XXIII
Il Bichinkommer, che stava seduto dietro al Baroggi:
Su via, coraggio, gli disse; mi sembrate
un collegiale: lasciatevi ajutare da questa pollastrona di sangue reale, che
mentre non sa quel che si fa, pare incaricata dal destino a strappare la
tortorella dagli artigli del nibbio. Avanti, e disinvoltura, e siate quel che
siete. È una viceregina che vi fa da mezzana. Il gran Luigi di Francia non
poteva pretendere di più.
Come accade quasi sempre
degli uomini eccitabili, allorchè vengono sopraffatti da quella timidezza che
può chiamarsi fisica, che, se arrivano a dominarla colla volontà, passano di
punto in bianco al suo eccesso opposto; così fu del Baroggi, il quale, uscito
di tratto dalla sua immobilità, ringraziò inchinandosi alla viceregina, si
volse alla Gentili, le porse la mano, le disse molte cose cortesi ed eleganti;
eppoi, quando il calessino della slitta fu apprestato, la invitò ad entrarvi.
Dopo i disordini avvenuti, quando si riaperse il giuoco nel 1820, non venne più
permesso agli uomini di farsi sedere le donne in grembo lungo il corso della
slitta; bensì le donne s'assidevano sole nel calessino e gli uomini, come i
napoletani guidatori del curricolo, o come i cosacchi, stavano in piedi di
dietro. Madamigella Gentili s'assise, come voleva l'usanza, e il Baroggi le si
pose a tergo, e di tal modo discesero insieme lungo la precipitosa curva. Egli
aveva ventidue anni ed ella diciasette; l'affare era piuttosto serio. Il
termometro, immerso nel sangue di quei due giovani, in due secondi sarebbe di
certo salito al grado della massima ebollizione. Al di fuori però non appariva
nulla. Egli, colla faccia inclinata sul capo leggiadro della fanciulla,
inspirava con ineffabile voluttà la fragranza che usciva dalle sue chiome
inanellate. Non si sa da che dipende, ma l'odore che esala da una giovane
chioma femminea può assassinare un galantuomo più che la punta di un pugnale di
Damasco vibrata da un traditore. Il giovine s'inchinò ancora di più; osò varcar
la linea della convenienza; baciò quei capegli; la fanciulla tacque, ma un
brivido sacro la percorse tutta lungo la colonna vertebrale.
In pochi minuti due o tre giri furono compiuti. Nel
discendere dalla slitta: Fate di svincolarvi da quello scellerato! disse il
Baroggi alla fanciulla, accennando al conte Alberico. Ah, non s'è più in tempo!
rispose Stefania, senza guardare in volto al Baroggi, perchè era già in presenza
dei genitori e del futuro sposo. La viceregina, che era già in pronto per
partire col seguito, quando Stefania fu di ritorno, le mise in dito un anello
di brillanti, la baciò in fronte e le disse sommessa: Se qualcuno vi facesse
violenza, e vi costringesse, contro il vostro genio, a sposare quell'uomo là,
fate conto della mia protezione. Stefania non fece motto, la Corte partì. I
signori Gentili e il conte Alberico, chiudendo in mezzo la fanciulla, quasi
temessero che qualcuno la trafugasse, la tempestarono di cento interrogazioni.
Sulla faccia del conte, alterata dal dispetto e dalla gelosia, si poteva
leggere, come su di una tabella, l'elenco di tutte le sue perfide qualità.
Stefania lo guardò con ribrezzo, e quasi contemporaneamente rivolse e posò uno
sguardo lento sul gruppo di persone in mezzo alle quali spiccava ancora la
bella figura del Baroggi. Nè altro avvenne per allora, ma quel complesso di
accidenti, ben lievi in sè stessi, bastò a gettar le fila d'altri accidenti
futuri.
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