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Giuseppe Rovani Cento anni IntraText CT - Lettura del testo |
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XI Qualche ora dopo il colloquio or ora riferito, l'avvocato Strigelli, tornato a far visita a donna Paola e alla contessa, sentì da loro ciò che era avvenuto; sentì e ponderò il tutto, si fece ripetere da donna Paola qualche brano dei discorsi del Suardi, la interrogò parte a parte sul modo onde questo s'era comportato, sulla qualità del calore che aveva messo nelle sue parole, sulla qualità del colore che aveva mostrato sul viso; tenne conto delle angosce che invece di cessare erano accresciute nella contessa; ma fece precisamente come un medico esperto e risoluto, che assicuratosi della condizione d'una malattia gravissima, e dovendo procedere a mezzi eroici e di dubbio evento, ma i soli tuttavia da lui adottabili, interroga quei della casa sul grado di fiducia che hanno in lui, e se sono disposti a lasciargli fare tutto quello ch'ei vuole. Disse dunque lo Strigelli. - Da quanto mi avete raccontato mi pare che questo scellerato beniamino della fortuna abbia stancato anche sua madre, e tanto che pare voglia abbandonarlo. La passione gli ha penetrato il cervello in maniera, ch'ei non ha più il colpo sicuro d'una volta. Già a quest'ora ha commesso tante imprudenze che davvero non so farmi capace del come ei si pensi di far tutto quello che vuole, quasi che non vi sia più un'autorità al mondo, nè un buon capitano di Giustizia con barigelli e fanti, che se possono mettere le manette a qualche facoltoso, si comportano senza nemmeno pensare all'interesse, ma pel solo e semplice amore dell'arte. Pare adunque che questo sia il momento di coglierlo questo signor Suardi. Quando i serpenti stanno facendo la loro digestione, quello è il punto che i cacciatori se ne impadroniscono. Donna Paola egregia, qui non bisogna avere scrupoli. Signora contessa, qui bisogna aver coraggio, nè credere che il signor Suardi possa far quello che ha minacciato. Voglio bene che la passione gli abbia fatto girare il cervello, ma se può commettere delle imprudenze, non vorrà commettere dei fatti gravi. D'altra parte ha promesso di venir domani, non è vero?... Queste ventiquattro ore d'aspettazione sono un tesoro... per chi le sa valutare. Ma bisogna lasciar fare a me e fidarsi di me. La contessa, a queste parole del giovane Strigelli, opponeva naturalmente l'invincibile sgomento in cui versava per la vita e l'innocenza della sua Ada, sgomento che nel suo massimo accesso arrivava perfino a far tacere il ribrezzo che del pari irresistibile provava per il Galantino. Donna Paola poi, tanta era l'emancipazione della sua mente e de' suoi generosi principj, emancipazione che raggiungeva un ideale quasi non valutabile nemmeno dagli intelletti più indipendenti del tempo, un ideale che talvolta pareva persino trascendere all'intemperanza, opponeva alle parole dell'avvocato e al ribrezzo della contessa queste ed altre considerazioni: - Voi dite, avvocato, essere così manifesti nel Suardi gli effetti della vertigine della passione, che tutto induce a persuadervi essere venuto il momento di coglierlo, per la ragione che non sembra più in possesso de' suoi naturali mezzi di difesa... - Certamente, donna Paola, Sansone fu potuto mettere in ceppi dall'astuzia, quando gli cadde la chioma. - Ma ciò mi ripugna, e tanto più che il Suardi si è come confidato in noi. Le ultime sue parole erano d'uomo che è così penetrato dall'amore, che a questo sembra posporre ogni altra cosa; che per questo parrebbe quasi essersi operata in lui una completa trasformazione morale. Egli è ricco, le ultime sue largizioni ai danneggiati per l'incendio del borgo san Gottardo accusano esservi in lui qualche sentimento generoso. Se un amore sincero, legittimamente appagato, potesse mai tradurre a benefizio degli uomini quelle sue qualità particolari per cui una volta potè loro riuscire dannosissimo; non provate voi, avvocato, una certa titubanza nell'assalirlo in questo momento appunto? Troncare e distruggere un frutto che può essere buono non per altro motivo che perchè nasce da un albero che in addietro ne diede di cattivi, non mi parrebbe, scusate, nè sapienza nè giustizia. - Io ammiro, donna Paola, queste vostre considerazioni. Le anime nobilissime sono condotte dal desiderio del bene ad illudersi sulle apparenze delle virtù in altri; ed a credere nella durata di quelle, che non sono altro poi che un'accensione subitanea, avvenuta per circostanze tanto speciali quanto passeggiere. Se ci potesse essere una certezza assoluta di codesta completa trasformazione della perversità nell'onestà; io direi, si faccia quanto dite. Ma c'è questa certezza? Possiamo noi dire che di una ardente passione possono essere perpetui i beneficj effetti? o non piuttosto che, dileguandosi essa nell'atto stesso del suo soddisfacimento, abbiano a sparire simultaneamente anche quelle larve di virtù che s'erano mostrate alla sua comparsa? Donna Paola a queste parole si alzò, e: - Avete ragione, avete ragione, disse; io mi lascio sovente trasportare di troppo. Ah se il mondo fosse come io vorrei; se fosse vero che, siccome talora fantastico, la virtù potesse essere un prodotto della volontà costante di chi la sente e la vede; e fosse errore il credere, darsi nature così terribilmente guaste da tornare impossibile il placarle pur sotto i più beneficj influssi... che consolazione sarebbe!... Ma io fantastico talvolta... lo so bene; dunque fate voi... se qui la contessa lo permette. - Libertà di operazione bisogna concedermi, ed io confido che tutto debba piegar in bene. La contessa tornava ad opporsi. - Ma a respingere ogni obbiezione, ritenete voi, disse lo Strigelli, che il conte voglia permettere quel che il Suardi domanda? È una pazzia il crederlo. Dunque lasciate fare. La contessa, rassegnata, si affidò alle promesse incoraggianti del giovane avvocato, a cui, mentr'esso si accomiatava, strinse la mano, quasi facendo con quell'atto una nuova preghiera. E donna Paola lo seguì fin nell'anticamera, per dirgli cosa che non voleva fosse sentita dalla contessa: - Oggi medesimo ho risoluto di recarmi dal conte V... - E che? pensereste mai d'indurlo... - No, no. State tranquillo. È un altro il mio fine. Io voglio indurlo a venir qui domani. All'idea di umiliare il Suardi, certo ch'ei ci verrà. In ogni modo, voi mi comprendete... quale consolazione sarebbe se la contessa avesse mai a rappattumarsi col marito... e dopo tanti anni si ricongiungessero! che consolazione per me, pei parenti, per gli amici! Quale edificazione per tutta la città! che insegnamento solenne ai calunniatori farisei! Al conte ho dovuto parlare in più di un'occasione... e, a dir il vero, l'ho trovato migliore di quello che me l'avean dipinto... - Oh certo, sotto a quella scaglia tutta irta di petulanza feudale, in fondo, chi sa pigliarlo pel suo verso, finisce a trovare un buon bestione, disse lo Strigelli sorridendo; e per certe sue espressioni a cui si lasciò andare parlando con me, quasi non sarei lontano dal credere... ma temo della contessa, temo assai... - La contessa farà quello di cui la supplicherò... e i venticinque anni sono passati, ed anche i trenta... - Tutto va bene, ma la disuguaglianza non sta negli anni ma nella testa. - Eppure è un tentativo che sento l'obbligo di non tralasciare. - Troppo giusto, troppo giusto. E il giovane Strigelli, inchinando profondamente donna Paola, si partì. Ed ora dovremmo parlare della visita fatta in quel giorno dallo Strigelli all'eccellentissimo capitano di Giustizia e il lungo colloquio avuto seco, ma troppe pagine si consumerebbero, e non c'è tempo a perdere. Poi dovremmo riferire un altro lungo discorso investigatore tenuto dal medesimo Strigelli nel dì stesso al sottotenente Baroggi, cui espressamente andò a trovare in caserma. Poi la visita di donna Paola al colonnello V.... e l'escandescenza di lui alla notizia della sfrontata pretesa del Suardi; ma anche per ciò ci vorrebbe troppo tempo e spazio. Pensiamo inoltre che tutto questo, meno il piacere ch'altri potrebbe avere a legger dialoghi, sarebbe al tutto superfluo, perchè in seguito dovendo veder le conseguenze di queste visite e di questi colloquj, di necessità potremo indovinarne il tenore, come se fossero stati riferiti. Bensì ne giova assistere a una mezza dozzina di soliloquj successi nella notte di questo giorno pieno di affannose faccende.
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