Scena
terza
Nicoletta,
Corallina e detto.
DON PEDRO Madama, concedetemi di baciarvi la mano.
NICOLETTA Vostra serva, don Pedro. (A Corallina)
Da sedere. (A don Pedro) Accomodatevi. (Siedono presso al tavolino).
CORALLINA (piano a Nicoletta) Don Fulgenzio
è stato qui di nascosto di suo padre ed ha lasciato quel libro là sul camino. È
un romanzo chiamato Pamela.
NICOLETTA (piano) Ho capito. Povero giovine
gli sono obbligata.
Corallina parte.
DON PEDRO Ho saputo che non eravate andata al teatro
a veder la commedia di vostro marito ed ho pensato di venire a farvi un poco di
compagnia.
NICOLETTA Obbligatissima di questo vostro bel
pensiero! Siete la gentilezza in persona. (Fra sé) Voglio godermi un po'
questo vecchio.
DON PEDRO (dopo un inchino) Siccome poi
ieri sera mostraste desiderio del romanzo Pamela tradotto dal signor
Zigo...
NICOLETTA Ne avete forse incaricato vostro figlio?
DON PEDRO Me ne sono incaricato io stesso. (Cava
di tasca un libro legato in nero e lo pone sul tavolino) Eccolo qui.
NICOLETTA (fra sé) Oh! diamine! due copie
ad un tempo: è graziosa! (Forte) Abbiate i miei ringraziamenti (fa
per prenderlo).
DON PEDRO No: lasciatelo dove si trova.
NICOLETTA E perché?
DON PEDRO Non posso dirvelo, ma vi prego di non
aprire quel libro che quando vi troverete sola... sola, capite?...
NICOLETTA Signore!
DON PEDRO (con gran gentilezza) Tutto il
tempo che impieghereste ora su quel libro non sarebbe forse rubato a me?
NICOLETTA Ah! ah! non si trattava che di un
complimento, non c'è male: il signor don Pedro mi aveva quasi spaventata.
DON PEDRO (fra sé) La lettera intanto è
andata!
NICOLETTA Lasciamo dunque il libro al suo posto.
Che avete di nuovo a raccontarmi?
DON PEDRO Ma, signora, tutte le novità di Venezia
oggi vertono sopra un solo soggetto.
NICOLETTA E quale di grazia?
DON PEDRO Vi riguarda cosí da vicino.
NICOLETTA Davvero?
DON PEDRO Vostro marito, il signor Carlo Goldoni, il
riformatore del teatro italiano.
NICOLETTA Volete farmi insuperbire?
DON PEDRO Cospetto, egli è oggimai una vera
celebrità: non si parla che di lui.
NICOLETTA Scusate, pare che lo diciate con un poco
d'invidia.
DON PEDRO (gentilmente) Infatti io gli porto
invidia.
NICOLETTA (sorridendo) Scommetto che state
componendo...
DON PEDRO Una commedia?
NICOLETTA No, un complimento per me.
DON PEDRO Stavo per dirvi una verità e non un
complimento: volevo dirvi che io invidio al signor Goldoni...
NICOLETTA (sorridendo) Non già la sua
gloria...
DON PEDRO (con calore) Ma bensí...
NICOLETTA Ho capito, ho capito.
DON PEDRO Ah! di grazia, lasciatemi finire...
NICOLETTA (un po' seria) Avete udito nulla
in proposito della commedia nuova di stasera?
DON PEDRO (dopo un sospiro) E può mai avere
altro che un esito fortunato?
NICOLETTA Non mi pare di poter avere questa
certezza. Mio marito ha molti nemici; le sue idee nuove intorno alla commedia;
l'avere sbandite quelle immorali e scurrili commediacce cosí dette dell'arte...
DON PEDRO Convenite però che si rideva molto...
NICOLETTA Ragione di piú per non essere sicura del
successo di quelle di mio marito.
DON PEDRO Ecco: vostro marito cerca troppo spesso i
suoi personaggi fra la plebaglia e l'oscura cittadinanza: è gente che non interessa;
hanno un bel dire, ma sulla scena ci vogliono dei duchi, dei baroni, dei nobili
infine: il loro solo nome, il loro abito risplendente d'oro e di gemme ispira
attenzione e simpatia... Poi vostro marito scarseggia un po' di colpi di scena;
non ci sono quelle sorprese imponenti, quelle catastrofi spettacolose...
Capisco che non tutte le vene sono egualmente feconde; e converrete meco che
per questo genere il signor Zigo è impareggiabile.
NICOLETTA Sarà come voi dite : mio marito pretende
che un bello e forte ingegno, come il signor Zigo, non dovrebbe perdersi in un
genere cosí fuori di natura, e nel quale infine Zigo riescirebbe egualmente
quand'anche non avesse l'ingegno che ha; ma io poi non presumo di saperne piú
in là dei miei aghi e de' miei ferri da calza.
DON PEDRO È naturale che voi siate goldoniana.
NICOLETTA È certo che nelle commedie di mio marito
ci trovo una naturalezza grande. Direi anzi che chi incoraggia Goldoni a
proseguire nel genere che ha adottato son io. Goldoni, vedete, è un po' originale:
ora egli si persuade di aver genio; ora crede che sia un'illusione del suo amor
proprio; ora non sa che pensare di sé, e si domanda con pena: È genio o è
illusione? E in questa lotta chi lo sostiene, chi lo incoraggia sono io
povera donnicciuola.
DON PEDRO Anche Molière... (si ferma
sconcertato).
NICOLETTA (sorridendo subito) Leggeva le
sue commedie alla sua serva! Pure io non mi arrogo, come la serva di Molière,
il diritto di giudicarlo. Comunque però sia, la conclusione si è che ho molta
ragione di palpitare e d'essere in angustia ogni volta che mio marito dà
qualche nuovo lavoro.
DON PEDRO Egli ha avuto però tali trionfi...
NICOLETTA Anche grandi sconfitte, don Pedro; non
mi illudo io.
DON PEDRO Ah! chi ha al fianco una ispiratrice cosí
gentile e bella come voi...
NICOLETTA Mille grazie!
DON PEDRO Chi ha il conforto di una musa cosí
visibile e cara...
NICOLETTA Come la serva di Molière! Ma che
diventate poeta voi pure?
DON PEDRO Senza dubbio, madama, poiché ora siete
vicina a me...
NICOLETTA Ma io non ho pur sognato di volervi
ispirare.
DON PEDRO Capisco, ma il mio cuore infiammato...
NICOLETTA (un po' seria) Che è di vostro
figlio, del signor don Fulgenzio?
DON PEDRO (dopo un sospiro) È allo studio,
ma sarà qui fra poco egli pure.
NICOLETTA Lo tenete molto severamente!
DON PEDRO Senza dubbio. Siamo oriundi spagnuoli e
dobbiamo conservarci degni delle nostre tradizioni castigliane: non voglio che
per fatto nostro sia macchiato lo stemma dei Lopez-Andorra-y-Mendoza da qualche
fascia nera. Quindi mio figlio appena alzato deve far colezione, e poi via allo
studio per tre o quattr'ore, posciacché i costumi di Venezia permettono alla
nobiltà di applicarsi allo studio senza ch'ella ne resti degradata.
NICOLETTA (sorridendo) Tre o quattr'ore allo
studio, senza mai uscirne?
DON PEDRO Guai a lui!
NICOLETTA E dopo le quattr'ore, qual'altra nobile
occupazione lo aspetta?
DON PEDRO Il desinare.
NICOLETTA Poi allo studio?
DON PEDRO Poi allo studio.
NICOLETTA Altre quattr'ore?
DON PEDRO Altre quattr'ore.
NICOLETTA Poi a raggiungere il signor padre dove
si trova?
DON PEDRO Poi a raggiungere il signor padre dove
si trova.
NICOLETTA Scusate: quando eravate giovine...
DON PEDRO Cioè...
NICOLETTA Cioè quando non eravate vecchio...
DON PEDRO Ma, signora...
NICOLETTA Ho sbagliato ancora: quando eravate piú
giovine conducevate la vita che fate condurre a vostro figlio?
DON PEDRO Ma, signora, mio figlio è cosí
ragazzo...
NICOLETTA Eh! un ragazzo di venticinque anni che studia
da avvocato deve per lo meno aver messo i denti e le unghie.
DON PEDRO Ma io che ho fatto esperienza dei
pericoli che si corrono...
NICOLETTA Volete tenerne lontano vostro figlio:
sta bene. Ma voi ne state egualmente lontano, don Pedro?
DON PEDRO (con vezzo) Vorrei!...
NICOLETTA (rifacendolo) Ma non potete, eh?
DON PEDRO Vi sono dei pericoli cosí soavi, dei
precipizi cosí belli da sprofondarvi dentro!...
NICOLETTA Evviva il poeta castigliano!
DON PEDRO (animandosi) Chi vorrebbe, per
esempio, fuggire al pericolo dei vostri begli occhi? Chi non sarebbe trascinato
da irresistibile forza, come farfalla al lume...
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