettore dalla sposa, e 2817 III| leonum~Vincla recusantum et sera sub nocte rudentum.~ ~Che 2818 III| leggano oggidì. Una notte serena e chiara e silenziosa, illuminata 2819 IV | quando il poeta europeo si serve di esse favole, e usa quell’ 2820 III| qualche maniera, o non ce ne serviamo parcamente come di cose 2821 III| doviziosa. L’osservanza cieca e servile delle regole e dei precetti, 2822 III| di persone tanto dell’un sesso come dell’altro, non è sensitiva 2823 III| e perchè in italia tanta sfacciataggine ancora, mercè di Dio, non 2824 II | arguzie sempiterne, colle sfacciatezze colle scapigliature 2825 III| della luce e vanaglorioso e sfacciato; le quali proprietà quanto 2826 I | dell’intelletto, bisogna sferrarla e scarcerarla, bisogna rompere 2827 III| nascondendo, o magagnando e sfigurando, a proporzione che l’uomo 2828 III| comunque forte e profonda, è sfigurata e snaturata dall’ambizione 2829 III| proponimento, non farò altro che sfiorare il soggetto, ed essendo 2830 III| ch’io spargerei, se dessi sfogo allo sdegno, contro questo 2831 II | spettacolo d’un soldato ubbriaco, sfondato e sviscerato da una palla 2832 III| vera, e non istravolta sformata e sconciata da forze estranie, 2833 IV | opere de’ nostri artefici, e sfornisse le vie le case i tempii 2834 IV | già sul finire, essendomi sforzato sin qui di costringere i 2835 II | cervella e lo spaccamento e lo sfracellamento di tutto il corpo, e le 2836 III| questo nerbo venga a essere sgagliardito notabilmente dalle cose 2837 III| tirannia dell’intelletto, sgombrata dalle idee nemiche alle 2838 II | appresso gli antichi ne sgorga continuamente a rivi da 2839 III| effetti sono spontanei, come sgorgano mollemente, come non da 2840 II | accenna qualche parte, o sgrossa il contorno con entrovi 2841 II | e fino quei favellatori sguaiati che affettano il parlar 2842 II | tutta voglia, e ci ficcano e sguazzano il becco e l’ugne. E viene 2843 III| uomini o saggi,~Come prima siam morti, in cava fossa~Lungo 2844 IV | fingere che dovunque è vita siavi parimenti coscienza e sentimento 2845 II | leziosa feroce, Sibarita Scita, spiritosa 2846 I | molesti, e ci lasci seguitare sicuramente e lietamente i nostri studi 2847 III| tocchi sono così risoluti e sicuri e in apparenza negletti 2848 I | e superbi, tenendoci al sicuro come dentro a recinti di 2849 III| poesia che costumiamo di significare con questa voce, regnino 2850 II | moto conveniente, venga significata nello scrivere o nel favellare 2851 IV | modo e quindi in un altro signoreggiarono il mondo; ancora beviamo 2852 II | cose grandi, s’ei non è signoreggiato dalle illusioni, e che sia 2853 III| notte serena e chiara e silenziosa, illuminata dalla luna, 2854 II | romani ch’ebbero ai tempi di Silla e di Cesare e d’Augusto, 2855 III| detto mille volte che sono e similissimi agli antichi, e diversissimi. 2856 I | natura e le analogie e le simpatie, è una condizione artificiata: 2857 III| inarmoniche, e d’altre che simpatizzano; e chi vuole andar dietro 2858 I | illuminava le oscure, che simulacri vivi e spiranti che sogni 2859 | sin 2860 II | paragone più nebbiose e più slavate che altri non vede le immagini 2861 I | e il prestigio favoloso: smagata è dunque di questa immaginazione 2862 I | Dice il Cavaliere che la smania poetica degli antichi veniva 2863 I | ed esplori e distingua e smidolli; quando il cuor nostro o 2864 II | superfluo a dimostrare quanto smisuratamente possa nell’immaginazione: 2865 I | fantasia da principio è smisurato, poi tanto si va ristringendo 2866 III| le brutture, ma l’uso o smoderato o sol tanto non parco, si 2867 II | non s’imitò mai colle smorfie colle civetterie colle 2868 II | torpore d’immaginazione che a smuoverla ci bisognano gli argani, 2869 II | bell’ardimento, e snerva e snatura poco meno che tutta la poesia 2870 III| profonda, è sfigurata e snaturata dall’ambizione e dalla scienza 2871 II | questo tempo, dopo averci snaturati indicibilmente tutti, proccurasse 2872 III| sensibilità impurissima e snaturatissima. Imperocchè io voglio parlare 2873 III| romantici e i pari loro snaturatissimamente. Imitavano gli antichi non 2874 II | imperio della ragione, tanto, snervate e diradate le illusioni, 2875 IV | sì lo affina~ Che in più soave incenso al ciel poi riede.~ 2876 I | le storie d’Erodoto più soavi del mele, onde poi nel vederlo, 2877 II | accogliere e sentire la soavissima operazione della pura e 2878 IV | milioni e milioni di spade. Soccorrete, o Giovani italiani, alla 2879 IV | tuttavia riposata e assennata e soda, robusta e delicata, eccelsa 2880 I | naturale nella poesia e più sodamente dilettevole tanto agl’intelligenti 2881 III| diletti così veri puri sodi grandi, e se qualche 2882 I | maggiore e sostanziale e sodo e puro e naturale diletto 2883 I | innoltrino e si ritirino, e come soffino i venti e corrano i fiumi 2884 III| sdegno, contro questo iniquo soffocamento strage devastazione di cosa 2885 III| com’ella è, dove non sia soffocata e sterminata, dove in somma 2886 III| inviluppate nascoste oppresse soffocate tante parti della natura, 2887 III| caperebbero queste carte, non soffrirebbero gli occhi vostri, o Lettori, 2888 III| l’imitazione esangue e sofistica, in somma la schiavitù e 2889 III| nemici? chi loda più la Sofonisba del Trissino perch’è modellata 2890 I | meditazioni, non che abbiano soggettata pienamente la poesia alla 2891 I | avverrà mai che non soggiaccia alle ILLUSIONI delle forme 2892 I | e di sogni e di larve: e soggiunge che presentemente, avendo 2893 IV | corpo simile al proprio. E soggiungeva che gli Etiopi si figuravano 2894 I | sforza a confessare ch’ella sogna, l’esperienza che l’assedia 2895 III| quest’aiuto ch’io dico, non soleano fare gli effetti di cui 2896 I | restano i campi per li quali soleva esercitarsi la foga della 2897 II | CALCAGNA~DELL’AUREE STELLE I SOLIDI ADAMANTI~CHE SON CERCHI 2898 III| terrae,~Dives inaccessos ubi Solis filia lucos~Adsiduo resonat 2899 II | un appartamento vasto e solitario, che non il muggito de’ 2900 IV | di bestia, che rompa la solitudine, e animi la veduta. Ma 2901 II | quando in quando non li solletichi e diletti senza ch’essi 2902 II | un pittore ci mostrasse soltanto le zampe o le corna di una 2903 IV | questa o quella parte quanto somigli bene e accuratamente al 2904 II | questi tali quei poeti che li somigliano, scrivano i tedeschi e gl’ 2905 III| Metastasio e all’Alfieri che non somigliassero il Rucellai lo Speroni il 2906 III| qualunque sarà poeta eccellente somiglierà Virgilio e il Tasso, non 2907 III| se tutte le età future somiglieranno alla presente, immortale: 2908 III| come inette ad allagare e sommergere gli animi nostri, rispetto 2909 II | da un barlume pallido e sommesso, scheletri o cadaveri che 2910 IV | cercare e rappresentare con sommo affetto le credenze e i 2911 III| sommi, quello che non si sopporta negli uomicciattoli; che 2912 II | tuttavia mi conterrò, sopporterò che il dolore, e la miseria 2913 III| dove non sia malmenata e soppressata e pesta, tenerissima com’ 2914 I | veramente ed empiamente, sopraccaricandolo di credenze vane e malvage, 2915 I | immaginarono un’infinità di forze soprannaturali e di sogni e di larve: e 2916 IV | gente savia quando altri per soprappiù si dia vanto di psicologo 2917 III| cambio di sottostare ci soprastieno: contuttociò prevalgono 2918 IV | com’è languida e moribonda, sopravvivrete o Giovani italiani all’italia, 2919 IV | forse anch’io sciagurato sopravvivrò. Ma sovvenite alla madre 2920 III| dolcissima sublimissima, soprumana e fanciullesca, madre di 2921 IV | regina del mondo quantunque sordida e guasta, a ogni modo non 2922 IV | umana. Il fatto sta che o sorge nella fantasia de’ lettori 2923 I | noi, ci s’apra innanzi una sorgente di diletti incredibili e 2924 IV | e quelle interruzioni e sospensioni che i moderni fanno a gara 2925 II | arnesi forestieri o mal noti, sospesi in aria così per miracolo: ( 2926 IV | riede.~Oh quanta i suoi sospir spargon fragranza!~ ~ Ci 2927 IV | umana? Chi s’immagina un sospiro non s’immagina anche una 2928 I | Angeli del Milton e alle sostanze allegoriche del Voltaire 2929 III| e nelle fantasie diletti sostanziosi e celesti, languirà ne’ 2930 II | immagini, lasciando il sugoso e sostanzioso e squisito della natura 2931 IV | impedite questo acerbo fatto, sostenete l’ultima gloria della nostra 2932 IV | però la pazienza v’avrà sostenuti fin adesso, o Lettori miei. 2933 IV | dirò delle favole barbare sostituite dai nostri riformatori in 2934 III| voce non ode:~E tu starai sotterra ascoso e muto,~Quando parve 2935 IV | non posson essere troppo sottili. Io provoco qualunque è 2936 III| conto di questa scienza sottostanno ai moderni, meno certamente, 2937 III| credere che in cambio di sottostare ci soprastieno: contuttociò 2938 IV | immaginoso, nondimeno doveva sottrarre ogni più al sentimento 2939 I | Bürger e alle befane del Southey quanto all’inferno di Virgilio, 2940 I | antica forte opera umana soverchierà mai pareggerà, non che 2941 III| Immortali. E qui mi avvedo com’è soverchio tutto questo discorso. Imperocchè 2942 IV | avuti a schifo i nostri sovrani scrittori, e i greci e i 2943 IV | considerando la barbarie che ci sovrasta; avendo pietà di questa 2944 IV | sciagurato sopravvivrò. Ma sovvenite alla madre vostra ricordandovi 2945 II | vergognoso dell’infame, di sozzurre di marciumi d’orrori 2946 II | sprazzo delle cervella e lo spaccamento e lo sfracellamento di tutto 2947 II | così altre invenzioni da Spaccamonti; o sieno oggetti forestieri 2948 III| certamente, che altri non va spacciando; imperocchè appresso loro, 2949 IV | con milioni e milioni di spade. Soccorrete, o Giovani italiani, 2950 I | carico disadatto alle mie spalle, ed io togliendolo mi mostrerei 2951 II | strascinarsi lontano una spanna, vogliono oggetti presenti, 2952 III| Lettori, le esecrazioni ch’io spargerei, se dessi sfogo allo sdegno, 2953 IV | Oh quanta i suoi sospir spargon fragranza!~ ~ Ci vuole un 2954 II | per loro, che sono quasi sparite dal mondo; non già che la 2955 II | di quei costumi che sono spariti dalle città; appena si può 2956 IV | si può dire, da chiunque sparla dei romantici; se non che 2957 II | interiora tutte nudate e sparpagliate, e ogni cosa affogata in 2958 II | stesso che innumerabili) sparse della stessa infioratura; 2959 III| ometto come il patetico sia sparso e gittato e versato per 2960 IV | beltà grazia, amante spasimata e finissima discernitrice 2961 IV | costumava non solamente spassarmi ad avvivare, e guardare 2962 I | accrescergli le superstizioni e gli spauracchi, e corroborargli l’ignoranza; 2963 II | nazione vostra vicina, che si spaventa della proprietà delle parole 2964 II | respiro, assiderata dallo spavento. E non più tosto il far 2965 IV | difensori e predicatori, e spazia per l’alemagna e l’inghilterra 2966 I | impetuosa e istancabile spaziava, come ingrandiva le cose 2967 IV | dell’età presente conceda spazio nelle menti nostre alle 2968 III| i caratteri non le forme speciali di questo o di quel poeta: 2969 II | che il singolare, non già specificamente quello rispettivo alla poesia ( 2970 IV | d’avere a muovere il riso specificandone qualcheduna, come dire i 2971 III| tutto l’opposto delle cose specificate qui sopra? laonde appresso 2972 II | imitazione rara nell’uno dei modi specificati qui sopra, o in tutti e 2973 III| poetica, utilissime alla speditezza e alla nobiltà del dire, 2974 I | quelle non è spento si spegnerà prima della stirpe umana. 2975 II | esprimesse i costumi moderni e lo spegnimento dei primitivi e la corruzione 2976 I | bestie rivolte in panni, e le spelonche e i tuguri in palazzi, e 2977 IV | Troppe parole si potrebbero spendere intorno a questo argomento, 2978 III| maraviglia del rimanente si spenga tra gli uomini anche quella 2979 IV | vivono e amano e odiano e sperano e temono e cose tali; o 2980 IV | nazione del mondo, non può sperare vuole invocare aiuto 2981 I | facilmente crederò che altri speri di farlo di quello che si 2982 I | che leggiadra illusione speriamo di trovare in un tempo dove 2983 I | contro la quale non può sperienza sapere scoperte fatte 2984 IV | verità ch’essendo certe e sperimentate, e la cognizione loro derivando 2985 II | quanto dura presentemente: spero che si potranno stampare 2986 III| somigliassero il Rucellai lo Speroni il Giraldi il Gravina, al 2987 II | così non occorre dire che spessissime volte l’efficacia nelle 2988 IV | e in questa medesima età spettatrice del lutto e del giubilo 2989 I | Dei d’Omero, tanto agli spettri del Bürger e alle befane 2990 II | senso come grossolano così spiacevolissimo, che mentre ella leggendo 2991 I | altezza di pensieri; quando si spiano e s’uccellano gli andamenti 2992 II | corde vivissime, risuonino spiccatamente alle menome percosse, non 2993 II | montagne e foreste e campi e spighe e fiori ed erbe e fiumi 2994 II | loro non ne vengono appena spillando qualche rara goccia, così 2995 IV | bruti, è da credere che gli spinga a desiderare ciascuno la 2996 IV | romantici, ma la natura lo spinge irrepugnabilmente a cercare, 2997 I | antiche, e sempre incalzata e spinta, alla fine s’è veduta, come 2998 IV | se il poeta non fosse più spinto a poetare da nessuna cosa, 2999 I | oscure, che simulacri vivi e spiranti che sogni beati che vaneggiamenti 3000 II | Scita, spiritosa spiritata, e non s’imitò mai colle 3001 II | Sibarita Scita, spiritosa spiritata, e non s’imitò 3002 IV | disprezzato ogni volta che non sia spiritoso. Certo quelle tele e quei 3003 I | metafisica e ragionevole e spirituale. Dice il Cavaliere che la 3004 II | dei diletti e dei dolori spirituali e corporali, e quasi ci


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