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Giuseppe Rovani
Cento anni

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  • LIBRO DECIMONONO
    • XXI
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XXI

Il lettore che sia avvezzo al metodo onde generalmente son fatti i libri come il nostro, si sarà annojato delle digressioni del Baroggí, e avrà fatto le meraviglie nel trovarsi invitato all'osteria del Monte Tabor per sentir poi a parlare di letteratura e d'arti, come se si fosse a qualche ateneo od accademia; ma gli elementi della vita pubblica e privata sono infiniti, e noi ci siam proposti di tener dietro alla maggior parte di essi ogni qualvolta ci si presentan spontanei. Nella società, i fatti più disparati succedono simultaneamente, e senza che l'uno attraversi all'altro. Intanto che un negoziante rimane atterrito alla notizia di un fallimento, un verseggiatore è capace di essere infelice perchè non gli vien spontaneo un tronco che gli chiuda la strofa.

Hai fatto malissimo, diceva il Bichinkommer al Suardi, a venir qui in compagnia di questo signor segretario.

Fu egli stesso che venne a levarmi dalla mia cella; fu lui che mi usò tutte le gentilezze di cui può esser capace il più compìto gentiluomo; fu lui, infine, che si esibì di accompagnarmi fino alla casa del Baroggi e fin qui.

Di costui non ho sentito che parole di elogio dappertutto e da tutti. Ma io non posso capire come il mondo trovi giusto che uno oggi passeggi sotto a braccio del diavolo, domani di Sant'Antonio. Non ti par egli che, per riuscir gradito tanto al diavolo che al santo, bisogna che di necessità inganni qualcuno?

Generalmente parlando, sì; ma costui mi sembra qualche cosa di eccezionale. D'uomini me ne intendo anch'io, e ti assicuro che io vidi sulla sua faccia i segni più manifesti della soddisfazione e della contentezza, quando mi lesse la lettera con cui il notajo Agudio domandava la mia liberazione, ed esponeva il fatto d'aver ceduto al marchese F... i documenti trovati nell'archivio del dottor Macchi. Ma, a proposito di questo Agudio, come spieghi tu, ch'egli siasi preso tanta cura di me, mentre io non so nemmen chi egli sia?

In che modo la lettera venne nelle mani di questo segretario, mentre fu indirizzata al direttore di polizia?

Il direttore lascia far tutto al consiglier Pagani. E questi, per certe materie, lascia far tutto al segretario. Ecco spiegata la cosa.

Costui ha detto un momento fa ch'erasi recato dal marchese F... per officiarlo a tuo vantaggio.

È così, infatti; e col mostrare la lettera al marchese, ottenne tutto quello che domandò. Il marchese ne fu spaventato, e si recò issofatto dal barone Gehausen a levar la querela contro di me, e a intercedere perchè fossi tosto rimesso in libertà.

Ma che si fece della lettera spedita dal notajo Agudio?

Io non so più niente.

Qui c'è sotto un nuovo imbroglio. Son due giorni che la lettera venne recapitata al direttore, contemporaneamente ad un'altra che fu spedita al tribunale civile; ma, ad eccezione della tua liberazione, non vedo gli effetti che quelle lettere dovevano produrre. Pur troppo il marchese è onnipotente, e...

Pare che questo segretario voglia avviare un aggiustamento tra il marchese e il Baroggi...

Che aggiustamento! Se i documenti saltan fuori il Baroggi deve ottenere tutto il fatto suo, senza bisogno di transazioni.

È vero... e allora posso prepararmi a godere una parte dello spettacolo tutto a mio beneficio...

Quale?

Lo spettacolo d'un marchese collarone e gesuita che per combinazione possa aspirare alla berlina. Che cosa vuoi? Io amo il Baroggi, e desidero che si volti e rivolti in mezzo a zecchini... ma ciò che più esalta la mia fantasia, e mi mette la smania in corpo è il progresso dell'umanità...

E che c'entra adesso il progresso dell'umanità?

Nel trovare il modo che i titoli, le aderenze, la ricchezza, non bastino più a coprir le magagne degli uomini e a far chiudere la bocca anche alla legge.

Il desiderio è bello e buono; ma i titoli e la ricchezza avran sempre in saccoccia il ventun di tarocco.

A questo punto i quattro passeggianti salirono fin sulla rotonda a piattaforma, dove si entrava nella slitta e da cui si poteva dominare la sua discesa precipitosa. Quella rotonda era quasi sempre affollata; in quel momento poi era stipatissima di spettatori perchè le Loro Altezze Imperiali trovavansi là. Ci pare di aver detto come, in una delle accademie vocali date a Milano, dov'era intervenuta la viceregina, questa aveva donato a madamigella Gentili un grosso smeraldo, accompagnando il dono con parole cortesi e carezze senza fine. Ora in quel dopopranzo del 24 settembre, i coniugi Gentili vollero condurre la loro figliuola a quel divertimento popolare. Come dicemmo, la notizia dell'intervento delle Loro Altezze aveva fatto accorrere al Monte Tabor quasi tutta Milano, e la madre di Stefania, a cui, dopo il fatto dello smeraldo, pareva d'essere diventata un po' parente della viceregina e sentiva un segreto orgoglio di avere una figlia stata onorata di tanta distinzione, pregò il docile marito a non lasciar passare quell'occasione. Il conte Alberico B...i, che aveva saputo la cosa, erasi trovato là colla carrozza, e nella sua qualità di futuro sposo, quantunque i parenti, per certi riguardi portati all'esagerazione, lo tenessero alquanto discosto dalla figliuola, erasi tuttavia accompagnato seco loro. In una parte della rotonda v'eran delle sedie privilegiate, che si pagavan due lire austriache l'una; e il conte Alberico, com'è naturale, ne pagò tre, perchè madamigella potesse sedere tra il papà e la mamma, e godere agiatamente lo spettacolo.

 




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