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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO TERZO
    • Scena undecima
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Scena undecima

 

Medebac e detti.

 

MEDEBAC (entra affannato, guarda intorno, e vedendo Goldoni ch'egli riconosce va a lui chiamando forte) Goldoni, Goldoni!

 

Goldoni si volge.

 

I SIGNORI E LE SIGNORE Goldoni! (Si volgono e pongono attenzione).

MEDEBAC Presto, venite al Sant'Angelo. Il pubblico è in furore: vi vuol fuori a tutti i patti; sarà un quarto d'ora che gridano!

GOLDONI (levandosi la maschera) Qui mi fischiano, e mi applaudono! A chi debbo credere?

MEDEBAC Presto per carità: finché non v'hanno visto non si può proseguire, e intanto l'illuminazione brucia; presto.

GRIMANI Andè, andè.

GOLDONI Perdono, Eccellenza...

GRIMANI Ma andè che deboto ve mando! (Goldoni e Medebac partono in fretta).

UNA SIGNORA (con brio) Faccio una proposta bizzarra: andiamo a vedere cosa c'è di nuovo al Sant'Angelo?

ALTRA SIGNORA (ridendo) , andiamo a vedere.

ALTRE SIGNORE , , andiamo.

TUTTI Andiamo, andiamo.

DON PEDRO (forte) Ma, signori, e Zigo?

UNA SIGNORA (a Marzio) Il signor Marzio resterà: s'incaricherà egli...

GLI ALTRI , : il signor Marzio: andiamo, andiamo.

 

Partono confusamente; e anche don Pedro e don Fulgenzio. Marzio resta guardando con ghigno quelli che vanno.

 

GRIMANI (a Nicoletta piano) Cossa ve par?

NICOLETTA (piano) Muoio di gioia!

GRIMANI Zigo vedarà quanta stabilità gh'abia i trionfi senza fondamento.

 

 

 




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