XI
Qualche ora dopo il colloquio or ora riferito, l'avvocato
Strigelli, tornato a far visita a donna Paola e alla contessa, sentì da loro
ciò che era avvenuto; sentì e ponderò il tutto, si fece ripetere da donna Paola
qualche brano dei discorsi del Suardi, la interrogò parte a parte sul modo onde
questo s'era comportato, sulla qualità del calore che aveva messo nelle sue
parole, sulla qualità del colore che aveva mostrato sul viso; tenne conto delle
angosce che invece di cessare erano accresciute nella contessa; ma fece
precisamente come un medico esperto e risoluto, che assicuratosi della
condizione d'una malattia gravissima, e dovendo procedere a mezzi eroici e di
dubbio evento, ma i soli tuttavia da lui adottabili, interroga quei della casa
sul grado di fiducia che hanno in lui, e se sono disposti a lasciargli fare
tutto quello ch'ei vuole. Disse dunque lo Strigelli.
- Da quanto mi avete raccontato mi pare che questo
scellerato beniamino della fortuna abbia stancato anche sua madre, e tanto che
pare voglia abbandonarlo. La passione gli ha penetrato il cervello in maniera,
ch'ei non ha più il colpo sicuro d'una volta. Già a quest'ora ha commesso tante
imprudenze che davvero non so farmi capace del come ei si pensi di far tutto
quello che vuole, quasi che non vi sia più un'autorità al mondo, nè un buon
capitano di Giustizia con barigelli e fanti, che se possono mettere le manette
a qualche facoltoso, si comportano senza nemmeno pensare all'interesse, ma pel
solo e semplice amore dell'arte. Pare adunque
che questo sia il momento di coglierlo questo signor Suardi. Quando i serpenti
stanno facendo la loro digestione, quello è il punto che i cacciatori se ne
impadroniscono. Donna Paola egregia, qui non bisogna avere scrupoli. Signora
contessa, qui bisogna aver coraggio, nè credere che il signor Suardi possa far
quello che ha minacciato. Voglio bene che la passione gli abbia fatto girare il
cervello, ma se può commettere delle imprudenze, non vorrà commettere dei fatti
gravi. D'altra parte ha promesso di venir domani, non è vero?... Queste
ventiquattro ore d'aspettazione sono un tesoro... per chi le sa valutare. Ma
bisogna lasciar fare a me e fidarsi di me.
La contessa, a queste parole del giovane Strigelli, opponeva
naturalmente l'invincibile sgomento in cui versava per la vita e l'innocenza
della sua Ada, sgomento che nel suo massimo accesso arrivava perfino a far
tacere il ribrezzo che del pari irresistibile provava per il Galantino. Donna
Paola poi, tanta era l'emancipazione della sua mente e de' suoi generosi
principj, emancipazione che raggiungeva un ideale quasi non valutabile nemmeno
dagli intelletti più indipendenti del tempo, un ideale che talvolta pareva
persino trascendere all'intemperanza, opponeva alle parole dell'avvocato e al
ribrezzo della contessa queste ed altre considerazioni:
- Voi dite, avvocato, essere così manifesti nel Suardi gli
effetti della vertigine della passione, che tutto induce a persuadervi essere
venuto il momento di coglierlo, per la ragione che non sembra
più in possesso de' suoi naturali mezzi di difesa...
- Certamente, donna Paola, Sansone fu potuto mettere in
ceppi dall'astuzia, quando gli cadde la chioma.
- Ma ciò mi ripugna, e tanto più che il Suardi si è come
confidato in noi. Le ultime sue parole erano d'uomo che è così penetrato
dall'amore, che a questo sembra posporre ogni
altra cosa; che per questo parrebbe quasi essersi operata in lui una completa
trasformazione morale. Egli è ricco, le ultime sue largizioni ai danneggiati per
l'incendio del borgo san Gottardo accusano esservi in lui qualche sentimento
generoso. Se un amore sincero, legittimamente appagato, potesse mai tradurre a
benefizio degli uomini quelle sue qualità particolari per cui una volta potè
loro riuscire dannosissimo; non provate voi, avvocato, una certa titubanza
nell'assalirlo in questo momento appunto? Troncare e distruggere un frutto che
può essere buono non per altro motivo che perchè nasce da un albero che in
addietro ne diede di cattivi, non mi parrebbe, scusate, nè sapienza nè
giustizia.
- Io ammiro, donna Paola, queste vostre considerazioni. Le
anime nobilissime sono condotte dal desiderio del bene ad illudersi sulle
apparenze delle virtù in altri; ed a credere nella durata di quelle, che non
sono altro poi che un'accensione subitanea, avvenuta per circostanze tanto
speciali quanto passeggiere. Se ci potesse essere una certezza assoluta di
codesta completa trasformazione della perversità nell'onestà; io direi, si
faccia quanto dite. Ma c'è questa certezza? Possiamo noi dire che di una
ardente passione possono essere perpetui i beneficj effetti? o non piuttosto
che, dileguandosi essa nell'atto stesso del suo soddisfacimento, abbiano a
sparire simultaneamente anche quelle larve di virtù che s'erano mostrate alla
sua comparsa?
Donna Paola a queste parole si alzò, e:
- Avete ragione, avete ragione, disse; io mi lascio sovente
trasportare di troppo. Ah se il mondo fosse come io vorrei; se fosse vero che,
siccome talora fantastico, la virtù potesse essere un prodotto della volontà
costante di chi la sente e la vede; e fosse errore il credere, darsi nature
così terribilmente guaste da tornare impossibile il placarle pur sotto i più
beneficj influssi... che consolazione sarebbe!... Ma io fantastico talvolta...
lo so bene; dunque fate voi... se qui la contessa lo permette.
- Libertà di operazione bisogna concedermi, ed io confido
che tutto debba piegar in bene.
La contessa tornava ad opporsi.
- Ma a respingere ogni obbiezione, ritenete voi, disse lo
Strigelli, che il conte voglia permettere quel che il Suardi domanda? È una
pazzia il crederlo. Dunque lasciate fare.
La contessa, rassegnata, si affidò alle promesse
incoraggianti del giovane avvocato, a cui, mentr'esso si accomiatava, strinse
la mano, quasi facendo con quell'atto una nuova preghiera. E donna Paola lo
seguì fin nell'anticamera, per dirgli cosa che non voleva fosse sentita dalla
contessa:
- Oggi medesimo ho risoluto di recarmi dal conte V...
- E che? pensereste mai d'indurlo...
- No, no. State tranquillo. È un altro il mio fine. Io
voglio indurlo a venir qui domani. All'idea di umiliare il Suardi, certo ch'ei
ci verrà. In ogni modo, voi mi comprendete... quale consolazione sarebbe se la
contessa avesse mai a rappattumarsi col marito... e dopo tanti anni si ricongiungessero!
che consolazione per me, pei parenti, per gli amici! Quale edificazione per
tutta la città! che insegnamento solenne ai calunniatori farisei! Al conte ho
dovuto parlare in più di un'occasione... e, a dir il vero, l'ho trovato
migliore di quello che me l'avean dipinto...
- Oh certo, sotto a quella scaglia tutta irta di petulanza
feudale, in fondo, chi sa pigliarlo pel suo verso, finisce a trovare un buon
bestione, disse lo Strigelli sorridendo; e per certe sue espressioni a cui si
lasciò andare parlando con me, quasi non sarei lontano dal credere... ma temo
della contessa, temo assai...
- La contessa farà quello di cui la supplicherò... e i
venticinque anni sono passati, ed anche i trenta...
- Tutto va bene, ma la disuguaglianza non sta negli anni ma
nella testa.
- Eppure è un tentativo che sento l'obbligo di non
tralasciare.
- Troppo giusto, troppo giusto.
E il giovane Strigelli, inchinando profondamente donna
Paola, si partì.
Ed ora dovremmo parlare della visita fatta in quel giorno
dallo Strigelli all'eccellentissimo capitano di Giustizia e il lungo colloquio
avuto seco, ma troppe pagine si consumerebbero, e non c'è tempo a perdere. Poi
dovremmo riferire un altro lungo discorso investigatore tenuto dal medesimo
Strigelli nel dì stesso al sottotenente Baroggi, cui espressamente andò a
trovare in caserma. Poi la visita di donna Paola al colonnello V.... e
l'escandescenza di lui alla notizia della sfrontata pretesa del Suardi; ma
anche per ciò ci vorrebbe troppo tempo e spazio. Pensiamo inoltre che tutto
questo, meno il piacere ch'altri potrebbe avere a legger dialoghi, sarebbe al
tutto superfluo, perchè in seguito dovendo veder le conseguenze di queste
visite e di questi colloquj, di necessità potremo indovinarne il tenore, come
se fossero stati riferiti. Bensì ne giova assistere a una mezza dozzina di
soliloquj successi nella notte di questo giorno pieno di affannose faccende.
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