Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giuseppe Rovani
Cento anni

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO DECIMOTERZO
    • IV
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

IV

Quando donna Paolina fu uscita, si ritirò nella propria stanza, e prese subito il partito di scrivere questo letterino al Baroggi:

"Se Dio mi ajuta, spero che potrò consegnare all'amico che qui hai mandato queste righe, che finalmente scrivo perchè non saranno lette che da te, il solo che abbia diritto di leggerle, ed il cuore per comprenderle. Non valgo a dirti quello che ho sofferto in questi orribili giorni; credo che le pene dell'inferno possano essere un sollievo in confronto. Ho perfino dubitato anche di te. Chi molto ama, molto dubita. Tra mia nonna che non sa vietare, ma che non vuole il nostro matrimonio, e la povera mia madre che vorrebbe, ma non ha il coraggio di opporsi alla nonna, io ho vissuto in continuo silenzio, nel quale il mio cuore lacerato non trovò mai riposo un istante.

"È questo il primo minuto che un raggio improvviso illumina il mio cuore e la mia mente. Ho risoluto. Lascerò questa casa; il come e il quando non lo so. Ma ho risoluto, e nessuno potrebbe distruggere gli effetti del mio proponimento se non coll'ammazzarmi. Per Dio, vorrò ben vedere sino a che punto saprà giungere la crudeltà di una vecchia testa piena di pregiudizj. Che nobiltà, che ricchezze, che leggi, che autorità! Soltanto il mio cuore ha la autorità legittima di comandarmi di amarti e di seguirti e di distruggersi per te. Degli altri tutti respingo ogni comando. Sfiderei Dio stesso, se mi ingiungesse di dimenticarti e di fuggirti. Ma Dio è buono; così lo fossero i padri e le madri, che, pur troppo, credono di fare il nostro bene col farci morire, per piangerci poi quando non si può più risuscitare. Sento, rumore. Oh Dio! Non posso continuare. Ripeto dunque il giuramento di fuggire di qui e venire da te, e nasca quel che vuol nascere."

Intanto che donna Paolina scriveva, il discorso tra l'amico del Baroggi e la vecchia contessa Clelia era tenace, forte ed eloquente dall'una parte e dall'altra. La contessa colla sua dialettica fredda ed inesorabile come l'algebra e la geometria, che rimasero le consolatrici estreme della sua tarda età, si provò a dimostrare coll'amico del Baroggi, che se si fosse riuscito a togliere di mezzo quel malaugurato matrimonio, si sarebbero scansati infiniti guai; chè, essendo tempi di guerra, e il Baroggi essendo un soldato, ed un valorosissimo soldato (qui la lode fu abbondante perchè giovava al suo intento), le probabilità della morte erano tante e così vicine, che la povera fanciulla, dato che avvenisse quel che tutti i giorni avveniva, certo ne avrebbe dovuto soffrire assai più che col cercar di dimenticare quel giovane. Parlò inoltre della mancanza dell'assenso del padre della fanciulla, il conte colonnello S..., del carattere suo, onde non si sarebbe mai piegato a concedere quel permesso; degli affanni interminabili che sarebbero sorti per la fanciulla, pel Baroggi, per la famiglia, quand'anche la fortuna avesse conservata la vita al giovane capitano.

L'amico del Baroggi rispose di conformità, con abbastanza eloquenza anche lui, anzi con un'eloquenza più liscia, più spontanea e più naturale, perchè la ragione era dalla sua parte; ma la contessa Clelia non si lasciò smuovere per questo, e:

Lasciate fare a me e al tempo, disse, e tra pochi anni la fanciulla mi benedirà, e il capitano, o sarà morto, o ne avrà sposata un'altra, e della figlia di mia figlia appena si ricorderà.

Che cosa dunque devo dire al capitano? conchiuse il di lui amico.

Tutto quello che avete udito.

Ma la fanciulla, signora contessa, non deve essere sentita per nessun conto in una cosa che tanto la riguarda?

Le ragazze devono obbedire e lasciar fare a chi ha la sapienza e l'esperienza. In ogni modo, è giusto che mia nipote v'incarichi de' suoi saluti al giovane capitano...; e così dicendo, diede ordine alla cameriera che andasse a chiamar la fanciulla.

La fanciulla entrò lenta e pallida, col letterino già piegato fra le mani.

Il signore parte per Piacenza; se hai qualche cosa da dire al capitano, egli s'incarica di esserne il relatore.

Donna Paolina tacque un momento, irresoluta e tremante; poi, come animata da un coraggio insolito:

Quello che dovrei dirgli, l'ho scritto qui; e così dicendo diede la lettera all'amico del suo Baroggi; indi soggiunse con significanza che aveva del terribile: Nessun altro che lui deve e può leggere queste parole.

Quegli prese la lettera, e senz'altro la ripose. Aveva capito tutto.

La contessa Clelia fulminò la fanciulla d'uno sguardo minaccioso. Ma non osò dir nulla. Sentiva d'aver torto a domandar di voler leggere prima lei quella lettera.

L'amico partì, promettendo di ritornare il giorno dopo; partì, e il primo suo atto fu d'impostare tosto quella lettera per Piacenza alla direzione del capitano Baroggi.

Se donna Paolina, sempre silenziosa ma risoluta, dovette sostenere una tempesta di rimbrotti, ottenne però il suo fine. La lettera giunse a Piacenza; annunciata da quella dell'amico, il capitano l'aperse tremando; perchè chi ha l'animo agitato teme sempre sventure! Ma qual fu la sua gioja nel leggerla, quanta allorchè l'ebbe letta! Un primo raggio di sole che compaja, dopo molti giorni di una pioggia inclemente, a rischiarare la terra, è un paragone ben misero per dare una minima idea del trasmutamento che avvenne nel cuore accasciato del giovine capitano. Baciò e ribaciò quella lettera, chiamò mille volte cara cara cara la sua Paolina, con una espansione delira che non può descriversi a parole, e che è troppo sublime perchè il mondo indifferente meriti di conoscerla appieno; si rimproverò dei tanti sospetti avuti e ingranditi ed esasperati con quell'affanno onde il sofferente sfrega la piaga che lo tormenta. Giurò di volare in soccorso della sua Paolina, di mettere sossopra cielo e terra per riuscire nell'intento. E vi riuscì. Allorchè due si amano intensamente, ed hanno fermo di scuotere il giogo che li tiene in schiavitù, su cento tentativi, in novanta trovano la fortuna propizia. E donna Paolina e il Baroggi furono tra i suoi protetti.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License