V
Alcune egregie persone che conobbero dappresso questo
personaggio, distinto per celebrità municipale, ci dissero molte cose in lode
sua. Esse ci fecero sapere che monsignore, nei penetrali domestici, era
tutt'altro che un uomo da spaventare col suo rigoroso ascetismo, ma che anzi si
mostrava sovente pieno di amabile gajezza; ci assicurarono inoltre che, per
quanto a loro constò, non era per nulla avverso alle cose mondane, in prova di
che addussero che era contrario al monachismo; e, in quanto alle fanciulle,
desiderava che si maritassero e presto. Ma ora noi vorremmo pregare quelle
egregie persone a voler credere che, a tutto rigore di coscienza, noi abbiamo
appurato sul vero le nostre asserzioni, a tener conto delle considerazioni che
faremo in proposito, a valutare i fatti che ci furono riferiti da uomini
degnissimi di fede, e che da noi stessi furono verificati. Abbiamo detto che
quel personaggio, se aveva il cuore, il sentimento e le intenzioni ottime, non
aveva poi quella che il Romagnosi chiamò mente sana. Ciò lasciando intatta la
santità dell'uomo, non viene a toccare che i suoi errori di giudizio, i quali,
per loro natura, come ognuno sa, non lo costituiscono in colpa. A mostrare
com'ei fosse eccessivamente rigoroso nel suo ascetismo e nel mettere in pratica
gli assunti del suo arduo ministero, annunciamo questo fatto, che siamo
sicurissimi di poter garantire. Ad una ragazzetta di dieci anni, nell'occasione
che si presentò per fare la prima comunione, ei negò inesorabilmente il
permesso di presentarsi alla mensa eucaristica insieme colle altre sue
coetanee, per la sola ragione ch'ella era avviata ad una delle carriere
teatrali. Noi non facciamo commenti: giudichi il lettore.
Se l'età infantile, se l'innocenza, se l'adempiuto
sacramento della penitenza, se l'assoluzione ricevuta permisero ad essa di
ricevere l'ostia santa a un altro altare, perchè ciò le doveva essere conteso
all'altare apprestato per le sue giovinette compagne? Un fatto può bastare a
svolgere un ordine completo di principj, e in questa circostanza i principj
dell'Opizzoni, per un errore della sua mente, lo portarono all'ingiustizia, lo
portarono a fare un privilegio d'un sacramento; a far credere che vi fossero
due Cristi e due ostie diverse. Esso era avverso al monachismo, ci vien detto,
e consigliava le fanciulle a prender marito piuttosto che farsi monache. Questo
è vero. Ma, in troppi casi, per lo sgomento che aveva della pericolosa
condizione delle fanciulle troppo a lungo lasciate nubili, influì, benchè
ognora coll'intento del bene, a combinare e ad accelerare matrimonj, che
qualunque altro uomo più esperto di lui della vita e più scaltrito dalla scuola
delle umane passioni e degli interessi umani, avrebbe fatto di tutto per
stornare e rompere a mezzo, scorgendo in essi i germi di disastri futuri
inevitabili. In quanto alla sua amabile gajezza, questa non è sempre
il sintomo della spregiudicata indulgenza. La coscienza tranquilla può dare la
contentezza e l'amabilità. Ma la coscienza scrive sotto la dettatura del
criterio. Se questo sbaglia, la coscienza si atteggia alla sua misura. San
Carlo, quando comandò i roggi della Valtellina, era tranquillo e pago.
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