Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giuseppe Rovani Cento anni IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
XII Quando al conte B...i morì la prima moglie, si disse da taluno che quella morte immatura era stata la conseguenza degli assidui patimenti onde il marito l'aveva torturata. Questa diceria però era corsa vagamente pel mondo; chi lo conosceva intimamente, non si rifiutava a prestar fede a quanto si andava buccinando; quelli che lo conoscevano superficialmente, e che al teatro, al caffè, nelle liete brigate lo trovavano uomo compagnevole e festoso, credettero e non credettero; nessuno però diede a quella voce l'importanza che meritava. Nessuno sapeva immaginarsi in che modo l'avesse potuta torturare al punto da farla morire. Agli egoisti gaudenti del bel mondo non pareva vero che si potesse uccidere una donna senza pistola, senza coltello, senza corda, senza veleno... La novella sposa pensò anch'essa come costoro, e piena di fiducia entrò nella casa maritale. Per qualche tempo le cose camminaron bene; anzi trionfalmente, al segno che essa ebbe a dire che tutti gli uomini possono essere e buoni e cattivi, e che dipende dalle donne il farli piegare piuttosto in un verso che nell'altro. Ma i gaudj non si protrassero nemmeno un anno. La nuova donna aveva cessato di piacere al conte; però dalle gentilezze ei passò tosto alle persecuzioni. Queste persecuzioni non erano gravi; anzi eran minute; ma quotidiane, assidue, incessanti, e non lasciavan tempo al fiato di rifarsi nel polmone. L'indiano si difende e si salva dal leone e dalla tigre, ma cade affranto se nugoli di vespe lo assalgono e gli avventano senza tregua il loro pungiglione. Il conte Alberico contraddiceva a tutto: il suo studio maligno consisteva nell'osservare che cosa piacesse o non piacesse alla moglie, per far sempre tutt'all'opposto; se essa prediligeva la compagnia di qualche cara amica, egli si comportava in modo che questa fosse costretta a non entrargli più in casa. Se a lei era antipatico qualche omaccio parassita e vile, che facesse la corte a lui per scroccargli i pranzi, ei gli prodigava ogni maniera di gentilezze, e sopratutto lo voleva aver sempre seco in casa, in carrozza, in palco, in villa. Ma, quello che costituì il tormento massimo di quella donna che, nonostante la sua forza d'animo, cominciò a perdere l'allegria, la freschezza e la rotondità, fu la continua burrasca in cui venne a trovarsi avvolta per ciò che riguardava la servitù. Egli pretendeva, senza dirlo (ma ciascuno se ne accorgeva) che la servitù odiasse e trattasse male la padrona; e siccome ciò, se avveniva per qualche poco, non poteva continuare, allora egli si rivoltava contro la servitù, ed or con un pretesto, or con un altro, scacciava la cameriera, scacciava il cocchiere, scacciava il cuoco. I servi si rinnovavano; sobillati da lui, in sul principio si comportavano indegnamente colla padrona, ma presto, accorgendosi della tristizia inqualificabile di lui, piegavano pentiti verso di lei, e si studiavano di risarcirla dell'offese. E allora egli ricominciava le persecuzioni, gridava, strepitava, qualche volta percuoteva; e i servi si licenziavano uno dopo l'altro, ed altri comparivano, e si tornava sempre al medesimo barbaro giuoco. In un mese si cambiarono tanti servi e camerieri e cuochi, che la casa del conte B...i pareva l'ufficio d'indicazione del mediatore Mustorgi. Nè le vessazioni dovevano fermarsi qui. La signora si trovò incinta. In quella circostanza i suoi portamenti furono tali, a giudizio dei servi impietositi, da far sospettare che egli, intendente com'era di medicina, cogliesse ogni occasione per sconcertarla nella gestazione. Quando giunse il giorno che la signora si sgravò, egli col pretesto che, invece d'un maschio, era venuta in luce una bambina, s'infuriò, gridò, ululò, sbattè imposte, e, a tutti gl'indizj, parve che, coi sussulti e gli sgomenti tanto pericolosi alle puerpere, mirasse a provocare una flogosi violenta che gli portasse via la moglie in poco tempo. Il professor Strambio, chiamato dalla levatrice inorridita, prese allora di fronte il conte Alberico, e gli diede un lavacapo con minaccia di peggio. E allora colui a infingersi, a umiliarsi, a protestare un immenso affetto per la sua cara moglie, a dichiarare ch'egli era tutto stravolto pel timore che aveva di perderla; laonde il dottor Strambio, non sapendo a chi credere, se ne andò crollando il capo, e non si fece più vedere. Queste scene atroci si ripeterono: la madre e la sorella di quella povera donna stavan sempre in timore di qualche sventura quand'ella trovavasi incinta; condizione già pericolosa per sè stessa, ma che in quella casa e con quel marito assomigliava ad una sentenza di morte sempre sospesa sul capo. Di tre figlie che ebbe, l'ultima nacque morta, e la disgraziata madre ebbe a subire una malattia lunga, che le guastò al tutto la complessione.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |