Scena undecima
Medebac e detti.
MEDEBAC (entra affannato, guarda intorno, e vedendo
Goldoni ch'egli riconosce va a lui chiamando forte) Goldoni, Goldoni!
Goldoni si volge.
I SIGNORI E LE SIGNORE Goldoni! (Si volgono e
pongono attenzione).
MEDEBAC Presto, venite al Sant'Angelo. Il pubblico
è in furore: vi vuol fuori a tutti i patti; sarà un quarto d'ora che gridano!
GOLDONI (levandosi la maschera) Qui mi
fischiano, e là mi applaudono! A chi debbo credere?
MEDEBAC Presto per carità: finché non v'hanno
visto non si può proseguire, e intanto l'illuminazione brucia; presto.
GRIMANI Andè, andè.
GOLDONI Perdono, Eccellenza...
GRIMANI Ma andè che deboto ve mando! (Goldoni e
Medebac partono in fretta).
UNA SIGNORA (con brio) Faccio una proposta
bizzarra: andiamo a vedere cosa c'è di nuovo al Sant'Angelo?
ALTRA SIGNORA (ridendo) Sí, andiamo a
vedere.
ALTRE SIGNORE Sí, sí, andiamo.
TUTTI Andiamo, andiamo.
DON PEDRO (forte) Ma, signori, e Zigo?
UNA SIGNORA (a Marzio) Il signor Marzio
resterà: s'incaricherà egli...
GLI ALTRI Sí, sí: il signor Marzio: andiamo,
andiamo.
Partono confusamente; e anche don Pedro e don
Fulgenzio. Marzio resta guardando con ghigno quelli che vanno.
GRIMANI (a Nicoletta piano) Cossa ve
par?
NICOLETTA (piano) Muoio di gioia!
GRIMANI Zigo vedarà quanta stabilità gh'abia i
trionfi senza fondamento.
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