XIII
Quando Lorenzo Bruni entrò in casa S.... usciva un servo
tutto scalmanato a cercare del figlio di lui appunto; il servo gli disse quel
che egli sapeva, e il vecchione salì, e vide le due donne in preda a quel
dolore disperato e violento che il lettore può immaginare, e che noi non osiamo
e non vogliamo descrivere. Tante volte ci trovammo al cospetto di dolori
consimili, e tante volte li abbiamo anatomizzati con mano convulsa, che or ci
pesa di rifarne il processo.
So tutto, disse il vecchio, appena vide quelle due donne
affannate; e so più di quello che voi sapete (e brevissimamente espose loro di
che si trattava); ma il rimedio, soggiunse poi, è ovvio e naturale. Mio figlio
Giocondo è già sulle traccie della vostra figliuola; ella dentr'oggi può essere
fatta sposa.
Lorenzo erasi accorto che il dolore aveva abbastanza
lavorato sul cuore di quelle due donne, e non amò di prolungarlo, quantunque
egli volesse, colla pietosa inflessibilità del medico, usufruttarlo tutto, per
preparare poi con esso le vie della salute. Egli conosceva nell'intimo quelle
due donne, e le amava e le stimava in preferenza di tante altre, perchè una
vita lungamente travagliata le aveva fatte accessibili a molte di quelle verità
che i pregiudizj, accumulati per tante generazioni in seno alla più alta
società, avevano, o celate del tutto, o, quel ch'è peggio, fatte passar per
errori.
Sperate, ripetè il buon vecchio; la vostra figliuola a
momenti potrete vederla.
Ma, e chi mai ha osato?
Nessuno le ha fatto violenza; fu ella a lasciare la propria
stanza e la propria casa. Pur vi consiglio a non rimproverarla quando la
rivedrete. Io non so se a voi sia trapelato mai nulla di quello che da qualche
tempo succedeva nel suo cuore; ma, anche a non saperlo, bisognava sospettarlo;
all'età della vostra figliuola, non può essere che per un'eccezione viziata
della natura umana, se le fanciulle hanno il cuore muto e il senso inerte; per
lo più sono perverse, quando sono di ghiaccio, Dio salvi l'umanità da una
giovinezza che sembra la vecchiaia. Tutte
quelle madri badesse, onde ora si vanno svelando le storie arcane, e sotto il
cui governo claustrale si murarono fanciulle delle quali ne' conventi
smantellati si scoprono gli scheletri; tutte quelle spietate badesse, io dico,
devono avere avuto una giovinezza senza cuore e senza palpito. Io spero bene
della vostra figliuola. Ella amò con sincerità, e non interrogò che il cuore, e
il turpe tornaconto non ebbe posto ne' consigli della sua intelligenza
adolescente.
Quando alla scoperta improvvisa di una sventura, di cui è
arcana l'origine e sono ignoti i particolari, succede la notizia certa e
precisa del fatto, per quanto esso appaia grave, l'animo tuttavia si ricompone,
e all'angoscia disperata tien dietro un dolore tranquillo e riflessivo.
Ciò avvenne precisamente nel cuore di donna Clelia e della
contessina Ada.
Quest'ultima domandò al Bruni come si chiamava il giovane
che aveva provocato un sì doloroso accidente.
È il figlio di un uomo sventuratissimo, che morì prima che
la giustizia abbia trovato il tempo di far le di lui vendette. Cara contessina
Ada, ricomponete i vostri spiriti; e preparatevi a sentire nel cognome che vi
pronuncierò qualche cosa che pare annunciare una volontà espressa della
Provvidenza.
Ma chi è dunque?
È il figlio del Baroggi.
Del Baroggi? e donna Ada fece un viso e un gesto in cui
appariva disgusto e ribrezzo.
Lorenzo Bruni disse tra sè: Cominciamo male.
Quel Baroggi, soggiunse poi, non era che una guardia di finanza,
lo so; e visse povero come Giobbe. Ma in tutto questo non v'è nulla per cui
debba arrossire nè il morto nè il vivo. In quanto al suo figlio, è un nobile e
valoroso soldato. A soli 24 anni è già capitano dei dragoni. Tra pochi anni può
essere colonnello, può essere generale. Nei tempi avventurosi e grandi in cui
viviamo, e in cui pur contento io trascino la mia vecchia età, codesta
professione di chi cerca e trova la gloria sui campi di battaglia, è la più
generosa, è la più nobile di tutte. Il vostro marito chi è? Il giorno meno
sciagurato della sua vita, e che forse gli varrà qualche indulgenza, fu quel
solo in cui sotto il titolo di capitano andò a nascondere quello di conte.
Donna Ada si riscosse tutta a queste parole, e non disse
nulla.
Parlò per lei la contessa Clelia:
Voi, caro Lorenzo, avete nominato il conte mio genero; ma
avete precisamente nominato l'unico ostacolo a quanto avete proposto... Voi
sapete al par di me, al pari di questa povera disgraziata, l'indole violenta di
quell'uomo. Se mai venisse a sapere d'un simile matrimonio... da Parigi o dal
Reno dove ora si trova, piomberebbe qui come una saetta a metterci tutti
sossopra... Questa povera disgraziata ha troppo sofferto... Voi già sapete
tutto...
La contessa Clelia finiva appena di dire queste parole, che
s'udì una carrozza fermarsi alla porta. Tutti e tre furono in piedi. e corsero
alla finestra.
Or torniamo indietro un momento.
Donna Paolina, dopo il primo orgasmo che l'aveva spinta a un
passo disperato; dopo che ne furono scomparse le più forti cagioni, quali il
sospetto d'essere tradita, e il terrore che forse all'alba il suo Baroggi
sarebbe rimasto sul terreno; in una parola, dopo che fu cessato quella specie
di deliquio intellettuale che le aveva coperto ogni lume di ragione, si trovò,
per così dire, faccia a faccia con sè stessa; allora quegli affetti che erano
come cessati sotto al colpo d'altre passioni più impetuose, le rifluirono a
furia nel cuore; e con quelli il pentimento affannosissimo d'aver potuto
abbandonare così crudamente quell'angelo di sua madre, da cui tanto era amata.
Per ciò, avendole il Bruni consigliato, per togliere ogni occasione di
scandalo, di ritornare fra' suoi, ella, con quella smania medesima onde a notte
era fuggita di casa, pregò e volle che, senza perder tempo, la si riconducesse
presso la sua cara mamma. Qui però, a dir tutta la verità, bisogna soggiungere
che non la potevano far ritrosa a tal passo le parole del Bruni, il quale
aveale promesso di adoperarsi col più vivo interesse a sollecitare quelle nozze
che il giovane Baroggi ed ella chiedevano; e di più l'aveva assicurata che il
proprio padre Lorenzo a quell'ora stava certamente parlando di ciò colla nonna
e colla contessa Ada. Egli è un fatto che anche negli slanci più spontanei e
impetuosi del cuore umano, l'interesse e il calcolo trovano sempre
il modo di farsi sentire e di dar pareri.
Una mezz'ora dopo che il capitano Baroggi fu tornato in
Castello, esso e il Bruni fecero venire una carrozza, e partirono colla
fanciulla senza por tempo in mezzo. Giunto il Bruni alla casa propria, fece
fermare i cavalli, chiese di suo padre e, sentito ch'era andato in casa S...,
consigliò il capitano Baroggi a salire, e trattenersi nelle di lui stanze
finchè fosse stato chiamato. Così fu fatto, e la carrozza toccò via e si fermò
innanzi al portone di casa S...
Donna Paolina, preceduta dal Bruni, balzò a terra, passò a
volo, non amando farsi vedere, dinanzi al portinajo; fece a salti lo scalone,
quasi a stento seguita dal Bruni, il quale non sapendo come eran corse le cose,
non voleva discostarsi da lei; e non se ne staccò infatti se non allorchè seppe
che il suo padre stava presso le donne da qualche ora.
Donna Paolina, quando vide il vecchio Lorenzo a moverle
incontro, affannata gli chiese di que' di casa, e contemporaneamente si
precipitò nella sala, e, come se stramazzasse, andò a cadere nelle braccia
della mamma, che, non sostenendo l'urto, ricadde sulla seggiola; così che la
fanciulla, senza volerlo, venne a piegare i ginocchi e il corpo, e a nascondere
la faccia lagrimosa nelle vesti materne.
Non ci furono parole per parte di nessuno. La fanciulla
singhiozzava; la madre, abbracciando e baciando quel caro capo, nè
singhiozzava, nè faceva motto, ma inondava di lagrime sgorganti a furia la
propria faccia ancora bella, quasi ancora giovanile. Donna Clelia non piangeva,
nè quasi guardava; ma volgendo in alto gli occhi e il volto severissimo e
venerando, teneva intrecciate le vecchie mani tremanti, come chi prega o
ringrazia Iddio, o recita cose devote.
Il vecchio Lorenzo chiese allora sottovoce al proprio figlio
dov'era il capitano; e, sentito che s'era ritratto nella stessa casa Bruni: Va
tosto a chiamarlo, senza perder tempo. Se non si coglie al volo l'affetto e la
pietà, non si fa più nulla.
Giocondo Bruni uscì, e tornò tosto col giovane Baroggi.
Allora Lorenzo, sentito dall'anticamera il tintinnio degli
speroni, disse alla contessa Clelia: C'è qui il capitano Baroggi. Io stesso
l'ho fatto venire. Accoglietelo come vi consiglia la vostra sapiente bontà.
Così dicendo uscì, e condusse con sè a mano il giovane soldato. Donna Paolina
alzò il capo e guardò, e rattenne il singhiozzo, e sorrise guardando il caro
giovane.
Codesta scena intima di famiglia, tradotta e fermata
dall'arte figurativa, ben potrebbe sembrare
un'allegoria storica per chi si rifiuta a credere che dal semplice
caso sieno generati uomini e cose.
Nella contessa Clelia pareva rappresentata la vetusta
aristocrazia che, ad onta della dottrina delle sventure, delle lezioni
dell'esperienza, degli stessi affetti più nobili e più disinteressati, pure si
ostina a star separata ancora dall'elemento popolare.
Lorenzo Bruni raffigurava codesto elemento appunto, più
antico di tutte le aristocrazie; e il cui lavoro incessante in tutti i tempi,
sebbene più o meno celato e più o meno efficace, era prossimo a dominare gli
altri, in virtù di una legge naturale più legittima di tutte le leggi storiche
sorvenute.
La contessina Ada adombrava un'epoca di transizione emersa
dal connubio del patriziato e della plebe. Il capitano Baroggi, la forza delle
armi e l'incanto della gioventù, che esercita un potere irresistibile su tutto
quello che avvicina. La fanciulla, inginocchiata e sorridente sulle lagrime,
gli effetti ultimi della legge d'amore che toglie gli ostacoli posti tra stato
e stato dalla prepotenza o dall'ambizione.
Ora, lasciando l'allegoria, allorquando quella specie di
gruppo plastico di figure variamente atteggiate si sciolse e si scompose,
Lorenzo Bruni avviò un discorso per ravvicinare il capitano Baroggi alla contessa
Clelia e a donna Ada; la bellezza del giovane e quella tinta d'ingenua onestà
che gli colorava il volto, resero efficacissime le parole del vecchio; e donna
Ada, intenerita dalle lagrime e dalle preghiere della figliuola, proruppe
finalmente in queste parole che sciolsero ogni viluppo:
Ebbene, se il destino vuole che ciò sia fatto, si faccia.
Alle quali parole la contessa Clelia lanciò alla figlia
un'occhiata severa, ma non osò parlare.
Allora, conchiuse il vecchio Lorenzo, lasciate a me e a mio
figlio la cura di tutto il resto... per una vera provvidenza del Cielo, al
conte vostro marito non fu levata l'interdizione; così non ha nè il diritto, nè
l'obbligo di dare o di togliere il suo assenso; per un'altra provvidenza, in
virtù della nuova legge che decreta essere il matrimonio un contratto civile,
quello che si dee fare lo si può fare prestissimo, e senza tante lungaggini e
cerimonie, e prima che il capitano parta pel campo.
Nessuno contraddisse alle parole del vecchio, e così si
sciolse quella giornata, che sorse tanto sinistra e sembrò
minacciare casi funesti e inestricabili viluppi. Ma la vita non consiste in un
giorno.
Quando il capitano fu partito, e la vecchia contessa Clelia
pur nella sua cupa severità, che pareva quasi un affanno profetico, si lasciò
intenerire fino a deporre un bacio sulla fronte della figliuola che consolata
l'abbracciava; donna Ada, accompagnato il padre e il figlio Bruni fino alla
porta dell'appartamento, disse queste parole:
- Io faccio il desiderio della mia figliuola, perchè ho
fiducia di fare il suo bene. Ma temo guai; guai terribili per me. Per quanto ne
sappiate e ne abbiate sentito dire, voi non conoscete il carattere del padre
della mia figliuola. Pensando a ciò che avverrà quand'egli verrà a sapere di
questo matrimonio, vi confesso, miei cari, che mi vengono i brividi. Nè, del
resto, se per un atto di estrema delicatezza si fosse mandato a chiedergli il
suo assenso, mai non lo avrebbe dato. Basta, la sola cosa che mi conforta, è
che il dovere delle madri è di sacrificarsi interamente pe' figliuoli; e in
quanto a me, qualunque danno sia per capitarmi, è dover mio di affrontarlo, per
il bene della mia figliuola, e per preservarla da pericoli che potrebbero
trarla in rovina, se ora non la si compiacesse in un desiderio che è legittimo.
E, dette queste parole con pacata rassegnazione, così
conchiuse dopo un momento di pausa:
In quanto a me non so quando finirà codesto strazio continuo
a cui fu posta la mia vita, nella quale non appena è finito un malanno, che un
altro sopraggiunge più spaventoso del primo. Voi altri, amici fedeli, che
conoscete tutti i casi della mia vita, potete dire se vi è stata donna più
tribolata di me al mondo...
E quasi singhiozzando, strinse la mano al vecchio Bruni e li
salutò ambidue, lasciandoli addolorati e pieni di tristi presentimenti.
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