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Giuseppe Rovani
Cento anni

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  • LIBRO OTTAVO
    • IV
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IV

"Non so se loro signori conoscano il fatto della lite intentata dal signor conte V... alla contessa sua moglie, riguardo alla figliuola che fu messa ad educare nel monastero di San Filippo."

- Altro che conoscerlo, rispose il facente funzione di presidente degli avventori del caffè; per non esserne al fatto bisognerebbe aver viaggiato tutti questi anni lontano da Milano.

- Tanto meglio... ma forse non conosceranno la parte attiva, continua, calda, instancabile che donna Paola ha avuto in questa faccenda; tanto che, sebbene il conte fosse dalla parte della ragione, e per quanto la contessa fosse convinta... del suo, non si può a meno di dire, vergognoso trascorso... pure... l'illustrissimo signor conte, per sentenza del Senato, venne, or non sono molti giorni, costituito nei diritti e negli obblighi della paternità verso la figlia della contessa... Questo forse loro signori non lo sapevano.

- Lo si sapeva assai bene, e quasi avevam stabilito di fare una serenata di congratulazione al signor colonnello...

- Ella ride, signore; e fa bene, perchè non si trova ne' panni del colonnello; ma lasciando lo scherzo, che ne pensa ella della sentenza del Senato?

- Che può far numero colle tante e tante altre ingiuste e assurde che ha pronunciate in trecento anni.

- Bravo!

- Chi bravo? il Senato? disse l'uomo dalle opinioni solitarie, sorridendo ironicamente.

- Cosa vorresti dire tu?

- Che non divido il tuo parere, il parere del signore, e che il Senato...

- Or sta a vedere che costui è capace di farci il panegirico anche del Senato...

- Va adagio, caro mio, e se hai buona memoria, devi ricordarti che ad odiare il Senato t'ho insegnato io... Dunque non c'è pericolo ch'io voglia lodarlo adesso... Ma altro è avergli avversione, altro è dire che siano ingiusti tutti quanti i suoi atti. Diavolo! non volete voi che qualche volta, per isbaglio, non possa anche il Senato servire alla giustizia? Questo, per esempio, è un caso.

- Giustizia l'aver dichiarato che il padre della figlia... sì, insomma, ci comprendiamo, deve essere il signor colonnello?...

- Giustizia, sì... e chi non lo crede si diverta; ma se tutti hanno gli occhi nella testa, non tutti li hanno nella mente... e se voi altri...

- E che fa a noi il vederci, se tu ci vedi per tutti?

- Non andare in collera, e ascolta: già la giornata è lunga, e al terzo pasto ci mancano molte ore; ascolta dunque, e si compiaccia d'ascoltare anche quel signore, e prima di tutto vorrei pregarlo a provarmi che la sentenza del Senato è ingiusta.

- È una cosa così chiara e lampante, che è più facile vederla che dimostrarla. Come farò io a dimostrare e a provare a lei che oggi è una giornata calda, se ella mi dice d'aver freddo?...

- Il signore conosce l'arte delle anguille... me ne congratulo tanto... ma qui non si tratta di caldo di freddo... si tratta di torto e di ragione, e di un fatto in cui ci son gli indizj e le prove palmari e dell'uno e dell'altra... Ho dunque l'onore di dirle che nelle consuetudini, e negli statuti, e negli interpreti, i figli di un matrimonio appartengono tutti a quel padre che non s'è mai diviso dalla moglie in faccia alla legge, e che dalla legge non fu dichiarato prosciolto dai vincoli di marito... Ora, durante l'intero anno 1750, il signor colonnello non fu mai legalmente diviso dalla signora contessa.

- Questo è vero... ma...

- Che ma? in aggiunta poi ho il piacere di dirle che il signor colonnello, tanto è più grande e grosso quanto meno acuto, per paura forse che la pratica del foro milanese non bastasse a salvar la riputazione della moglie, andò espressamente a visitarla in Venezia... e più d'una volta fu alla casa dov'ella alloggiava; il che venne constatato dalle testimonianze e di quei padroni di casa, e dei servi, e del guardaportone... È contento ora?....

- Tutt'altro; bensì le dirò che il signor conte, difeso dall'avvocato Rapazzini, che è l'avvocato di monsignore mio padrone, ha opposto al fatto dell'essersi presentato due volte alla casa della contessa in Venezia, quello del non essersi mai trovato davvero con lei.

- Davvero?... cosa significa davvero?... Ha prodotte testimonianze il conte?

- No.

- Dunque?

- I testimonj furono interrogati capziosamente...

- Cioè?

- Cioè... cioè... S'ha proprio a dir tutto?

- Se ci dobbiamo intendere!

- Dunque le dirò, che la formola dell'interrogatorio fu regolata in modo da voler manifestamente giovare alla contessa...

- Chi lo ha detto a lei?

- Dal processo verbale appare che i testimonj non dovettero rispondere che a questa semplice domanda: È vero che il conte si presentò in Venezia alla casa della contessa? e i testimoni, naturalmente, anche senza pericolo di dire il falso, hanno risposto di sì... e su questo "sì" venne innalzato tutto l'edificio della ragione della contessa e del torto del conte. Ed ecco come si fa a dar di gambetto alla giustizia... E fu donna Paola a subornare i giudici; ella che li invitava a pranzo e li regalava, e...

- E perchè doveva far tutto questo, se anche senza le visite del conte alla casa della contessa in Venezia la pratica del foro lo dichiarava padre della nata... e per conseguenza...

- Che conseguenza?...

- Una bellissima conseguenza, ed è questa, che la figlia della contessa sarà un giorno una delle più ricche dame della città.

- Ah... qui ci siamo e qui lo volevo! gridò allora il maggiordomo Baserga con un impeto che tradiva la sua natura chiusa, subdola e circospetta.

- Ecco perchè donna Paola s'interessò tanto in questa faccenda... La cosa che più di tutto premeva a quella donna era, che la figliuola della contessa potesse recare una pinguissima dote al futuro marito. Comprendono ora loro signori?

- Guarda un po' se io mi sono apposto bene? soggiungeva il facente funzione di presidente. Or ecco com'è la cosa...

- È vero...

- Non può essere diversamente...

- Però, o in un modo o nell'altro, quella donna è sempre una donna di gran testa.

- Questo è un altro pajo di maniche; altro è l'essere una gran testa, altro è l'essere una santa, un'eroina... una, che so io?... perchè qualche volta il mondo impazzisce... e c'è da stupire pensando che doveva meritarsi il nome di venerabile, di santa, di miracolosa, chi avea saputo fuggir da un convento, di notte e coll'amante!

- Mi stupisco molto di lei, rispettabilissimo signor maggiordomo, diceva il solito contraddittore, mi stupisco molto di lei che, mentre con tanta edificazione del pubblico suda a tenere uno degli otto bastoni del baldacchino del Duomo nell'ottava del Corpusdomini, parli in tal modo di una dama che meritòdistinti riguardi dal santo padre e dal suo concistoro...

- L'astuzia può arrivare ad ingannare chicchessia, mio signore.

- Non il pontefice però... badi che, a contraddirmi, ella incorre in eresia...

- Ma lasciagli continuare il discorso, seccatore eterno che sei!

- Continui pure... Son curioso anch'io di sentire a che conseguenze ei ci vorrà tirare.

- E non ha già compreso ogni cosa la tua buona testa?

- Questa volta non ci arrivo proprio; ho bisogno che il signore si spieghi in lungo e in largo.

- Il signor maggiordomo vuol dire, che alla esimia donna Paola premeva che la figlia della contessa fosse dichiarata legittima figliuola del signor conte colonnello, perchè così sarebbe stata ricchissima; e ciò, com'è ovvio a credere, per aver in tutela la futura moglie del proprio figliuolo. Hai capito adesso?

- Precisamente, così..., soggiunse il maggiordomo, ed io, per poter dir questo, ho dei riscontri che non sbagliano.

- Ma volendo pur concedere che la cosa sia come ella dice... io non trovo poi che nel desiderio di accasar bene il figliuolo ci sia colpa di sorta; nobile e ricco l'uno, nobile e ricca l'altra, giovani e belli ambedue. Che ci trova ella a dire in contrario?

- Quando il signore sia capace di provarmi che è un atto di virtù e generosità il lavorare assiduamente e in una materia così delicata per arricchire la propria casa a spese altrui, per me non ho nessuna difficoltà a lasciarmi convincere. Prima però faccio osservare che la contessina aveva avversione al giovine milord, e non mancò di manifestarla, poverina! ed io so che, in proposito, ci furono dei disgusti, dei gravi disgusti in casa. Donna Paola vagheggiava la ricchezza futura e la splendida posizione del figlio... troppo giusto! il figlio vagheggiava la bellezza della ragazza, della quale s'innamorò pazzamente... è da compatire. Il cocchiere di casa Pietra è fratello del cocchiere di monsignore... e, come loro sanno, i segreti dei padroni son sempre messi in piazza dai servitori. Così dunque, per continuare, madre e figlio si strinsero in lega per tirar nella rete la giovinetta inesperta... Questa, sgomentata, l'ultimo giovedì, giorno in cui era solita uscire per andare in casa Pietra, volle di forza rimanere in convento, e resistette alle sgridate della madre superiora, ignara dei lacci; e respinse le preghiere della governante di donna Paola che era andata a pigliarla in carrozza. Loro signori mi guardano attenti e maravigliati, ma non aggiungo un punto una virgola alla verità. Ma i sepulcra dealbata sono antichi come la lettera del vangelo; e finchè una persona non è morta, non la si può giudicare, e spesso la fortuna è tanto benigna con certuni, che aspetta il punto in cui vien loro dato l'olio santo per alzare il bianco lenzuolo che da anni ed anni nascondeva le nere magagne. Che se donna Paola non ha potuto aspettar l'olio, vuol dire che la fortuna, la quale è capricciosa, s'è disgustata seco tutt'in un tratto. Così è, signori; del rimanente, che la fanciulla sia scomparsa dal monastero è un fatto che tutti conoscono fin da jeri; che poi sia stato lord Crall a farla scomparire è il fatto che io ho l'onore di raccontare oggi per la prima volta, e se non credono a me, vadano al criminale e interroghino qualche attuaro, e sentiranno; sentiranno chi è stato a ordir la cabala, a riscaldare quegli otto o dieci giovinotti contro le guardie e i commissarj perquisitori, a far nascere tanto disordine e tanto scandalo in convento; sentiranno e confesseranno per la seconda volta che donna Paola Pietra, come ha detto questo signore, è proprio una gran donna! Ma con quello spirito turbolento, audace, irrequieto, e con quell'astuzia in corpo sarebbe riuscita assai meglio nei panni di un uomo; e se, per un modo di dire, avesse abbracciato il mestiere delle armi, chi sa mai?... Federico di Prussia avrebbe forse avuto un competitore.

Queste parole del maggiordomo, calme, continue, stringenti, penetrarono nelle menti degli ascoltatori ad imbeverle tutte quante, come quelle pioggerelle minute e fitte dell'aprile che infiltrano la terra; aggiungeremo anzi che, per un istante, ne rimase penetrato anche colui che pur s'era preparato a far testa al maggiordomo con tutti gli sforzi d'una incredulità sistematica; di modo che, mentre gli altri si ricambiavano a vicenda delle esclamazioni di meraviglia, piombando tutti in colonna serrata sulla riputazione di donna Paola, colui passeggiava silenzioso, non sapendo a tutta prima come ribattere le velenose insinuazioni del collarone del Duomo. Ma infine, caldo di sdegno, si piantò nel mezzo del caffè, e:

- Caro signore, esclamò, permettetemi di dirvi che io non credo nulla di tutto quanto avete raccontato. Ci vuol altro che qualche chiacchiera sciocca della servitù ignorante per martellare così su due piedi una riputazione di cinquant'anni. Eppoi, come farete a spiegare il modo con cui lord Crall in quel serra serra avrà potuto trafugare o far trafugar la fanciulla tutt'altro che disposta, come voi stesso avete detto ad uscir dal monastero? E concesso pure che tutto fosse stato concertato per fare il colpo con sicurezza, come c'entrarono i commissarj e le guardie della Ferma? Pretendereste forse che, per fare un favore a donna Paola e al figlio di lei, abbian voluto aver la compiacenza di farsi pestare e ferire ed uccidere dagli assalitori amici di lord Crall?... Abbiate dunque la bontà di ponderare un po' meglio la storiella... e vedrete che tosto si risolverà in una favoletta alquanto scipita, se volete, ma molto maligna.

- Io ho raccontato quello che so.... quello che non so... non posso dire spiegare.

- Ma io spiego benissimo quel che a voi sembra intricato e oscuro, soggiunse allora il facente funzione di presidente. Dal momento che lord Crall e donna Paola avevano stabilito di fare il colpo, a spingere le guardie in convento bastava, com'è chiarissimo, una denuncia segreta all'amministrazione del tabacco, a carico delle signore monache... Dunque..

- Va adagio coi dunque... e piuttosto pensa alle conseguenze... e pensa alla consumata esperienza di donna Paola; la quale, quando mai, ciò che non si deve ammettere nemmen per celia, fosse così astuta ed iniqua, non avrebbe mai voluto compromettersi in un modo tanto vituperevole e scandaloso; perchè la fanciulla dovrà pure saltar fuori, e alla fanciulla non si può mettere il bavaglio alla bocca; e se lord Crall gli era odioso prima, tanto più gli diverrebbe odioso dopo. Insomma l'assunto di questo signore e la vostra credulità mi riescono tanto assurdi, che, anche solo a gettare il fiato per confutarlo, mi par di dividere la vostra balordaggine.

Costui non avea finito di parlare, che da uno stanzino contiguo alla sala del caffè, dove i riguardosi sedevano a bever la cioccolata, uscì piantandosi sulla soglia l'alta e magra e dignitosa figura dell'abate Parini, il quale, dopo un po' di pausa, maestosamente zoppicando si fece presso a quello appunto che aveva parlato ultimo e:

- Amico, disse, stando di ... v'ho sentito e lodato: ma, se avete senno e rettitudine, continuando a star con costoro, finirete per perdere e l'uno e l'altra.

E senza più, volgendo in giro sugli astanti il suo grand'occhio pieno d'espressione severa, attraversò la sala ed uscì dal caffè Demetrio; e un lettore d'Omero, guardandolo, ben poteva ripetere,

Indi coll'ira

Di chi vibra dall'alto armi celesti,

Taciturno con lente orme si tolse.

 




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