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Giuseppe Rovani Cento anni IntraText CT - Lettura del testo |
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IX Il generale in capo, ossia il Galantino, che, al pari del duca di Wallenstein, combatteva per proprio conto, aveva dato ordine al suo ajutante di cogliere, senza sgarrare d'un minuto, quell'istante in cui le monache e le educande, uscite appena dalla chiesuola, si sbandavano per diporto, a sparsi gruppi, lungo i corridoj ed i portichetti del monastero, aspettando che la campana le chiamasse in refettorio per la cena. E un tal ordine venne di fatto eseguito puntualmente; chè il giovine Baroggi era di quella tempra d'uomini che ponno dubitare a lungo prima di accettare un incarico; ponno anche averlo accettato contro la propria convinzione: ma una volta che hanno promesso di mandarlo ad effetto, non disputano più se sia buono o cattivo, onesto o turpe, utile o dannoso; si dimenticano delle proprie persuasioni e di se stessi, non da altro sollecitati che dal desiderio di farsi riconoscer degni dell'altrui fiducia. Avea insomma le qualità d'un perfetto soldato, il quale può disapprovare una battaglia, una mossa strategica, ma si lascia tagliare a pezzi piuttosto che mancar menomamente ad un comando ricevuto; con tali norme erasi comportato infatti nella sua condizione di sotto-tenente della Ferma; disapprovava quell'istituzione, e vituperava le malversazioni legali; ma quando al confine comandava un picchetto di guardie, i contrabbandieri avevano con lui un malissimo giuoco. Allorchè dunque il piccolo esercito che era sotto la sua direzione fu alla soglia della porta del convento, la prima cosa fu di posare due guardie rappresentate dal loro fucile, ai due lati di essa; poi il primo commesso, seguito da tutti gli altri, entrò nel camerotto della vecchia custode del convento, che trasalì nel veder quell'uomo seguito da tanti altri armati. Ma il commesso, alla vecchia che, per un movimento istintivo, si alzò da sedere e fece alcuni passi per piantarsi in luogo da sbarrar loro l'entrata: - Siamo i commissarj della Ferma, precedeteci, chè vogliamo parlare alla madre priora del convento. Fate presto e non temete, chè non si vuol mangiarvi, nè voi nè la madre priora nè le monache; e senza dir altro, sforzò, a così dire, il passo e varcò la soglia, ed entrò procedendo fino al secondo cortiletto del monastero, seguìto dal secondo commesso, da un sergente, dalle guardie, dagli sbirri e dal sotto-tenente Baroggi che veniva ultimo e colla testa bassa. Chi avrebbe detto alla pia fondatrice di quelle sacre mura che doveva venir giorno in cui, senza un rispetto al mondo, avevano ad essere violate da uomini profani, anzi dalla più ribalda feccia degli uomini profani? Ma la vecchia custode, volendo essere la prima a comparire innanzi alla reverenda madre priora, stupita e barcollante s'affannava a precedere que' giovinotti, di cui sentiva gli sghignazzi protervi. Le monache e le fanciulle educande sfilavano in quel punto lungo un portichetto, per dove avevasi a passare. La vecchia, con quello spavento di chi ha in cura una nidiata di pulcini e osserva un gatto che li guarda e li fiuta: - Aspettate! esclamò con un certo accento, nel quale si sentiva che il tremito della paura materiale era confuso all'indignazione. Aspettate! chè la reverenda madre priora viene in coda a queste. V'è una certa specie di rispetto e di riguardo che è provato anche da' più ribaldi, persino allora che sono ubbriachi. Tutti adunque si fermarono, mentre il Baroggi, che stava dietro a tutti, si portò anch'esso in linea per guardar le fanciulle che passavano: e guardò infatti, e vide quella che cercava. Intanto, allo spettacolo nuovo e inaspettato di quelle faccie, di quelle armi, di quelle canne lucenti d'archibugi, s'era messo uno strano bisbiglio e scompiglio tra quella lunga fila di monache e ragazze; e s'udirono anche esclamazioni di sgomento; e si videro anche alcune uscir dalla fila, e affrettare il passo, e svoltare chi per una parte, chi per l'altra. Sostati i commessi e il sotto-tenente Baroggi alla testa delle guardie, la vecchia portinaja volgendosi alla madre priora, che già aveva intraveduto quegli uomini armati, con quel senso di stupore che non era e non poteva essere sgomento, ma somigliava piuttosto al turbamento confuso di un cattivo sogno: - Reverenda madre, le disse con voce gutturale e pecorina, questi uomini sono entrati, perchè hanno voluto entrare e perchè tengono un ordine da quelli che comandano. La madre priora, fattasi presso ai commessi della Ferma, che alla lor volta si avanzarono verso di lei: - Che cosa vogliono, loro signori? disse. Le parole non erano che queste, ma le pronunciò con quel piglio grave, severo, burbero, di chi, preposta da trent'anni al governo del monastero, teneva l'abitudine del comando più assoluto e inesorabile, ed era avvezza ad essere impreteribilmente ubbidita. Se la madre priora avesse avuto maggior pratica di mondo, è certo che non avrebbe parlato con quell'accento a quei rozzi uomini, i quali erano usi anch'essi a non sentirsi contraddetti. - Noi siamo i commissarj della Ferma, rispose con piglio più rozzamente burbero il primo dei commessi; e se siamo qui, vuol dire che ci possiamo stare; del resto, per un di più, veda vostra maternità l'ordine che teniamo dai nostri padroni. La reverenda madre lesse l'ordine scritto, poi soggiunse: Questo non sarà mai. Il primo commesso guardò in faccia al collega a quell'uscita inaspettata della priora; il secondo commesso guardò al sotto-tenente Baroggi, il quale, levatosi già da qualche tempo il cappellino a tre punte, si avanzò facendo un profondo inchino alla reverenda. La gioventù, il bell'aspetto e gli atti di cortesia costituiscono sempre una buona raccomandazione in quasi tutti i casi della vita: e tanto ciò fu vero in quell'occasione, che alla reverenda, senza ch'ella il volesse, anzi senza che nemmeno pensasse a volerlo, si spianarono di tratto gli aggrottamenti del ciglio, e si sciolsero due profonde rughe che le si eran fatte ai lati della bocca contorta. - A vostra maternità, continuava il Baroggi, raddolcendo più che poteva la voce, dev'essere noto l'editto pel quale è data facoltà alla Ferma generale del tabacco di mandare i suoi commessi anche nell'interno de' monasteri a fare perquisizioni, quando vi sia presunzione che in qualcuno di essi siasi nascosto del tabacco proibito. - Che... che cosa... cosa mi tocca di sentire? - Vostra maternità si degni ascoltarmi; la colpa non è nè della Ferma nè di noi, e molto meno della vostra maternità reverenda se fu riferito trovarsi appunto nascosta in questo convento una grande quantità di tabacco proibito. Io sono persuaso che questa possa essere stata una denuncia infondata... fors'anche la calunnia di qualche malevolo: ma siccome la legge parla chiaro, e parla chiaro e forte anche contro di noi se ci rifiutiamo a fare il nostro dovere; così vostra maternità deve permettere che la legge venga in tutto e per tutto eseguita. Quantunque il Baroggi parlasse a voce alta, veniva essa però soverchiata dal bisbiglio e dalla pispilloria di tutte le monache e fanciulle che si erano affollate sotto al portico, tanto che le arcate echeggiavano di quell'insolito frastuono raccolto in un sol punto. Le monachelle più paurose, in prima fuggite, eran tornate, attratte dalla curiosità irresistibile; le più audaci s'erano stipate in densa schiera presso ai nuovi venuti; le più adulte fra le semplici educande facevano luccicare, mentre parlavano, i loro vivaci e non più timidi occhi sul bello e giovane soldato che parlava. E non si può nemmeno sgridarle, poverette, giacchè dal momento che non erano destinate alla vita claustrale, la figura del giovane colla sua assisa brillante e la sciabola lucente, che staccava sovra di un fondo cupo occupato dalle figure severe della priora e delle suore maestre e dalle nere loro vesti, quasi somigliava all'effetto che un cielo azzurro, riflesso da un lago, produrrebbe su chi uscisse da un luogo tenebroso, dove sia stato a lungo per altrui volontà. Ma la reverenda, dopo aver girato un severissimo sguardo su quella truppa di giovinette che facevano tanto rumore, e intimato loro il silenzio: - Non nego la legge, disse, nè l'ordine che tenete da chi l'ha fatta; ma prima che io vi permetta di passar oltre, dovrò parlare alla nobil donna conservatrice di questo sacro asilo. L'autorità sarà informata di tutto... e allora... quando essa persista nel suo comando... voi potrete adempire al debito vostro. Il primo commesso a queste parole si permise di ridere villanamente; e per ispirito d'imitazione fecero lo stesso e il secondo commesso e le guardie e gli sbirri. Per verità che la reverenda madre l'aveva detta grossa; ma ella non era poi obbligata ad intendersi molto dei diritti della finanza. - Madre reverenda, soggiunse allora il Baroggi, mentre saettava un'occhiata come di rimprovero a quei profani irrisori, noi non siamo obbligati ad aspettare altri ordini dell'autorità; anzi il nostro obbligo preciso è di non aspettarne alcuno. Bensì vostra maternità potrà sempre raccontar l'accaduto alla nobile conservatrice del monastero, perchè essa provveda a far mettere questo convento sotto la protezione di un privilegio straordinario. Il sotto-tenente non avea quasi finito di pronunciare queste parole, che il commesso, perduta la pazienza: - Orsù, andiamo! disse al collega ed alle guardie. Noi sappiamo, madre reverenda, dove fu nascosto il tabacco; non abbiamo nemmeno bisogno di scorta; e così dicendo varcò l'arcata del portico, seguito dai soldati. Il Baroggi lasciò fare, e si ritrasse in coda. La madre badessa, coraggiosa della propria autorità e di quello zelo ardentissimo di religione che mette agli ultimi gradi tutti gli altri rispetti, fece, quantunque vecchia, due passi rapidi e si piantò innanzi al commissario, e: - Nè voi nè i vostri passerete per di qui, disse. Ma in quella le suore maestre e coadjutrici le si fecero intorno come per trattenerla onde il commissario e le guardie passarono oltre, fulminati dai solenni anatemi di lei, fino a che, nell'eccesso dell'affannosa sua indignazione, ella cadde come spossata e svenuta nelle braccia di quelle che la circondavano. Allora crebbe più che mai il susurro delle suore atterrite e indignate; allora s'udirono voci alte e querule; e persino qualche scoppio di pianto di qualche fanciulla commossa; allora, chi si fosse trovato là, avrebbe potuto assistere al vario modificarsi delle varie indoli delle fanciulle ivi raccolte: chè alcune eran passivamente atteggiate; altre, non trattenute da nessun riguardo, si sentivano tratte a seguir quelle guardie per ispiare i loro passi; altre osavano perfino di far sentire qualche mal compresso cachinno di riso; ed eran forse le più riottose tra le educande, quelle che più spesso avevan subita la severità della madre superiora, ed erano incoercibili dai castighi, e sospiravano di uscire a respirar l'aria libera del mondo. Quando i perquisitori si trovaron soli in un androne, il Baroggi li trattenne, e disse: - Or che volete fare senza la presenza di tre o quattro di codeste suore maestre, giacchè alla reverenda superiora è venuto un deliquio? Sapete bene che, affinchè la perquisizione sia legittima e non dia luogo a recriminazioni ed a gravami per parte de' perquisiti, bisogna che il processo verbale venga sottosegnato da qualcuno di loro. Perciò è necessario che faccian testimonianza del nostro operato tre o quattro di codeste suore, le quali, se sono ragionevoli, non devono ritenersi in pericolo per trovarsi in mezzo a noi, protette come sono naturalmente dalla loro vecchiaja e dalle grinze impresse nella loro faccia dalla devozione e dalla penitenza. Or lasciate che io vada a supplicarle perchè vogliano seguirci, intanto che la reverenda superiora attende a ricuperare i sensi smarriti. E coloro, a tali parole, si fermarono, ed il Baroggi retrocesse per far quanto aveva detto, ma più ancora per ripassare tra la schiera delle giovinette educande, in mezzo alle quali il suo occhio acuto aveva già scorto quella per cui era stata ordita una trama tanta complicata e pericolosa. Ritornato così nell'atrio, diede un'occhiata ai varj gruppi che s'eran sparpagliati qua e là sotto ai portici; s'accostò a quello dove rivide l'Ada; rispettosamente e col miglior garbo s'accostò, e: - Dove si son ritratte le reverende suore maestre? domandò. Più d'una rispose a quella domanda; e il Baroggi sentì anche la voce della fanciulla Ada; e più d'una si mosse per andar a cercare di quelle venerande che, nella confusione e nella preoccupazione del deliquio della madre superiora, non avean pensato a non lasciar sole le loro giovinette allieve; e si mosse anche Ada. Se non che il Baroggi, colto il punto, lesto e sommesso: "Ella aspetti... le disse; nell'ortaglia v'è chi dee parlarle. Si volga per di là, la supplico...", e via ratto come se nulla fosse, camminando sui passi delle giovinette che s'eran mosse in cerca delle maestre. Ada, a quelle parole del Baroggi, trasalì e stette immobile alcuni istanti, e pareva un leggiadro simulacro marmoreo che rappresentasse l'incertezza. Se non che, allorchè vide ritornar il Baroggi seguito da tre fra le venerande madri, ella uscì dalla immobilità, senza però uscire dalla perplessità affannosa. In quel punto la confusione nel convento era giunta a quel grado che non pareva potersi dar la maggiore. Chi andava da una parte, chi dall'altra; chi stava origliando presso l'androne dov'erano entrati i perquisitori; chi, salito che fu il Baroggi coi compagni e colle tre suore nella parte superiore del monastero, tenne lor dietro per non saper vincere la curiosità; chi si recava a domandar della salute della madre superiora; chi, tra le giovinette più ottuse, più apatiche e più sensuali, giacchè era l'ora della cena, aveva messo il piede in refettorio, sollecitata dal giovanile appetito che non lasciava scorgere al mondo cosa veruna, la quale avesse maggior importanza d'una buona minestra; chi tra le più maliziose e ribaldelle s'ingegnava a far chiose astute ed epigrammatiche sull'avvenuto. Solo Ada non faceva parte nè dell'una nè dell'altra schiera. Da molti e molti giorni ella avea cessato di mettere in comune i proprj coi pensieri, colle cure e colle abitudini infantili delle compagne. Ella avea smarrita l'allegria delle amiche spensierate, avea perduto l'appetito delle amiche prosperose e placide; non sentiva la tentazione d'imitare le più astute e le più riottose; in una parola, non trovavasi più in monastero che colla presenza materiale, perchè col pensiero e col cuore trovavasi assiduamente altrove. Da alquanti giorni non aveva potuto vedere il giovane Suardi, perchè, siccome sa il lettore per le parole che la nobil conservatrice del monastero disse già a donna Paola, era trapelato qualche vago sospetto alle monache maestre, e queste, tenutala d'occhio, non l'avean mai lasciata sola; però la fanciulla si crucciava, e continuamente andava almanaccando sul modo di poter eludere quell'assidua vigilanza. Nè mai si era attentata di affidare il suo pericoloso segreto a nessuna delle compagne, nemmeno ad una che, pari a lei d'età e sua vicina nella camerata, avea preso ad amarla svisceratamennte, sebbene coll'amore più d'una madre o d'una sorella maggiore che d'una compagna. Codesta sua amica, figliuola d'un marchese Crivello, era piuttosto cagionevole di salute, graziosa nel volto, ma tanto quanto deformata dalla rachitide, fornita d'ingegno fuor dell'ordine comune, e infervorata di così religioso zelo, che quasi parea tramutarsi in quello che suol chiamarsi abito bigotto e scrupoloso. Essa erasi accorta del segreto di Ada, ma avea taciuto. Amorosa, previdente e prudente, pensava di vegliarla dappresso e di fare, per quanto era in lei, la cura di quel male senza avvisarnela. Interrogata dalla superiora e dalle maestre sul conto di Ada, quando s'eran messe in qualche apprensione, e interrogata appunto perchè la conoscevano come la miglior sua confidente, ella tacque, ed anzi cercò stornare i sospetti, per stornare i castighi dall'amica. Bensì coi modi più gentili nel discorso abituale, avea tentato distogliere i pensieri di Ada da quella direzione che loro avea comunicata la passione. Sempre adunque trovandosi seco, perché anche Ada la ricambiava d'affetto sincero, e in que' giorni le stava più del solito accosto, accadde che, nel momento in cui il Baroggi s'era avvicinato al gruppo delle educande dove di volo avea veduto la fanciulla Ada, questa parlasse precisamente colla Crivello. Bene l'inchiesta del Baroggi aveva diviso quel gruppo di fanciulle, ed Ada era rimasta sola un istante fuggevolissimo con lui, ma la Crivello s'avvide che era corsa qualche parola. S'avvide e tacque, e si dilungò facendo mille pensieri, e fermandosi non veduta a guardare Ada rimasta immobile e concentrata. A questo punto eran le cose nel monastero, quando un sordo muggito di voci confuse di popolo affollato e battimani e fischiate, contemporaneamente rintronarono nel monastero; poi fu sentito un colpo secco d'archibugio squarciar l'aria, ripercosso in degradate oscillazioni.
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